Adesso che Vito Gamberale fa davvero capolino in autostrada Serenissima, pronto a mettere sul piatto 100 milioni per rilevare il 13% dai tre enti locali di Padova e Vicenza, il famoso Polo autostradale del Nord comincia a diventare un po' meno chiacchiera e un po' più progetto vero. Il fondo F2i ha presentato offerta non vincolante chiedendo una spalmatura sui tempi di pagamento delle azioni, ma tutto lascia intendere che l'operazione si chiuda: di questi tempi non pare vero a Flavio Zanonato, a Barbara Degani o ad Achille Variati di poter incassare cifre che oscillano fra i 30 e i 45 milioni di euro. E una rapida ricognizione suggerisce che neanche la macchinosa procedura sul diritto di prelazione fra i soci attuali possa rappresentare un ostacolo: gli azionisti pubblici non hanno soldi, gli unici a poter intervenire teoricamente sono Astaldi (8,6%) e Intesa Sanpaolo (32%). Ma il costruttore romano, che ieri ha annunciato una grande commessa in Perù, appare molto impegnato (anche finanziariamente) sullo scenario internazionale. E Intesa, se agisse comprando le azioni destinate a F2i, farebbe un'azione di disturbo che appare improbabile. Il fondo guidato da Gamberale è infatti partecipato al 15% dallo stesso gruppo bancario. Un link che annuncia collaborazione, non ostilità...
Così sta per prendere corpo una Serenissima a pieno controllo privato (ormai siamo al 54% senza contare i soci minori) che vede protagonisti gli stessi soggetti attivi sugli altri fronti delle concessionarie autostradali. Qualche esempio? Intesa, tramite la sua banca specializzata Biis, ha il 40% della Brebemi ed è ben presente in Tem e Pedemontana Lombarda, che a sua volta è controllata dalla Milano-Serravalle. Cioé la concessionaria nel mirino di F2i, che ha avanzato un'offerta sul 18% detenuto dal Comune di Milano. E tanto per aggiungere connessioni su connessioni, la Milano-Serravalle è socia (in uscita) del 5,3% della Serenissima. Componendo tutti i tasselli, comincia ad essere un po' meno fantascienza il disegno, per niente occulto, di costruire un grande polo autostradale lombardo-veneto. Il tentativo è di semplificare il quadro delle concessionarie italiane - ventiquattro società rappresentano l'ennesima anomalia nazionale nel panorama europeo - e una fusione tra le realtà più remunerative può far nascere un gestore in grado di giocarsi le partite più grosse. Il tutto senza emarginare gli enti pubblici azionisti. Questo è il disegno dichiarato di Intesa, che intende ritagliarsi un ruolo di regista. Bisognerà vedere, fra le altre cose, se tutto questo coinciderà con desideri e atteggiamenti di Vito Gamberale, personalità forte e manager con esperienza specifica alle spalle (è l'ex ad di Autostrade).
È certo comunque che la platea in Serenissima si sta semplificando: con una quota complessiva del 22-23%, la pattuglia dei soci pubblici si riduce sostanzialmente al sistema Verona (Provincia e Comune), alla Provincia di Brescia e quella di Vicenza, che esprime il presidente Schneck. Qualcuno riparla di una newco che racchiuderebbe queste partecipazioni, ma l'ipotesi si fa sempre più remota visto che manca il più volte invocato sostegno finanziario della Fondazione Cariverona, ora alle prese con ben altre faccende (Unicredit).
La stretta attualità riguarda anche l'aumento di capitale dentro Serenissima, giunto al secondo round: i quattro soci pubblici rimasti sono intenzionati a sottoscrivere entro la data fissata del 14 novembre prossimo (ed entro il 31 ci sarà il termine per l'inoptato) e con l'impegno dichiarato di F2i le ultime previsioni sono di un'adesione al 70% circa, considerata buonissima visti i tempi e le incertezze.
Intanto, la società è impegnata nel rastrellamento delle risorse per il completamento della Valdastico Sud e delle altre opere più imminenti: a breve sarà lanciato una gara ad evidenza pubblica (è una delle prescrizioni della famosa convenzione, finalmente pubblicata in Gazzetta Ufficiale) per il finanziamento di 800 milioni. Vista la difficilissima situazione, Serenissima chiamerà la Cassa depositi e prestiti a partecipare all'operazione.
Claudio Trabona
da Il Corriere del Veneto, edizione di Vicenza del 5 novembre 2011; pagina 17
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