(P.E.) Dopo 8 anni di iter l'Ulss 9 di Treviso ha aggiudicato ieri definitivamente la gara per la costruzione della «Cittadella della salute» (razionalizzazione dell'ospedale di Cà Foncello e riunificazione delle attività in città) all'associazione temporanea di imprese «Finanza e progetti», una joint venture vicentina creata nel 2010 da Palladio Finanziaria spa e dal gruppo internazionale Lend Lease per progetti in partenariato pubblico-privato. Con loro, per Treviso, anche la trevigiana Carron, la Siram, la Bilfinger Sielv Facility Management e la Tecnologie sanitarie. Come noto, “Finanza e progetti” era anche candidata a realizzare in “project financing” il nuovo policlinico di Padova, progetto ora tornato al punto zero o quasi.
LE CIFRE. L'importo dei lavori a Treviso è di 224 milioni (di cui 98 milioni sono quelli messi dal privato, il resto da Ulss e Regione). L'intervento è compreso in un accordo di programma fra Regione Veneto e Ministero della salute. Il contratto prevede progettazione definitiva ed esecutiva e realizzazione delle opere. In particolare sono previsti lavori per 3 anni, e una concessione per 20 anni con canoni per lavaggio e sterilizzazione (9 milioni), pulizie (6,2 milioni), ristorazione (9,1 milioni), manutenzione apparecchiature (4,3 milioni), manutenzione opere edili (1,9 milioni), servizio energia (11,8 milioni), più canone integrativo per la disponibilità di 3,3 milioni.
ALTRI OSPEDALI. Il Consiglio regionale ha deciso il futuro delle tre “sperimentazioni gestionali” in atto nella sanità veneta. Per l'ospedale riabilitativo di Motta di Livenza, polo ad alta specializzazione gestito da quasi vent'anni in forma mista pubblico-privata, l'Ulss 9 di Treviso liquiderà il partner privato (la casa di cura di Abano Terme) e affiderà la gestione a una società a partecipazione interamente pubblica, e per Cavarzere è approvata la proroga per altri tre anni la gestione mista in corso: la Giunta nominerà gli amministratori delle due spa. Per l''istituto Codivilla Putti di Cortina l'Ulss 1 di Belluno manterrà per 2,5 anni il 51% delle quote nella società mista pubblico-privata di gestione.
da Il giornale di Vicenza di giovedì 16-10-2014; pagina 8
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