Se l'appetito viene mangiando, Serenissima ristorazione è la riprova che, di appalto in appalto, è arrivata al quasi monopolio della mense ospedaliere del Veneto. A stoppare quella corsa prima il Consiglio di Stato e poi l'Anac, l'Autorità anticorruzione, anche se a poco sarebbe servito. Ma poi a metterci il naso è stata la procura padovana.
E ora il pm Silvia Golin ha chiuso formalmente l'inchiesta, smascherando, almeno stando al capo d'accusa, il sistema per aggirare le regole e accaparrarsi una gara da 110 milioni di euro per la ristorazione ospedaliera. Già le regole ovvero quei paletti che, almeno sulla carta, avrebbero dovuto evitare a Serenissima-pigliatutto di lasciare i concorrenti sempre alla porta.
L'INCHIESTA
Rischiano il processo in otto: cinque persone tra management e proprietà di Serenissima spa e la controllata Euroristorazione, a vario titolo, accusati di turbativa d'asta, falso ideologico e truffa; con loro anche il superdirigente nel campo della Sanità italiana Domenico Mantoan, all'epoca direttore della Sanità veneta, con l'allora direttrice di Azienda Zero, Patrizia Simionato, e l'amministrativa Stefania Fasolo prestata dall'Ulss vicentina alla Fondazione Ssp, Scuola di sanità pubblica. A questi ultimi è contestato il concorso in induzione indebita a dare o a promettere utilità.
LE ACCUSE
A mettere nei guai il patron di Serenissima Mario Putin e i suoi manager la chiacchieratissima gara d'appalto per l'affidamento del Servizio di ristorazione per le Aziende sanitarie del Veneto indetta con la delibera 313 del 2019 dal direttore di Azienda zero, Simionato. La gara è suddivisa in sei lotti e si conclude nel 2020: Serenissima Ristorazione ne vince tre (100 punti su 100 a Rovigo e a Padova, 95 a Venezia); gli altri due (Treviso e Bassano-Asiago-Schio) vanno a Euroristorazione (100 e 97,92 punti); l'ultimo lotto relativo all'ospedale bellunese non è assegnato per mancanza di offerta: ecco il punto. Dopo i ricorsi e controricorsi di Dussmann Service, colosso rimasto sempre a bocca asciutta (all'Authority anticorruzione aveva scritto: «Serenissima detiene il 90 per cento del mercato delle mense ospedaliere nel Veneto, un dato anomalo»), Anac aveva imposto di riscrivere il capitolato per inserire un «vincolo di aggiudicazione per un massimo di tre lotti» inserito nel disciplinare d'appalto.
Tutto regolare? Niente affatto: secondo il pm Golin, Serenissima ed Eurostorazione si sarebbero accordati per nascondere il fatto che, tra le due società, il «centro decisionale» era unico, in capo a Mario Putin. A dimostrarlo le cariche ricoperte, le quote societarie, la formulazione delle offerte concordate in via preventiva. Euroristorazione, infatti, sarebbe controllata da Serenissima tramite Vegra Camin. Da qui la turbativa d'asta e il falso: i manager avevano attestato di non trovarsi in una situazione di controllo (o di controllato) rispetto agli altri partecipanti. Quanto alla truffa, Faggion, Ongaro e Garbin avrebbero fatto lavorare 5 dipendenti di Serenissima e 3 di Euroristorazione pur beneficiari della cassa integrazione Covid per un danno all'Inps di 6.703 euro.
Le 11mila pagine dell'indagine, con migliaia di intercettazioni telefoniche, non hanno risparmiato Mantoan: con una delibera del 4 agosto 2020, indirizzata a Simionato (Azienda Zero) dispose l'elargizione di 20 mila euro alla Fondazione Ssp (Scuola di Sanità pubblica) sollecitata ripetutamente al telefono dall'impiegata Stefani. Una generosità giustificata (si fa per dire, almeno secondo il pm) dalla relazione affettiva tra Mantoan e l'impiegata.
UN LEGALE
Per altre posizioni è stata chiesta l'archiviazione. Tra questi, un noto avvocato indagato per (presunte) pressioni su Azienda zero con l'obiettivo di moltiplicare i suoi ben pagati incarichi professionali. Il pm ha ritenuto che non ci siano elementi per esercitare l’azione penale: l'ultima parola al gip.
da Il Mattino di Padova del 9 aprile 2022 in pagina 14; servizio a firma di Cristina Genesin