Il bel giocattolo va alla rottamazione. Per Sinergie Italiane è stata annunciata l'eutanasia. Il 28 marzo scorso l'assemblea dei soci ha deliberato la ricapitalizzazione della società specializzata nell'acquisto di gas dai grandi operatori. Ieri i soldi sono stati versati ed è stata anche comunicata la data del 13 aprile come ultimo atto: in quella data si voterà, in una nuova assemblea, per la liquidazione in bonis. Ognuno andrà per conto suo, come voleva da mesi Iren e come di recente aveva deciso di fare anche Ascopiave, la utility trevigiana che aveva partorito questa creatura durante la gestione Salton. Ora, cambiati i vertici in modo traumatico (è noto il contenzioso in corso con l'ex presidente) c'è la volontà di smontare quanto costruito in passato e di voltare pagina.
L'operazione è piuttosto dolorosa. Come noto, Sinergie Italiane ha chiuso il proprio bilancio 2011 con una perdita di 92 milioni, riconducibile sostanzialmente al crollo dei prezzi internazionali del gas lo scorso anno, mentre invece faceva il proprio corso il maxi-contratto take or pay con Gazprom, a condizioni nettamente più onerose, per la fornitura di un miliardo e mezzo di metri cubi di gas all'anno fino al 2021. La perdita secca ha già avuto riflessi sul bilancio Ascopiave, che ha dovuto ridurre drasticamente l'utile dello scorso esercizio e rinunciare alla distribuzione del dividendo. Con la ricapitalizzazione, i soci di Sinergie hanno sborsato pro quota: nel caso di Ascopiave si tratta di circa 25 milioni e per effetto della mancata partecipazione di un paio di soci minori (Alto Milanese Gestioni Avanzate e Utilità Progetti e Sviluppo) la quota è salita al 30,94%.
Stessa percentuale per Iren e Blugas. Con il versamento, la perdita è stata ripianata, il capitale sociale azzerato e ricostituito al valore nominale di un milione di euro. Cosa succede adesso? La messa in liquidazione non dovrebbe creare ulteriori danni alle singole multiutility che hanno partecipato all'avventura. Ma del contratto con Gazprom non ci si potrà liberare: con ogni probabilità, sarà «smontato» e diviso proporzionalmente alla partecipazione di ciascuno nel capitale di Sinergie Italiane. Per Ascopiave, quindi, si tratterà di 500 milioni di metri cubi di gas all'anno. E il nodo sarà il prezzo, che dovrà essere rinegoziato col gigante russo, pena il rischio di ulteriori perdite future. «Si è messo molto in risalto ciò che è successo in Sinergie Italiane - annota Flavio Battista, amministratore delegato ormai in uscita - senza tener conto di una situazione generale di mercato che ha penalizzato in modo notevole tutti gli operatori dello stesso segmento in Italia». Ma tant'è. In questi casi mal comune è difficilmente mezzo gaudio e il consorzio di acquisto viene sciolto. A meno che qualche soggetto industriale, a sorpresa, non si faccia avanti per acquisirlo.
Claudio Trabona
da Il Corriere del Veneto del 5 aprile 2012, edizione di Vicenza; pagina 19
Nessun commento:
Posta un commento