Ieri il Corsera di Roma ha parlato diffusamente degli escamotage utilizzati da Massimo Colomban, assessore alle partecipate nella giunta del M5S, per garantire il dovuto stipendio al suo braccio destro Paolo Simioni. Ora al di là della stranezza, chiamiamola così, di tale condotta, ma perché nessuno fa rilevare che Simioni è o è stato parte di quella nebulosa finanziaria che nel Veneto tramite Maltauro e Save strizzava politicamente l'occhio al mondo di Giancarlo Galan e Lia Sartori? E che dire delle connessioni di Simioni con la galassia Gavio? Si tratta di universi spesso in passato criticati alla morte dalla base del M5S. Che cosa dirà o farà quella base rispetto alla scelta di un Colomban già di suo legato un tempo (solo un tempo?) al centrodestra veneto? Come mai i quotidiani nazionali, che tanto battono, doverosamente su altre contraddizioni interne alla giunta capitolina, su questo versante invece lasciano tutto sommato in pace Colomban? E soprattutto, visto che Colomban ha una ascendenza precisa nei Cinque Stelle (si pensi al duo Casaleggio Borrelli) è in qualche modo legittimo pensare che alle origini del M5S, magari con la benedizione di qualche lobby o di qualche potere, qualcuno abbia inoculato volontariamente una sorta di backdoor attraverso la quale far confluire non troppo visibilmente persone, programmi e mire, che contraddicono in toto o in parte, i princìpi del movimento nonché il sentiment della sua base? Ed è legittimo domandarsi se questi filone carsico abbia origine proprio nella finanza veneta e patavina in primis?
L'avevamo pensato in parecchi, ma vedo che il giornalista M.Milioni ha le idee chiare
RispondiEliminaQuesti restano a galla anche con i cinque stelle. Tutto fa pensare che, dal loro punto di vista, continui il solito connubio affari-politica. Che importa chi sia il politico di turno?
RispondiElimina