«I reflui, come tutti sanno non sono entro i limiti per l'acqua potabile fissati dall'Istituto superiore della sanità, ovvero l'Iss e la Regione veneto nel 2015, ma per quelli relativi agli scarichi industriali che allora beneficiarono di un aumento di tolleranza fino a 3030 nanogrammi su litro. Malgrado ciò concerie e Miteni hanno fatto ricorso al Tar perché tali limiti vengano alzati». Usa toni durissimi il dottor Giovanni Fazio, uno dei volti più noti di Cillsa, l'associazione arzignanese che da anni si batte per le ragioni dell'ambiente nel replicare ad una recente nota della Miteni nella quale i vertici aziendali rassicuravano la popolazione circa la correttezza della società in materia di scarichi.
Il dispaccio di Cillsa, diramato da Fazio durante la giornata di ieri però entra nello specifico e punta l'indice dritto contro la fabbrica trissinese, da anni al centro di un caso di contaminazione da derivati del fluoro, i Pfas, che interessa il Veneto centrale: «Sebbene Miteni - si legge - asserisca che da sei anni produca solo Pfas a catena corta, rispettando tutti i limiti e le norme di sicurezza previste dalla Regione Veneto, i Pfas a catena corta sono apparsi abbondantemente nell'acquedotto di Longo... come mai? Da dove sono arrivati? La loro presenza negli acquedotti significa solo che la Miteni sta continuando a inquinare la falda e che altrettanto stanno facendo coloro che adoperano i suoi prodotti. L'inquinamento pertanto non è un fatto che riguarda antichi inquinatori, ma un fatto che continua ininterrottamente fino ai giorni nostri con documenti incontrovertibili quali le bollette di Acque del Chiampo».
E la nota di Cillsa prosegue: «La documentazione di Arpav dovrebbe determinare una rapida ispezione degli scarichi a piè di fabbrica alla Miteni, nelle concerie, nonché presso i depuratori della zona. Mentre si deve valutare il blocco degli stessi in caso di positività dei riscontri. Poichè nessuno si muove - argomenta fazio - è chiaro che ci sono omissioni gravissime di tutte le istituzioni che dovrebbero controllare e agire, soprattutto in presenza di un disastro ambientale. Viviamo in un regime di omertà, di inandempienza dei doveri d'ufficio, di menzogne amplificate da Il Giornale di Vicenza. Siamo in presenza della pistola fumante nelle mani degli inquinatori e dobbiamo sorbirci questi comunicati impudenti mentre veniamo avvelenati con Pfas vecchi e nuovi». In questo senso Fazio fa riferimento ad un recente incontro organizzato con la cittadinanza di Arzignano svoltosi il 23 di ottobre: «La sala che ci ha ospitato era gremitissima oltre ogni previsione - precisa il portavoce di Cillsa - tanto che non è riuscita a contenere tutti gli intervenuti». Fazio parla anche dell'avvio di una raccolta firme per una «Arzignano a zero Pfas».
Preciso che non sono il presidente di CiLLSA in quanto la nostra associazione non prevede questa carica ma solo due portavoce che sono attualmente Donata Albiero e Walter Rasia Dani. Inoltre il commento al post di Marco Milioni è stato concordato con i portavoce suddetti. Preciso anche che nella serata del 23 ottobre è stato smentito platealmente il sindaco di Arzignano Giorgio Gentilin che assimilando l'acqua dell'acquedotto di Arzignano all'acqua oligominerale potrebbe avere indotto tante donne in gravidanza a bere l'acqua dell'acquedotto, mettendo le stesse, ma soprattutto i nascituri a serio rischio di contaminazione da PFOA, presente nell'acqua di Arzignano con 46 ng/litro. Per ultimo, è stata lanciata con successo la campagna per la costituzione di un COMITATO ZERO PFAS con l'immediata adesione di numerosi cittadini presenti.Ringrazio Marco per avere dato pubblicirà alla nostra serata e alle nostre iniziative per dare agli arzignanesi acqua veramente esente da inquuinamento da PFAS.
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RispondiEliminaCaro Marco, Ti ringrazio per la visibilità data alla nostra assemblea di Arzignano . Preciso che Titta (Giovanni Fazio), in seno all'esecutivo dell'associazione , è l'addetto alla Stampa e alla Comunicazione
RispondiEliminaGrazie della segnalazione. Come da accordi ho provveduto a correggere. Purtroppo avevo pubblicato la prima stesura del post e non la versione corretta che riportava la dicitura usata nella versione che potete leggere... Pardon...
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