(m.m.) Oggi l'agenzia Lineanews ed il quotidiano Vicenzatoday.it affrontano il tema del cartello (una pratica contraria alla legge) in forza del quale alcuni bar del centro della città berica avrebbero in maniera sincronica alzato il prezzo del caffé dopo la serrata dovuta alla pandemia da Covid-19. La questione non è di poco conto soprattutto per l'endorsement politico che la giunta comunale di Vicenza distillò il primo maggio quando la protesta dei commercianti contro il governo per le imposizioni dovute al contrasto della epidemia incontrarono il favore della giunta e in particolar modo quelle dell'assessore al commercio Silvio Giovine il quale milita nella mini corrente di Fdi che fa capo all'assessore regionale veneto alla formazione Elena Donazzan: altro personaggio che ha molto appoggiato la protesta.
Tuttavia la rogna è tutta in capo a Giovine perché sua è la delega al commercio. Se il suo referato non dovesse condannare in maniera draconiana l'alterazione dei prezzi (e soprattutto se non dovesse mettere in campo ogni sforzo per identificare i colpevoli con nomi e cognomi) da parte dei furbetti dello scontrino, sarebbe l'intera giunta (capitanata dal sindaco Francesco Rucco) ad esporsi rispetto ad una accusa di connivenza con un comportamento considerato deprecabile dalla opinione pubblica.
Per amore di precisione (me lo ha chiesto cortesemente il titolare del bar Venti5 di Vicenza in piazza dei Signori) faccio presente che lo scontrino usato nella generica a corredo di questo post è riferito ad un caffé consumato al tavolo. Nel mio corsivo mai peraltro si è sostenuto il contrario, anzi mai è stato fatto alcun riferimento a quel bar: ma siccome con molta gentilezza mi è stato chiesto di evidenziare questo aspetto, ecco accontentata la richiesta.
Tuttavia la rogna è tutta in capo a Giovine perché sua è la delega al commercio. Se il suo referato non dovesse condannare in maniera draconiana l'alterazione dei prezzi (e soprattutto se non dovesse mettere in campo ogni sforzo per identificare i colpevoli con nomi e cognomi) da parte dei furbetti dello scontrino, sarebbe l'intera giunta (capitanata dal sindaco Francesco Rucco) ad esporsi rispetto ad una accusa di connivenza con un comportamento considerato deprecabile dalla opinione pubblica.
Per amore di precisione (me lo ha chiesto cortesemente il titolare del bar Venti5 di Vicenza in piazza dei Signori) faccio presente che lo scontrino usato nella generica a corredo di questo post è riferito ad un caffé consumato al tavolo. Nel mio corsivo mai peraltro si è sostenuto il contrario, anzi mai è stato fatto alcun riferimento a quel bar: ma siccome con molta gentilezza mi è stato chiesto di evidenziare questo aspetto, ecco accontentata la richiesta.
Io ho lavorato come dipendente e come autonoma, pochi capiscono i problemi dei piccoli autonomi...esempio, se prima i bar facevano 100 caffè, ora con il distanziamento ne fanno 50 ed i costi di gestione sono gli stessi. Chi pensava che il Covid ci avrebbe migliorato, di fatto ci ha peggiorato, grazie anche alla parzialità di questo governo di incompetenti! Paola Farina (non so se il mio nome appare, ma io firmo sempre con il mio nome e cognome!
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