«BpVi, la procura ha sbagliato a ricorrere». É questo il titolo scelto da Il Giornale di Vicenza di oggi, che in pagina 14 pubblica un lungo servizio di Diego Neri anticipato da un lancio in prima pagina che lascia poco spazio all'immaginazione: «La Cassazione striglia la procura». La vicenda è quella arcinota dell'aggressione al sequestro di una parte dei beni degli indagati per l'affaire Banca popolare di Vicenza. Il quotidiano berico riporta un passaggio preciso del pronunciamento della Suprema corte: Lo scrivono i giudici della quinta sezione penale della Cassazione: la corte, presieduta da Stefano Palla, il 30 ottobre scorso ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla procura berica contro il provvedimento del giudice che, in maggio, aveva disposto il sequestro di 106 milioni di euro nell'ambito dell'inchiesta sulla Banca popolare di Vicenza, si era al tempo stesso dichiarato incompetente per territorio, ordinando di trasmettere gli atti a Milano, dove ha sede la Consob. In gennaio, si legge ancora nell'approfondimento, la procura aveva chiesto il sequestro di 106 milioni di euro, in merito all'ipotesi di reato di ostacolo alla vigilanza di Consob, a carico della BpVi, dell'ex direttore generale Samuele Sorato e del suo vice Emanuele Giustini. Il giudice Barbara Maria Trenti, il 18 giugno, aveva depositato un provvedimento in cui concedeva il sequestro preventivo, non per equivalente, ordinando però la trasmissione degli atti a Milano perché ravvisava la competenza territoriale nel capoluogo lombardo, dove hanno sede alcuni uffici Consob. La procura non aveva eseguito il sequestro ritenendo il provvedimento abnorme. E aveva presentato ricorso. Una circostanza che aveva scatenato la furia e le ironie delle associazioni dei risparmiatori, ma soprattutto la stizza dell'Anm.
Nel rigettare il ricorso proposto dalla procura berica, che rifletteva il pensiero del procuratore capo Antonino Cappelleri, gli ermellini hanno dato torto alla procura di Vicenza. Il GdV spiega questo passaggio così: «I giudici romani hanno dichiarato inammissibile il ricorso poiché hanno sostenuto che il provvedimento del giudice non è abnorme. In una ventina di pagine hanno precisato le ragioni per le quali hanno considerato non corretto il ragionamento giuridico del procuratore: di fatto, hanno precisato che è possibile, contrariamente a quanto ipotizzato, disporre un sequestro e dichiararsi incompetenti per territorio. Perciò, la decisione del gip non è fuori dall'ordinamento».
Nel passaggio successivo, assai duro, vengono anche citati alcuni passaggi vergati direttamente dalla Suprema corte. A questo punto, «il pubblico ministero avrebbe dovuto porre in esecuzione la misura e, quindi, trasmettere gli atti all'ufficio del pubblico ministero presso il giudice competente», ovvero Milano, «adeguandosi alla pronuncia... dando seguito al siologico sviluppo del procedimento e dando altresì modo, a seguito di eventuale impugnazione da parte dei soggetti interessati, al tribunale del Riesame, ed eventualmente alla Corte di Cassazione, di pronunciarsi». La procura era «tenuta ad osservare i provvedimenti emessi dal giudice» e invece non lo ha fatto; sbagliando, per i giudici supremi. I quali, e questo è il passaggio che mette maggiormente in imbarazzo la magistratura vicentina, spiegano di non comprendere perché il pm abbia chiesto un sequestro e poi non lo abbia eseguito. Ad altri spettava, se del caso, impugnarlo.
Che cosa succederà a questo punto? Il Giornale di Vicenza tratteggia in questo senso uno scenario molto preciso. «Cosa accadrà ora? La settimana prossima è in programma un'altra udienza in Cassazione, per il ricorso presentato dal giudice di Milano, che una volta ricevuti gli atti si era detto a sua volta incompetente per territorio. La Suprema Corte dovrà decidere se il fascicolo per l'ostacolo alla vigilanza Consob ricada in Veneto o in Lombardia. Se tornasse a Vicenza, rientrerebbe probabilmente nel maxiprocesso che inizierà il 12 dicembre. In ogni caso, però, rimane il dubbio sui sequestri. Il provvedimento del giudice Maria Trenti, ora "riabilitato", è ancora valido? Deve essere rinnovato? E, adesso, cosa si può trovare in banca, dopo che il 25 giugno è stata posta in liquidazione coatta amministrativa da un decreto del governo?».
Marco Milioni
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