Rispondere a qualcuno parlando d´altro e facendo finta di non capire. È esattamente quello che ha fatto il nuovo Amministratore unico di Aim, Paolo Colla, rispondendo all´intervento del senatore Giuliano Zoso. Se questi sono gli inizi, siamo proprio messi bene! Colla rivendica: le Aim sono l´azienda dei vicentini, hanno al loro interno professionalità di alto profilo, queste non sono venute meno neppure durante la gestione Rossi eccetera. Tutto questo non c´entra proprio nulla con quanto affermato dal senatore Zoso, che, anzi, è con queste osservazioni del tutto d´accordo.
Colla queste cose vada a dirle al sindaco Variati, che sull´attacco alla gestione Rossi ha costruito gran parte della sua vittoria alle elezioni amministrative. Il sindaco, ed è questo, a mio parere, che intendeva il senatore Zoso, dovrebbe spiegare ai cittadini come mai Dario Vianello è stato nominato direttore generale di Aim lo stesso giorno della nomina di Colla, proprio quel Dario Vianello che era il facente funzioni del direttore generale voluto da Rossi, ha partecipato a tutte le scelte, di tutte le scelte è stato corresponsabile senza mai un´obiezione, un´osservazione, un distinguo, una critica.
Allora Colla dovrebbe porre al sindaco questo quesito: o la gestione Rossi è stata delinquenziale, come sostenuto dal Variati, e allora io ho nominato la persona sbagliata nel posto sbagliato. O abbiamo fatto la scelta giusta e allora sarebbe magari il caso di cominciare a dire ai cittadini la verità, tenendo fuori le Aim dai giochi della politica politicante. Zoso opta per la seconda soluzione ed è per questo che plaude alla rinomina del Vianello. Io, invece, rimango in attesa che il sindaco dica qualcosa uscendo dall´ambiguità. La sensazione, non solo mia, è che la nomina Colla-Vianello sia un´altra delle scelte prese senza render conto ai cittadini delle decisioni che si prendono. Quando Variati nominò Fazioli, grande fu la enfasi sul tecnico, sull´esperto, sul professionista. Grandissima fu la enfasi sulla sua scelta di fondo, l´«in house».
Sono passati tre anni, il grande esperto è stato mandato a casa sua senza tanti riguardi e si dice che la scelta «in house» è stata sbagliata. Si torna indietro. Ma se era sbagliata, quella scelta i suoi danni li ha fatti oppure no? Ma lo sa il sig. Sindaco che lavorare «in-house» vorrebbe dire in italiano lavorare in casa e non affidare con l´artifizio delle Aim i lavori ad imprese esterne, come è accaduto per l´asfaltatura delle strade, per esempio; le Aim, quali procedure amministrative hanno applicato per l´ affidamento dei lavori, magari spacchettandoli con importi sotto soglia e procedere con "procedure negoziate"? Mi pare che si parlasse di un milione di euro per la rimessa in ordine delle strade comunali; quanto avremmo risparmiato con l´affidamento diretto alle imprese come ai tempi di Lino Zio? Personalmente ho visto finitrici, rulli compressore, autocarri, scarificatici, materiale bitumato e perfino scritte sulla tuta degli operai, il nome della ditta: ma i lavori non erano in house? Il senatore Zoso ha posto anche il problema della piattaforma di Marghera che rimane più che mai aperta, specie dopo le ultime rivelazioni di Gianni Giglioli. Ma preliminarmente bisogna dare una risposta a quanto sosteneva Bordin, e cioè che, dopo il via libera ambientale della Regione, la gestione pubblica, la sola che può dare tutte le garanzie di una piattaforma del genere, nel Veneto industrializzato potrebbe essere un affare. O vogliamo rinunciarvi a cuor leggero per farvi una banale speculazione immobiliare? Colla dice di non accettare «sospetti, insinuazioni e sottintesi». Se le risposte che egli dà (o meglio non dà) sono quelle dell´intervento cui mi riferisco, è normale, è pacifico, giusto e fisiologico che nascano sospetti e insinuazioni. Parli chiaro, dia risposte. Si è scelto Vianello come direttore generale. Vianello sa tutto. Lo adoperi. Si faccia raccontare. E poi, magari, qualcosa racconti anche a noi.
Alberto Zocca
da Il Giornale di Vicenza del 27 ottobre 2011, pagina 58
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