Le possibilità che Pd e Coalizione Civica trovino un accordo per scrivere assieme il programma e scegliere un candidato sindaco unitario sono infatti ormai ridotte al lumicino. E così, se non ci sarà un repentino cambio di rotta entro la fine di questa settimana, Sergio Giordani e Arturo Lorenzoni correranno da avversari alle amministrative in calendario tra la metà di maggio e quella di giugno, regalando in questo modo un innegabile vantaggio non solo all'ex primo cittadino leghista Massimo Bitonci, ma anche a quello che sarà (il suo nome dovrebbe essere svelato tra una decina di giorni) il portabandiera del M5S. Quella di ieri, peraltro all'indomani del netto successo del professor Lorenzoni alle primarie interne di Coalizione Civica, in cui il docente universitario di Economia Applicata ha sbaragliato la concorrenza del filosofo Umberto Curi e della segretaria provinciale dell'Anpi Floriana Rizzetto (820 persone al seggio del ristorante Ca' Sana di via Santi Fabiano e Sebastiano, 581 voti per Lorenzoni, 184 per Curi e 52 per Rizzetto), è stata una giornata a dir poco tesa e frenetica.
In particolare dalle parti di via Beato Pellegrino, quartier generale dei democratici, dove a tarda sera il segretario cittadino Antonio Bressa ha riunito la direzione del partito e posto in discussione un documento che, in parole povere, suonava più o meno così: «Siamo sempre stati aperti al dialogo nei confronti degli amici di Coalizione Civica, tanto che abbiamo aspettato che concludessero il loro lungo percorso con le primarie interne di domenica. Da loro però - ha sottolineato Bressa, al cui fianco paiono rimasti soltanto il suo vice Nereo Tiso, il segretario provinciale Massimo Bettin, l'ex vicepresidente del consiglio di Palazzo Moroni Andrea Micalizzi, i senatori Giorgio Santini e Gianpiero Dalla Zuanna e il consigliere regionale Claudio Sinigaglia - sono arrivati dei veti inaccettabili verso alcune figure che hanno contribuito con noi alla caduta anticipata di Bitonci». Nel dispositivo messo in votazione da Bressa,è chiaro il riferimento al cosiddetto fronte moderato di centrodestra che, guidato dal sottosegretario di Ncd Barbara Degani e dal capogruppo uscente di Rifare Padova Antonio Foresta, ha già conferito il suo appoggio a Giordani. «Bitonci è in campagna elettorale da tre mesi, dato che sta battendo la città bar dopo bar - ha evidenziato il segretario democratico - E noi non possiamo permetterci di perdere altro tempo».
Traduzione: la data delle elezioni è sempre più vicina ed è ormai troppo tardi per fare le primarie. E quindi l'unica offerta avanzata dal Pd a Coalizione Civica è quella di un ticket Giordani-Lorenzoni: «Se Sergio, come tutti ci auguriamo, diventerà sindaco della nostra città - questo il senso delle parole di Bressa - Arturo sarà il suo vice».
L'ipotesi, nel vano tentativo di evitare la frattura del centrosinistra che ha già condannato le elezioni del 2014, è però stata maldigerita non solo da tanti democratici presenti alla direzione (in primis dal capogruppo uscente Umberto Zampieri, dagli ex consiglieri Enrico Beda e Jacopo Silva e da parecchi coordinatori di circolo). Ma pure (e soprattutto) dal movimento lanciato da Padova 2020 che non a caso, nel pomeriggio, ha diffuso una nota indirizzata al Pd domandando «formalmente di concordare data, ora e luogo al fine di realizzare un incontro per confrontarsi in via ufficiale e con spirito costruttivo sul percorso in vista delle prossime amministrative». Una richiesta esplicitata così dallo stesso Lorenzoni: «È stato Giordani, non più tardi di un mese fa, a dirsi disponibile alle primarie di centrosinistra tra Pd e Coalizione Civica. Dunque incontriamoci - l'appello del professore - e stabiliamone data e regole: l'unità fra noi è infatti la strada maestra per non far rivincere Bitonci. Altri tipi di accordi, fatti a freddo, fra pochi e senza consultare la base, avrebbero invece soltanto l'esito di allontanare da noi il nostro elettorato. Le primarie, in cui lo sconfitto sosterrà lealmente il vincitore, sono l'unico percorso virtuoso e trasparente per arrivare assieme al governo di Padova». Un richiamo, quello di Lorenzoni e di tutta Coalizione civica, destinato quasi certamente a cadere nel vuoto.
Davide D'Attino
da Il Corriere del Veneto del 21 febbraio 2017, edizione di Padova; pagina 14
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