La crisi si affaccia sulle vetrine del salotto buono di Vicenza. Colpendo quella fascia che sembrava non essere sfiorata dal buco nero: il lusso o, comunque, l'alta gamma. È cassa integrazione nei negozi di abbigliamento del marchio Bruschi, nel cuore storico di Vicenza, ma anche da «Catalina», che vende scarpe «Tod's» e altri brand di fascia alta. «C'è una recrudescenza della crisi, nel commercio - conferma la segretaria della Uil vicentina Grazia Chisin - fanno cassa anche concessionari come Galvauto e Fattori, oltre a catene di abbigliamento di fascia più bassa e pure negozi storici, come la Pasticceria Venezia in centro».
Nelle scorse settimane «Bruschi» ha firmato la cassa integrazione in deroga «per tutti e 26 i dipendenti dei tre negozi di Vicenza e per quello di Costabissara - spiega Chisin - la cassa è a rotazione a seconda delle esigenze, quello che colpisce è che si tratta di punti vendita con prodotti di qualità superiore e prezzi conseguenti.
Anche chi aveva ed ha redditi e capacità di spesa elevati ora spende meno». Il punto vendita di corso Palladio, dove ieri non vi sono state risposte alla richiesta di un commento, starebbe tra l'altro per essere ceduto. In realtà Bruschi è solo uno dei tanti: «È stata firmata da poco una cassa integrazione anche per i dipendenti della boutique Loriet di Camisano. La catena aveva già chiuso nel 2011 una filiale alle Piramidi, a Torri - prosegue Chisin - E il brand Catalina, presente in centro a Vicenza con tre negozi e una quindicina di addetti, ha firmato un analogo ammortizzatore sociale con un'intesa nazionale. Ma la tendenza negativa è nel commercio in generale, anche in negozi storici: alla pasticceria Venezia si fa cassa a rotazione per i tre dipendenti». Ampliando la prospettiva, sempre all'interno del settore commerciale, il sindacato Uil TuCS (commercio e terziario) ha firmato da poco accordi di cassa in deroga a rotazione nei concessionari Galvauto e Fattori Motors, e un contratto di solidarietà nella catena di concessionari Ceccato & Zanini. «Sul mercato dell'auto hanno influito anche i controlli della Guardia di Finanza - spiega la sindacalista - c'è più incertezza, chi può farlo ci pensa prima di spendere decine di migliaia di euro per un'auto di alta gamma.
Anche nei negozi di lusso ha influito molto l'incertezza generale del Paese».
Secondo la segretaria Uil pure il ceto medio-alto «riflette prima di fare delle spese e di comprare un paio di scarpe o una borsa che costino più di tre o quattrocento euro, perché pure per loro i profitti si sono ridotti».
Per Chisin è possibile anche una lettura legata all'utilizzo di denaro in contanti: «Prima si pagava spesso in parte in contanti e in parte con la carta di credito, sia nell'acquisto di auto che di prodotti di lusso. Ora non più. Il calo potrebbe in parte essere dovuto anche a una diminuzione dell'impiego di "nero"». Il momento negativo è comunque generale, come dimostrano altri accordi per ammortizzatori sociali di recente siglati nel Vicentino nel commercio. «Al "Dinosauro" di Bassano è stata firmata un'intesa che riguarda una trentina di persone, e nella catena Conbipel c'è stata una mobilità incentivata in base ad un accordo nazionale». Il marchio conta cinque negozi, in provincia. Sempre a Bassano di recente un altro accordo, con contratto di solidarietà e alcune mobilità di personale vicino al pensionamento, è stato siglato dalle organizzazioni sindacali con un autentico «big» del comparto commerciale, l'azienda Pengo, grossista che conta 245 dipendenti.
Andrea Alba
da Il Corriere del Veneto del 15 luglio 2012, edizione di Vicenza; pagina 6
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