«Anziché cercare puntare il dito sui candidati degli altri partiti il Movimento Cinque Stelle farebbe bene a guardare in casa propria. La scelta di candidare l’avvocato Andrea Arman è a dir poco imbarazzante». Comincia così un comunicato diramato poco fa dal consigliere regionale veneto del Pd Andrea Zanoni. Il quale punta l'indice contro una delle figure più in vista tra quelle designate per i collegi uninominali del Veneto. Il j'accuse deriva da una ammenda in sede disciplinare che Arman, così sostiene Zanoni, ha patito sul finire degli anni '90.
«Prima di preparare dossier sui candidati degli altri partiti - si legge ancora nella nota - cercando con il lanternino dichiarazioni o comportamenti imbarazzanti, credo che il Movimento 5 Stelle dovrebbe prima guardare in casa propria». Zanoni prende spunto per queste affermazioni dalla vicenda delle direttive che il responsabile della comunicazione del M5S avrebbe impartito ai candidati. Questo almeno si apprende da alcuni servizi pubblicati oggi sui , consigliere regionale del PD, a proposito delle direttive del responsabile comunicazione ai militanti pentastellati veneti, apparse oggi sul il Gazzettino e ripreso da diversi quotidiani nazionali. «Tirate fuori il peggio degli avversari» è la sintesi della vicenda stessa che ne fa il consigliere democratico.
Il quale poi aggiunge: «Al di là che certi metodi sono da condannare a prescindere, vorrei fargli conoscere chi è davvero l’avvocato Andrea Arman, candidato nel collegio uninominale della Camera Veneto 1 di Montebelluna - Grappa - Pedemontana. Negli anni ‘90, come teste dell’accusa, ho partecipato a circa 150 processi per reati relativi a bracconaggio, maltrattamento animali e reati ambientali. E in molti processi a difendere gli imputati che non hanno certo bisogno di commento - si legge - c’era proprio Arman».
Di seguito un'altra considerazione: «Memorabili, ma non è un complimento, le sue arringhe, con cui si sforzava di far passare noi guardie denuncianti volontarie del Wwf e testi dell’accusa dalla parte dei colpevoli, quando i processi erano in realtà proprio contro i suoi assistiti e per reati gravi contro ambiente e animali. Ricordo altrettanto chiaramente nelle mie ripetute frequentazioni delle sezioni distaccate delle Preture nel Trevigiano che a un certo punto il signor Arman sparì dalla circolazione».
Il j'accuse di Zanoni si conclude così: «Era stato colto con le mani nella marmellata e per questo addirittura sospeso dall’Ordine degli Avvocati. Oltre ad essere un accanito cacciatore, noto per vantarsi delle prede uccise nelle sue battute, è stato anche uno dei fondatori della Liga Veneta negli anni ‘80 ed è un convinto venetista. Mi chiedo, visto il curriculum, come mai sia stato candidato, e pensare che avevo anche avvisato dei suoi trascorsi due colleghi dei Cinque Stelle in Consiglio regionale ancor prima del deposito delle liste. Forse l’operazione di trasparenza dovrebbe proprio partire da queste loro candidature».
La replica da parte di Arman è giunta immediatamente. Sentito al telefono quest'ultimo spiega: «Vorrei far presente che quando io faccio l'avvocato, faccio l'avvocato per i miei clienti e senza coinvolgimenti ideologici come evidentemente ci sono nelle affermazioni del consigliere Zanoni. Sono un cacciatore. Non l'ho mai nascosto. Sono un sostenitore della caccia di selezione come forma di prelievo compatibile con gli equilibri naturali. Tant'è che sono presidente della Associazione gestione ungulati della provincia di Treviso che ho contribuito a fondare. Non mi sono mai vantato delle mie prede me mai lo farò. E l'amore che ho per il mondo animale posso dimostrarlo in qualsiasi momento con una vita condotta nel rispetto di questi e della natura senza estremismi ideologici».
Quanto alla sua vicenda disciplinare Arman precisa: «Sono stato sospeso per trenta giorni dalla professione tra il '96 e il '97 non perché sorpreso con le mani nella marmellata, ma per un errore relazionale che ho riconosciuto». Mentre per quanto riguarda i riferimenti al «venetismo» Arman aggiunge: «Penso non sia motivo di infamia amare la propria terra, la propria storia, il popolo cui si appartiene. Spiace per tanto veleno, che non mi ferisce, ma che mostra la qualità di quel mondo».
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