I pfas sono sostanze chimiche non esistenti in natura, sono interferenti endocrini, persistenti in quanto non degradabili biologicamente ma solo per mezzo di pirolisi. Sono bioaccumulabili, ormai ubiquitarie, data la grande diffusione commerciale dei prodotti che le contengono. All’indomani della scoperta della immanente contaminazione dell’acquifero indifferenziato che alimenta le falde a cui attinge acqua un distretto comprendente tre province come Verona, Vicenza e Padova, distretto abitato da 350.000 persone, sono stati fissati, a scopo precauzionale, limiti stringenti per le acque potabili pari a 1030 nanogrammi su litro, tanto da obbligare i gestori degli acquedotti ad installare filtri nei centri di emungimento prima della distribuzione acquedottistica. É dimostrato che tali limiti, a causa del preponderante bioaccumulo e dei tempi di emivita dei Pfas , permettono un ulteriore aggravamento della contaminazione del sangue che nelle zone non contaminate risulta essere variabile da 1,5 a 8 nanogrammi su millilitri di siero, mentre nelle province contaminate raggiunge picchi di 600 nanogrammi su millilitro ed oltre. La Regione Veneto nella consapevolezza della gravità della situazione e in attesa del cambio delle fonti di approvvigionamento li ha abbassati autonomamente garantendoci all'oggi valori nell'acqua potabile più vicini allo zero virtuale. Attualmente i filtri vengono cambiati con frequenza ravvicinata con una spesa economica elevata; nulla però è paragonabile ai danni fisiologici che sembra possano derivare da tale disastro ambientale. Le mamme No Pfas fanno proprio il principio di precauzione sancito dalla Unione europea nel suo trattato costitutivo. Pertanto pretendiamo limiti zero per l'intera Italia e per l'intera Unione Europea. I tutori dei nostri figli siamo noi. Pertanto non ci arrenderemo fino a che non avremo la sicurezza che tutto ciò che viene intentato dalle autorità è volto a garantire la loro sicurezza.
Chiara Panarotto
Michela Piccoli
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