I costruttori privati di Sis dovranno presentare entro un mese per la Pedemontana veneta un «piano di pagamenti delle somme dovute agli espropriati a titolo di indennità ed indennizzi in relazione agli accordi bonari sottoscritti fino al momento della firma di questo accordo». E quei pagamenti dovranno essere tutti onorati al massimo entro dicembre. Tenendo conto che comunque, dopo cinque mesi dalla firma dell'accordo, i ritardi nel pagare gli espropriati potranno essere sanzionati con una multa dalla Regione: per ogni giorno di ritardo, lo 0,5 per mille della somma dovuta all'espropriato. È una delle nuove clausole che la Regione ha inserito nel nuovo testo di "Terzo atto convenzionale" che la Giunta Zaia ha approvato martedì, su proposta dell'assessore Elisa De Berti, e che adesso chiederà a Sis di firmare come una sorta di "atto unilaterale", come l'ha definito il governatore Luca Zaia dopo il varo della delibera.
Il tutto però, come noto, non accadrà subito». Zaia infatti ha voluto che fosse inserito in delibera un "congruo termine" di tempo - non meglio definito - per presentare tutte le carte all'Anac di Raffaele Cantone e alla Corte dei conti. E aspettare a vedere se intendono dare indicazioni alla Regione prima che, con la firma del patto, il dado sia tratto.
L'AUMENTO IRPEF CANCELLATO E LA DIVISIONE DEL CONRTIBUTO REGIONALE. Come noto, la Regione è riuscita a eliminare l'addizionale Irpef che aveva "in via precauzionale" fatto votare al Consiglio regionale. C'è riuscita imponendo a Sis un cambio nei programmi: invece di un contributo da 300 milioni tutto in una volta, coperto con mutuo che la Regione ha firmato ieri, la cifra sarà divisa in due. Il testo del patto da far firmare a Sis (l'accordo c'è) prevede che il privato riceverà 140 milioni «a dieci mesi dalla sottoscrizione del presente atto» (quindi non più a gennaio 2018) per la quota certificata in quella data, «e la somma rimanente pari a 160 milioni il 31 gennaio 2019» sempre per la somma che sia stata certificata. Tutto questo costa circa 15 milioni di oneri finanziari in più a Sis. E tra le novità imposte dalla Regione nel nuovo testo c'è infatti anche l'uso dei 300 milioni di euro: sono «destinati prioritariamente al pagamento delle ditte espropriate secondo il piano dei pagamenti» appena introdotto. Ma sono destinati anche al «pagamento dei corrispettivi dovuti ai sub-appaltatori secondo le tempistiche concordate con il piano di pagamento con gli stessi convenuto». E sarà la Regione a controllare che siano state pagate agli uni e agli altri le somme fino a quel momento maturate.
IL CANONE DI DISPONIBILITÀ. Confermata la grande novità del nuovo accordo. Da una parte sarà la Regione a incassare i pedaggi della Pedemontana - il concessionario Sis glieli terrà in un apposito conto - e dall'altra al concessionario-gestore sarà dato ogni anno un canone di disponibilità che è fissato in 153 milioni più Iva (come noto sarà al 22%) per il 2020, ma sarà via via aggiornato e salirà fino a 435 milioni nel penultimo anno della gestione da parte di Sis, che è fissata in 39 anni di durata. Come noto, la Regione continua a segnalare a Corte dei conti e Anac due concetti base. Il primo è che purtroppo già nei patti precedenti con Sis (2009 e 2013), che ora vengono cancellati senza aprire contenziosi, al privato era riconosciuto un canone annuo di 432 milioni più Iva, per cui nei fatti Sis «rinuncia a circa 12,2 miliardi di introiti garantiti», riporta sempre la delibera. Il secondo è che comunque un rischio a carico di Sis c'è ed è legato all'impegno che ha di mantenere sempre attiva ed efficiente la superstrada: in ballo ci sono sanzioni che possono arrivare fino al 15% del canone annuo che la Regione gli deve versare.
LE MULTE. A carico di Sis, l'accordo prevede anche possibilità di multe: 25mila euro al mese per eventuali ritardi non giustificati nei lavori rispetto al cronoprogramma; 20mila euro di multa se non venisse rispettato il protocollo di legalità anti-mafia siglato con le prefetture di Treviso e Vicenza; e infine anche 10mila euro al giorno per eventuali ritardi nel presentare il piano di pagamento per gli espropriati con cui si è giunti a un accordo.
da Il Giornale di Vicenza del 20 maggio 2017; pagina 9
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