Alla fine anche Susanna Camusso si è dimostrata per ciò che è realmente, una protesi, ancorché assai sofisticata, dei veri poteri forti. In questo senso la vicenda degli accordi sindacali "truffa" è la spia di questa situazione che per di più è stata egregiamente descritta da Luca Telese su Il Fatto di oggi a pagina 10: la Camusso probabilmente se ne sarà fatta una ragione, ma avere ridotto la Cgil al rango di buttafuori confindustriale farà ribollire il sangue a più di qualche iscritto. E non mi stupirei se prossimamente Fiom e sindacati di base dovessero saldarsi. Frattanto tutto questo lavorìo più o meno di corridoio non è che il prodromo della discesa in campo della squadra che fa idealmente riferimento al "duodeno" Marchionne Montezemolo. Quest'ultimo sta preparando la sua discesa in campo e quindi sta chiedendo ai suoi sgherri, vecchi e nuovi, a destra come a sinistra, di sgomberare il terreno perché anche in Italia, dopo le miserie di Berlusconi, si possa definitivamente insediare quel regno della finanza internazionale che in Berlusconi e nel suo calderone mediatico non vedeva un oppositore, bensì uno scomodo quanto importuno concorrente. E sulla Tav il discorso è analogo. Basti pensare che uno dei dacani dell'intellighezia padronale di sinistra come Furio Colombo su ilfattoquotidiano.it ha dovuto ammettere che nessuno è riuscito a dimostrare l'infondatezza delle ragioni dei No Tav, ma che questa va fatta. Siamo all'atto di fede nei confronti del progresso sempre e comunque. I limiti antropologici e culturali del nostro modello di sviluppo stanno saltando fuori uno ad uno in bell'ordine ma per lorsignori the show must go on. C'è da stare allegri. «Non avrai altro dio all'infuori di me» diceva uno una volta. Non ricordo più però se fosse un comandamento o una clausola contrattuale.
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