La Lega ha scritto che il Veneto è “pulito”, non ha presenze mafiose. Un paio di giorni dopo c'è stato l'arresto a Mogliano Veneto in provincia di Treviso di Vito Zappalà, uno dei latitanti mafiosi più ricercati, condannato a 29 anni di galera. Questo tipo di persone non si muovono mai da sole e sarà interessante accertare quali suoi compari alloggino nel Veneto. Però a Vicenza abbiamo un problema formalmente di natura diversa ma parimenti grave: le zone franche, una sorta di libertà di violazione delle leggi e delle regole, che i dirigenti pubblici, i politici e la magistratura accordano ai colletti bianchi, ai poteri forti.
Abbiamo avuto la cosiddetta circolare Rossetto; una circolare diramata dagli uffuci tecnici municipali durante gli anni '90 e tenuta in piedi sino al 2002. Un provvedimento in forza del quale un dirigente, arrogandosi poteri che sono solo del consiglio comunale, ritenne di dare agli uffici tecnici medesimi disposizioni che consentivano di rovesciare le disposizioni del piano regolatore in fatto di distanze fra edifici vecchi e in edificazione. Costruire più vicino significa allargare la base degli immobili e quindi aumentare la cubatura. Migliaia di metri cubi abusivi sono stati fabbricati in questo modo, impunemente. E quando la magistratura ha inquisito quel dirigente non ha istruito un giudizio a tempi brevi ma ha atteso, atteso ed i reati considerati si sono prescritti.
Entrando in via Vecchia Ferriera dopo Ponte Alto, alla sinistra è in via di completamento un grande edificio che ammonta più o meno ad un volume di 60.000 metri cubi. L'ufficio del pubblico ministero ha tenuto nel cassetto per cinque anni la perizia, da lui disposta, che rilevava varie illegittimità. Avrebbe potuto intervenire quando si era alle fondamenta, ma ha atteso ingiustificatamente. I potenti proprietari del fabbricato ed i loro progettisti possono dormire tranquilli; tutto finirà nel fumo della prescrizione, se non interverrà prima qualche altro pubblico ministero.
A fronte di questo immobile ce n'è un altro (è il cosiddetto palazzo, ha un volume di 70.000 metri cubi) che è stato completato da quattro o cinque anni. Tale immobile è finito al centro di un processo penale sei anni dopo che il consulente del pubblico ministero aveva consegnato la relazione: sei anni di attesa ingiustificata e di cammino verso la prescrizione. Erano imputati i proprietari, i progettisti, un dirigente comunale Lorella Bressanello (moglie dell'ex sindaco Enrico Huellweck) e un altro dirigente del comune di Vicenza, Roberto Pasini: tutti assolti.
I giudici hanno negato l'esistenza del vincolo paesaggistico riconosciuto dalla Regione, autorità competente in materia, sulla base di un documento preparatorio del piano regolatore del 1979, ma poi superata dal testo del piano effettivamente approvato, che ad esso non fa alcun riferimento. Dunque con questa trovata all'italiana è caduta l'accusa. Inoltre i giudici hanno negato l'intenzionalità del dirigente. Costoro non sapevano, non volevano, non intendevano... «Ah,intendo, il suo cervel, Dio lo riposi,/in tutt'altre faccende affaccendato/a questa roba è morto e sotterrato...». Il resto ce l'ha messo la Corte d'Appello di Venezia che, a fronte del ricorso del Procuratore della Repubblica di Vicenza contro la inaccettabile sentenza assolutoria, non ha ancora fissato, a distanza di ben due anni, la data del processo.
Anche a Vicenza ci sono le vendette trasversali. Tu fai un esposto contro gli abusi di certi tecnici comunali? Ebbene loro ti puniscono con il potere che hanno. C'é stato il caso di una associata al comitato vicentino contro gli abusi edilizi alla quale è stato contestato un abuso (inestente) risalente al 1930... Ad un altro, sempre di questo comitato, hanno cercato di rilevare un difformità edilizia (sempre inventata) di cinquant'anni fa. E se non possono colpirti direttamente lo fanno contro tuoi familiari come è successo ad altro membro del comitato contro l'abusivismo edilizio.
Il comitato contro l'abusivismo edilizio ha il merito di aver scovato numerose illegittimità penali, amministrative e contabili degli uffici comunali del capoluogo berico. Sebbene con la sua azione abbia permesso alla municipalità di incassare una cifra pari 500.000 euro più euro meno, i suoi membri vanno puniti. “Che imparino a farsi gli affaracci loro!” Già, perché il comune di Vicenza è affare dei soli dirigenti comunali? Non voglio ovviamente generalizzare: le mie riflessioni riguardano l'edilizia privata e dintorni.
Il comune di Vicenza non ha soldi; a me sembra che non vada a prenderseli dove ci sono ed ha diritto di averli. Non mi riferisco all'evasione fiscale, argomento certo interessante, bensì sempre all'edilizia. Per edificare una casa bisogna pagare gli oneri di urbanizzazione ed un contributo del costo di costruzione: per l'industria c'è solo quest'ultimo gravame. L'importo di queste voci è fermo da circa vent'anni nonostante in questo periodo l'inflazione sia cresciuta di circa il 30%. Un enorme regalo agli speculatori a spese dei cittadini di Vicenza. Ma c'è un altra perdita consistente. Nell'area di via Vecchia Ferriera vi sono numerosi edifici che, approfittando del fatto che l'area è industriale, sono stati edificati pagando al comune, cioè a tutti noi, solo una spettanza pari al 10% del costo di costruzione. Di contrasto le attività installate in loco sono quasi tutte commerciali, ma non hanno corrisposto all'ente locale gli oneri di urbanizzazione, in questo caso dovuti (mediamente il 30% dei costi di costruzione). Così il nostro comune, cioè noi, non ha incassato centinaia di migliaia di euro, che non intende incassare.
C'è poi la questione della cosiddetta torre Girardi, la quale sorge a qualche centinaia di metri prima del casello autostradale di Vicenza ovest. La provincia lo ha dichiarato interamente abusivo con un provvedimento confermato presso i tribunali amministrativi; però il comune non lo demolisce prendendo a pretesto due perizie di comodo, una disposta per di più dallo stesso comune. Di più, sempre in riferimento alla vicenda della torre Girardi il comune di Vicenza non provvede nemmeno ad incassare quanto comunque gli spetta. L'assessore all'edilizia privata Pierangelo Cangini ha affermato con grande clamore che, essendoci degli abusi (bontà sua), incasserà ben 900.000 euro. Ma, secondo le leggi urbanistiche, spetterebbero al comune un bel po' di soldi in più. Anzi una montagna di soldi in più. Sei o sette milioni di euro; cioè il valore venale dell'edificio. Anche qui l'amministrazione rinuncia ai diritti di coloro che rappresenta, cioè sempre noi.
Quanto riportato ora in modo un po' generico per ragioni di brevità, è comunque il frutto di una analisi scrupolosa, corroborata da una documentazione completa. Ad ogni modo da questo quadro pur sommario e parziale, risulta l'impotenza, scelta liberamente, della magistratura vicentina e del comune di fronte ai poteri forti ed ai colletti bianchi. Ciò costituisce una grave ingiustizia ed iniquità, una negazione del principio di legalità e di uguaglianza di trattamento, ma è anche fonte di minor erogazione di servizi ai cittadini di Vicenza dovuta alle minori entrate a causa di queste acquiescenze rispetto ai desiderata dei vari potentati che trovano domicilio dentro e fuori i palazzi delle istituzioni. Ovviamente sono i cittadini a farne le spese. In termini di accesso agli asili nido e ai centri estivi; in termini di accesso alla assistenza domiciliare, di aiuto agli sfrattati ed alle famiglie in difficoltà sulla casa; in termini di accesso agli interventi per i giovani e per lo sport. Per caso tutti questi scompensi sono dovuti alla mancata acquisizione di quei fondi?
Abbiamo avuto la cosiddetta circolare Rossetto; una circolare diramata dagli uffuci tecnici municipali durante gli anni '90 e tenuta in piedi sino al 2002. Un provvedimento in forza del quale un dirigente, arrogandosi poteri che sono solo del consiglio comunale, ritenne di dare agli uffici tecnici medesimi disposizioni che consentivano di rovesciare le disposizioni del piano regolatore in fatto di distanze fra edifici vecchi e in edificazione. Costruire più vicino significa allargare la base degli immobili e quindi aumentare la cubatura. Migliaia di metri cubi abusivi sono stati fabbricati in questo modo, impunemente. E quando la magistratura ha inquisito quel dirigente non ha istruito un giudizio a tempi brevi ma ha atteso, atteso ed i reati considerati si sono prescritti.
Entrando in via Vecchia Ferriera dopo Ponte Alto, alla sinistra è in via di completamento un grande edificio che ammonta più o meno ad un volume di 60.000 metri cubi. L'ufficio del pubblico ministero ha tenuto nel cassetto per cinque anni la perizia, da lui disposta, che rilevava varie illegittimità. Avrebbe potuto intervenire quando si era alle fondamenta, ma ha atteso ingiustificatamente. I potenti proprietari del fabbricato ed i loro progettisti possono dormire tranquilli; tutto finirà nel fumo della prescrizione, se non interverrà prima qualche altro pubblico ministero.
A fronte di questo immobile ce n'è un altro (è il cosiddetto palazzo, ha un volume di 70.000 metri cubi) che è stato completato da quattro o cinque anni. Tale immobile è finito al centro di un processo penale sei anni dopo che il consulente del pubblico ministero aveva consegnato la relazione: sei anni di attesa ingiustificata e di cammino verso la prescrizione. Erano imputati i proprietari, i progettisti, un dirigente comunale Lorella Bressanello (moglie dell'ex sindaco Enrico Huellweck) e un altro dirigente del comune di Vicenza, Roberto Pasini: tutti assolti.
I giudici hanno negato l'esistenza del vincolo paesaggistico riconosciuto dalla Regione, autorità competente in materia, sulla base di un documento preparatorio del piano regolatore del 1979, ma poi superata dal testo del piano effettivamente approvato, che ad esso non fa alcun riferimento. Dunque con questa trovata all'italiana è caduta l'accusa. Inoltre i giudici hanno negato l'intenzionalità del dirigente. Costoro non sapevano, non volevano, non intendevano... «Ah,intendo, il suo cervel, Dio lo riposi,/in tutt'altre faccende affaccendato/a questa roba è morto e sotterrato...». Il resto ce l'ha messo la Corte d'Appello di Venezia che, a fronte del ricorso del Procuratore della Repubblica di Vicenza contro la inaccettabile sentenza assolutoria, non ha ancora fissato, a distanza di ben due anni, la data del processo.
Anche a Vicenza ci sono le vendette trasversali. Tu fai un esposto contro gli abusi di certi tecnici comunali? Ebbene loro ti puniscono con il potere che hanno. C'é stato il caso di una associata al comitato vicentino contro gli abusi edilizi alla quale è stato contestato un abuso (inestente) risalente al 1930... Ad un altro, sempre di questo comitato, hanno cercato di rilevare un difformità edilizia (sempre inventata) di cinquant'anni fa. E se non possono colpirti direttamente lo fanno contro tuoi familiari come è successo ad altro membro del comitato contro l'abusivismo edilizio.
Il comitato contro l'abusivismo edilizio ha il merito di aver scovato numerose illegittimità penali, amministrative e contabili degli uffici comunali del capoluogo berico. Sebbene con la sua azione abbia permesso alla municipalità di incassare una cifra pari 500.000 euro più euro meno, i suoi membri vanno puniti. “Che imparino a farsi gli affaracci loro!” Già, perché il comune di Vicenza è affare dei soli dirigenti comunali? Non voglio ovviamente generalizzare: le mie riflessioni riguardano l'edilizia privata e dintorni.
Il comune di Vicenza non ha soldi; a me sembra che non vada a prenderseli dove ci sono ed ha diritto di averli. Non mi riferisco all'evasione fiscale, argomento certo interessante, bensì sempre all'edilizia. Per edificare una casa bisogna pagare gli oneri di urbanizzazione ed un contributo del costo di costruzione: per l'industria c'è solo quest'ultimo gravame. L'importo di queste voci è fermo da circa vent'anni nonostante in questo periodo l'inflazione sia cresciuta di circa il 30%. Un enorme regalo agli speculatori a spese dei cittadini di Vicenza. Ma c'è un altra perdita consistente. Nell'area di via Vecchia Ferriera vi sono numerosi edifici che, approfittando del fatto che l'area è industriale, sono stati edificati pagando al comune, cioè a tutti noi, solo una spettanza pari al 10% del costo di costruzione. Di contrasto le attività installate in loco sono quasi tutte commerciali, ma non hanno corrisposto all'ente locale gli oneri di urbanizzazione, in questo caso dovuti (mediamente il 30% dei costi di costruzione). Così il nostro comune, cioè noi, non ha incassato centinaia di migliaia di euro, che non intende incassare.
C'è poi la questione della cosiddetta torre Girardi, la quale sorge a qualche centinaia di metri prima del casello autostradale di Vicenza ovest. La provincia lo ha dichiarato interamente abusivo con un provvedimento confermato presso i tribunali amministrativi; però il comune non lo demolisce prendendo a pretesto due perizie di comodo, una disposta per di più dallo stesso comune. Di più, sempre in riferimento alla vicenda della torre Girardi il comune di Vicenza non provvede nemmeno ad incassare quanto comunque gli spetta. L'assessore all'edilizia privata Pierangelo Cangini ha affermato con grande clamore che, essendoci degli abusi (bontà sua), incasserà ben 900.000 euro. Ma, secondo le leggi urbanistiche, spetterebbero al comune un bel po' di soldi in più. Anzi una montagna di soldi in più. Sei o sette milioni di euro; cioè il valore venale dell'edificio. Anche qui l'amministrazione rinuncia ai diritti di coloro che rappresenta, cioè sempre noi.
Quanto riportato ora in modo un po' generico per ragioni di brevità, è comunque il frutto di una analisi scrupolosa, corroborata da una documentazione completa. Ad ogni modo da questo quadro pur sommario e parziale, risulta l'impotenza, scelta liberamente, della magistratura vicentina e del comune di fronte ai poteri forti ed ai colletti bianchi. Ciò costituisce una grave ingiustizia ed iniquità, una negazione del principio di legalità e di uguaglianza di trattamento, ma è anche fonte di minor erogazione di servizi ai cittadini di Vicenza dovuta alle minori entrate a causa di queste acquiescenze rispetto ai desiderata dei vari potentati che trovano domicilio dentro e fuori i palazzi delle istituzioni. Ovviamente sono i cittadini a farne le spese. In termini di accesso agli asili nido e ai centri estivi; in termini di accesso alla assistenza domiciliare, di aiuto agli sfrattati ed alle famiglie in difficoltà sulla casa; in termini di accesso agli interventi per i giovani e per lo sport. Per caso tutti questi scompensi sono dovuti alla mancata acquisizione di quei fondi?
Fulvio Rebesani
Vicenza, 30 luglio 2010
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