«Le società estere di Massimo Malvestio, per anni legale del presidente veneto: una rete di fondi maltesi con clienti anonimi. Che investono in Italia. Nelle autostrade dei Benetton». Questo è uno dei primi passaggi dell'inchiesta pubblicata da l'Espresso che sarà in edicola domani 15 agosto. E che potrebbe mettere in grande imbarazzo la politica veneta. Il settimanale rimarca come Malvestio, questa di fatto l apremessa della narrazione, si sia trasferito nello stato insulare dell'omonimo canale a scavalco tra il 2013 e il 2014.
Lì, sempre secondo il settimanale, il noto professionista trevigiano avrebbe dato vita ad un network «di fondi d'investimento e società finanziarie che gestiscono patrimoni privati per oltre 400 milioni di euro». Quando l'avvocato della Marca manifestò la sua intenzione di abbandonare il Belpaese lo stesso governatore Zaia, si legge ancora, diede contezza in questo modo in una intervista al Mattino di Padova il suo rapporto molto stretto con il legale: «Continuerò a rompergli le scatole a Malta. Massimo Malvestio era e resterà il mio riferimento giuridico». Parole che confermano ancora una volta la nomea di spin doctor di Malvestio per le questioni legali del governatore.
Ma c'è di più. Se si continua a compulsare il testo del servizio si può leggere come la documentazione esaminata dall’Espresso in forza del lavoro svolto dal consorzio internazionale per il giornalismo investigativo Icij, mostri come «le finanziarie maltesi di Malvestio, costituite a partire dal 2009, sono state utilizzate per acquisire consistenti partecipazioni in grande aziende italiane controllate da imprenditori del Nordest. Dal Veneto al Veneto, via Malta».
Tuttavia la ricostruzione messa nera su bianco da l'Espresso rende più cupa la vicenda narrata allorché la storia testata romana fa un riferimento all'affaire Caruana Galizia. «Dopo una lunga e prestigiosa carriera nella regione tra politica, società pubbliche, banche e imprese private, l'avvocato fondatore dello studio Bm&a di Treviso - narra l'espresso - è diventato un grande sponsor di Malta, che ha difeso perfino all'indomani dell'omicidio-choc della giornalista Daphne Caruana Galizia». Appresso c'è un altro passaggio non di poco conto dacché il servizio spiega come intervistato dal Gazzettino di Venezia il 18 ottobre 2017, Malvestio si lanciò in una difesa d'ufficio di uno Stato descritto come un paradiso fiscale. «Quale corruzione? Malta - così l'Espresso rilancia le parole del Gazzettino - è un'isola felice. Qui si vive benissimo. Il delitto è maturato nell'ambito del traffico di droga e petrolio. Lo Stato non c'entra nulla».
Il periodico romano poco appresso aggiunge altri dettagli rimarcando come in seguito le indagini, lunghe e sofferte, abbiano di contro dato contezza di quello che viene definito come un «l'intreccio mortale tra politica, corruzione e affari sporchi». Ma perché l'Espresso giunge a questa conclusione? A spiegare tutto è il passaggio successivo dell'approfondimento. Nel quale si legge che dopo «l'arresto dei tre presunti esecutori e di un intermediario, che ha confessato, l'inchiesta» abbia persino coinvolto uno dei businessman più ricchi di Malta. Si tratta di «Yorgen Fenech, incriminato come mandante dell'omicidio». Secondo il settimanale peraltro la giornalista assassinata era stata la prima a pubblicare notizie suò conto di una «anonima società offshore controllata da Fenech, chiamata Black 17, che ha versato tangenti su conti esteri di cui risultano beneficiari due ministri del governo maltese, che si sono dimessi per lo scandalo».
La lunga inchiesta de l'Espresso però va oltre e aggiungendo un ulteriore tessera al puzzle sottolinea come i documenti maltesi in qualche modo ora mostrino come «tutte le società finanziarie dell'avvocato Malvestio hanno la sede legale al quattordicesimo piano della Portomaso Business Tower: il grattacielo più alto dell'isola. Che appartiene proprio a Yorgen Fenech». Il che secondo l'Espresso sarebbe indice ed «emblema della potenza economica del suo gruppo Tumas, controllato da decenni dalla sua famiglia e intitolato al nome del nonno». Ma non è finita. Nell'anteprima del servizio de l'Espresso la quale sta facendo anche il giro di parecchie agenzie di stampa, si legge anche che «Yorgen Fenech, che respinge ogni accusa, è stato arrestato il 20 novembre scorso mentre cercava di scappare da Malta con il suo yacht». E ancora il pomeriggio precedente, sempre secondo la testata romana Fenech si sarebbe dimesso «dalle cariche di vertice del gruppo, dove è stato sostituito dal fratello» mentre pochi giorni dopo «sarebbe stato rilasciato su cauzione, tra le proteste dei familiari della giornalista assassinata e di tutta l'opposizione». Il servizio si chiude poi con un passaggio su Malvestio, nel quale si dà conto di come oggi lo stesso Malvestio appaia «deluso» dallo stato isolare mentre le carte del consorzio investigativo menzionate dal settimanale indicherebbero come il professionista progetti «di trasferirsi con tutte le sue attività in un altro paradiso fiscale europeo: Montecarlo». Ad ogni modo a palazzo Ferro Fini si vocifera che il servizio de l'Espresso è destinato a fare molto, molto calmore: soprattutto per la vicinanza, mai negata dai due, di Zaia a Malvestio.
Marco Milioni
Nessun commento:
Posta un commento