(m.m.) La marina degli Stati uniti ha dovuto sborsare quasi 10 milioni di dollari per connettere numerose utenze domestiche non più servibili da pozzi privati, nel circondario della gigantesca base interforze di McGuire/Dix/Lakehurst localizzata a una trentina di kilometri dalla città di Trenton nel New Jersey. La somma è il risultato di un accordo con le vicine municipalità in ragione dell'inquinamento da derivati del fluoro (Pfos e Pfoa, noti anche come Pfas) cagionato, in particolar modo dalla parte navale della base, alle acque dei pozzi ad uso potabile adoperati dai residenti attorno al complesso militare. Questo è quanto riferisce il portale americano «Water online» che a sua volta cita altre testate d'Oltreoceano.
A finire nel mirino dei media americani ci sono, tra le altre, le schiume contenenti Pfas utilizzate in funzione antincendio e ben presenti sia negli aeroporti civili che militari, nonché nelle strutture civili e militari di addestramento: il quotidiano "Burlington county times" al riguardo dà conto proprio di una esercitazione antincendio nella «training facility» della marina a Lakehurst: uno dei settori che compongono la base del New Jersey. Il medesimo quotidiano peraltro mostra una serie di foto fornite dall'Us Air force nelle quali viene descritto l'ampio uso di Pfas nelle schiume antincendio (nel riquadro una immagine di Robert Williard). Di una vicenda simile che coinvolge sempre i militari, in questo caso l'aviazione della Guardia nazionale, ha dato notizia il noto magazine di approfondimento Vice News. Il quale a gennaio è uscito con un lungo reportage sulla base di Stewart distante 60 kilometri da New York.
In realtà l'utilizzo dei Pfas in ambito militare è noto da tempo. Questi derivati del fluoro infatti finiscono anche nei solventi destinati all'aeronautica, nei circuiti elettronici, di uso civile tanto quanto militare. Della loro pericolosità parla diffusamente anche un rapporto della Astswmo, l'associazone americana che raccoglie i funzionari dei singoli stati che si occupano del controllo e della gestione dei rifiuti. Nella relazione peraltro sono indicate le industrie chimiche, a partire dalla 3M, i cui prodotti commerciali soddisfano i requisiti militari.
La querelle attorno ai Pfas ha fatto scalpore anche in Italia, dove si è verificato un caso in cui la contaminazione interessa un bacino di almeno 350mila persone localizzato nel Veneto centrale. La vicenda, nota dal 2013, tra proteste e polemiche anche politiche, continua a far discutere, pure a livello locale.
Nessun commento:
Posta un commento