Marino Massimo De Caro, l'ex direttore della biblioteca dei Girolamini di Napoli, reo confesso di avere trafugato centinaia di libri antichi, ha commesso furti anche in altre importanti biblioteche italiane, tra cui due venete, Padova e Verona, spesso insieme con l'avvocato e bibliofilo di origini francesi Stephane Delsalle, arrestato nei giorni scorsi. Lo si evince dall'ordine di custodia cautelare notificato a Delsalle e ad altre tre persone, tra cui l'ex conservatore del complesso dei Girolamini, padre Sandro Marsano. De Caro ha spiegato al procuratore aggiunto di Napoli Giovanni Melillo e ai sui sostituti, che lui e Delsalle hanno saccheggiato, in particolare, la biblioteca dell'Istituto Don Provolo di Verona negli anni '99-2000. Poi la biblioteca capitolare di Padova, tra 2003 e 2005. Ancora, quella del seminario di Verona nel 2009 o nel 2010 e, infine, quella dell'abbazia di Montecassino a più riprese, dopo la nomina di De Caro a consigliere dell'allora ministro per i Beni culturali, Giancarlo Galan. Proprio in veste di consigliere ministeriale, De Caro, facendosi precedere da una telefonata dei vertici del dicastero, ha visitato la biblioteca Nazionale di Napoli, approfittandone per rubare un esemplare del Sidereus Nuncius di Galileo Galilei, sostituendolo con un fac-simile. De Caro ha confessato di avere portato a Monaco di Baviera circa 450 volumi presi dalla biblioteca dei Girolamini, perché fossero venduti all'asta da Zisska & Schauer: come anticipo sulla vendita ricevette circa un milione di euro. Ai pm che gli chiedevano di che libri si trattasse, l'ex direttore ha risposto: «Sicuramente c'erano degli erbari, libri di zoologia, libri di fisica, c'era il Vietti di matematica, il primo libro sull'agopuntura cinese e pure il primo libro sulla pazzia scritto nel Settecento e pubblicato a Firenze in due volumi, il Fermat del Cinquecento». I furti commessi da De Caro sono stati ricostruiti anche in una ricerca dal professor Nick Wilding, docente presso la Georgia State University.
da Il Corriere del Veneto del 6 ottobre 2012; pagina 2
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