(m.m.) La
finanziaria di fine anno ha segnato uno dei momenti di tensione più
acuta a palazzo Ferro Fini. La maggioranza di centrodestra capitanata
dal governatore leghista Luca Zaia ha dovuto faticare non poco per
portare a casa una legge contestata a più riprese, soprattutto per
le ricadute sul piano ambientale e urbanistico in ragione del
collegato alla legge stessa che contiene una serie di nuove misure
che secondo le opposizioni andavano trattate con una discussione ad
hoc, in un’altra sessione di lavori.
«Non
abbiamo parole per definire la scelta di un approccio del genere -
sbotta Romeo Scarpa, il vulcanico ingegnere che guida Italia Nostra
Treviso - il quale parlando del testo licenziato in Regione Veneto
parla di legge «elaborata nel peggiore dei modi e che sa di
marchetta nei confronti» di questo o quel consigliere di
maggioranza» il tutto «nel nome della confusione». Il presidente della
associazione puntando l’indice contro palazzo Ferro Fini parla di
cultura politica «di infimo livello» e ricorda che un approccio
molto simile fu scelto all’epoca della giunta forzista guidata
dall’allora
governatore azzurro Giancarlo Galan.
Dunque
Scarpa, entrando nel merito delle novità che sono state introdotte
per volontà della maggioranza come giudicate voi di Italia Nostra la
norma cucinata in Regione in tema di cave?
La
questione cave è una vergogna per il solo fatto che sono oltre 40
anni che non riescono ad approvare un legge quadro e siamo già sotto
sanzione dalla Comunità Europea perchè gravemente inadempienti. Con
la crisi edilizia e con l'eccesso di ghiaia proveniente dagli scavi
della Pedemontana Veneta: ben nove milioni di metri cubi che nessuno
vuole. Non ha alcun senso prorogare le concessioni a chi le ha già e
scava già sottofalda. Sono piaceri a grandi elettori che hanno alle
spalle una lobby potente che viene ricevuta con tutti gli onori a
palazzo Balbi. Siamo sul livello di Trump che nomina capo
dell'Ambiente quello che vuole far passare l'oleodotto a casa dei
Sioux su scala regionale. Marchette pure e semplici per conservare i
voti.
Sul
piano più specifico della urbanistica e della edilizia c'è qualche
cosa che vi preoccupa visto che la vostra associazione si occupa in
primis di tutela dei beni storici e paesaggistici? Se sì perché?
Un
esempio è un articolo del collegato, il numero 33, che prevede di
dismettere tutti i beni non funzionali delle Ulss per fare cassa e
far funzionare il sistema; scrivono una norma che tende ad esautorare
i Comuni da scelte importanti per cui con una semplice conferenza dei
servizi cambiano le destinazioni d'uso di intere aree anche se i
piani regolatori non lo prevedono. È una cosa gravissima. Siamo alla
deriva di ogni programmazione. In pratica “paroni a casa nostra…
ma la regione ‘ze parona de tuti”.
Ma
voi avete denunciato pubblicamente tutto cio?
Assolutamente
sì. Lo abbiamo pure spiegato sul
nostro portale. E con un linguaggio molto
genuino.
Ci
sono altri aspetti che vi preoccupano o ci sono altri ambiti in tema
di edilizia, urbanistica, ambiente, paesaggio e trasporti che la
regione avrebbe potuto riformare e che non ha riformato? Se sì
perché e quali novità auspicate in tal senso?
In
generale nella nuova disciplina votata a palazzo Ferro Fini tutto è
più o meno improntato al caos o alla deregulation. Anche alcune
sagge, anche se esigue, restrizioni della legge urbanistica 11 del
2004, vengono passo passo smantellate dal ricorso continuo a due
paroline tanto semplici quanto pericolose.
Quali?
Deroghe
e proroghe.
Che
impressione ne avete ricavato, non è mica possibile che tutti
tacciano o che tutti dormano. O no?
L’attuale
maggioranza si è fatta eleggere sfruttando una sorta di paura oscura
verso gli immigrati e di contestazione in nuce contro le pratiche
centraliste romane. Poi gestisce il potere come e peggio del sistema
romano. L'opposizione tendenzialmente dorme, salvo alcune rare
eccezioni, che però sono impotenti visti i numeri in ballo. Il
consigliere Sergio Berlato di Fdi, potente lobbista dei cacciatori fa
il bello ed il cattivo tempo e nella sua commissione,
Caccia-Pesca-Agricoltura, propone emendamenti che modificano il
perimetro dei parchi. Ormai sono addirittura saltati i freni
inibitori. Tutti pensano di poter far tutto. Siamo alla follia.
Intendete
inasprire la protesta? Non rischiate una battaglia donchisciottesca?
La
nostra associazione ha il dovere di continuare a denunciare, insieme
con altri, un sistema dove le cose si risolvono andando dal potente a
chiederle e non perché ne hai diritto. Al sud questo sistema si
chiama "mafia", da noi si chiama “cossa comanda sior
paròn”, ma è sempre mafia.
Epperò
di morti sul selciato non se ne vedono. Perché?
Mi
scusi, ma non è il pm palermitano Antonino Di Matteo a dire che la
mafia più evoluta ha
nel suo dna la ricerca di un rapporto di
pacifica convivenza con le istituzioni? Ma c’è qualcuno che per
convincersi ha ancora bisogno di coppola e lupara? Per cortesia.
Maggioranza
e giunta potevano invece occuparsi di più di altri aspetti?
Sì,
ovviamente
Ad
esempio?
Smog,
polveri sottili, stato delle acqua, terra. Invece in queste settimane
l’esecutivo ha reso ancor più ricchi certi agricoltori con la
ulteriore estensione della area del Prosecco doc. Tra un po’
saranno prosecchizzate anche le crode dolomitiche: tutto in nome “dei
schei”. Noi comunque a breve avvieremo iniziative specifiche sulla
Spv, sulla vicenda di Villa Emo, sul caso tangenziali venete, sullo
stato delle acque e sul parco della Storga. Dobbiamo farlo.
Nessun commento:
Posta un commento