sabato 20 febbraio 2016

Pd, scontro Bressa-Santini. Ma i circoli si ribellano

Il dato politico è uno: la segreteria cittadina del Pd di Antonio Bressa non è più unitaria. Si è formalizzata l’esistenza di una minoranza interna. Quella del cosiddetto “gruppo di Praglia”, guidato dal senatore Giorgio Santini, che ha messo nel mirino il giovane segretario renziano. L’altro dato politico è il grido che si leva dai segretari di circolo: «Basta con queste beghe, la gente non ci segue più. Il confronto si faccia negli organi di partito, non sui giornali o sui social network».

L’ultimo botta e risposta. Ma l’indignazione dei coordinatori dei circoli non basta a fermare lo stillicidio di documenti che ogni giorno si sprecano sulla polemica, nata dopo la spaccatura sul nuovo stadio Euganeo. «La reazione di Bressa al nostro documento è scomposta. E finge di non capire – si legge nella nota firmata dai 20 esponenti Praglia-dem – Le questioni poste non possono essere liquidate superficialmente con bugie e sufficienza». Cosa si contesta a Bressa? «In venti mesi dalla sconfitta alle comunali non è uscita nessuna proposta della segreteria cittadina. In più: indecisione, ambiguità, superficialità ed errori su temi strategici come nuovo ospedale e stadio Euganeo».

La replica di Bressa. Dal canto suo il segretario parla di «polemiche distanti dalla sensibilità di iscritti e elettori». «Ho invitato i firmatari di quel documento a incontrarci, sono disponibile al confronto – replica Bressa – Ma rifiuto categoricamente l’idea che la segreteria cittadina non abbia messo in campo le iniziative politiche di contrasto all’amministrazione».

Le origini della rottura. Una rottura che ha origini lontane. Tanto che i Praglia-dem parlano di una segreteria Bressa «nata in un momento storico in cui il Pd guidava Padova e che non ha ancora saputo prendere atto che dopo due pesanti sconfitte elettorali la situazione è radicalmente cambiata». Ma a Bressa si imputano diverse scelte contestate. Dall’intervento sulle candidature regionali fino alla famosa telefonata registrata per “incastrare” Piero Ruzzante nella lotta per le preferenze. Ma lo scontro non fa che anticipare i posizionamenti in vista delle prossime politiche (previste nel 2018 probabilmente con l’Italicum): da Santini che sgomita per il ruolo di capolista, cioè rielezione assicurata, ad Alessandro Naccarato che aspira alla deroga per il quarto mandato.

La voce dei circoli. In tutto questo la base assiste “percossa e attonita” al disgregarsi del partito. Raggiunti al telefono molti segretari di circolo ieri non hanno voluto commentare. «Preferisco che queste cose non escano sui giornali», dice Giorgia Cassano del centro. «Queste questioni devono restare all’interno del partito. Noi siamo impegnati sul territorio con molte azioni», aggiunge Lucio Belloni di Forcellini. «Sono convinto che questo dibattito debba restare dentro il partito. Ma spero ci sia anche una direzione», aggiunge Tommaso Maghini di Santa Croce. «Ci sono i luoghi e i momenti per risolvere i contrasti. Usiamo le nostre energie per contrastare Bitonci», riflette Enrico Beda, segretario della Mandria ma anche consigliere comunale. Dovendo tirare le somme, alla fine, su 16 circoli sono sei i segretari che hanno firmato il documento di Praglia. Anche se due (Intermite della Guizza e Maghini di Santa Croce) non avrebbero gradito il nuovo comunicato di ieri. Gli altri stanno con Bressa o non sono comunque schierati contro il segretario cittadino.

Zanonato e Sallustio. Non vuole entrare nella polemica l’ex sindaco Flavio Zanonato. Ma sollecitato a intervenire cita una frase di Sallustio: «Quando, molto tempo fa, con i giovani comunisti protestavamo davanti alla Zedapa, in via Gozzi, sui muri dominava una citazione del “Bellum Iugurthinum”: concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur». Tradotto: nell’armonia anche le piccole cose crescono, nel contrasto anche le più grandi svaniscono.

da Il Mattino di Padova del 20 febbraio 2015; pagina 22

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