Sulla stampa molto si è parlato del caso Cis. Durante le ultime settimane poi ha tenuto banco il “beau geste” che Alberto Filippi, senatore del Carroccio, annuncia urbi et orbi: vendere una maxi area di proprietà della famiglia nel comune di Montebello Vicentino, già interessata da un cambio d'uso da agricolo a commerciale-logistico, prima che la medesima area possa essere benedetta anche dal necessario nullaosta annonario della regione Veneto utile per ospitare una grande struttura di vendita. Struttura che sarebbe ospitata su 60-80.000 metri quadri, su 250.000 metri quadri di area privata complessiva. Un'area alla quale ne è affiancata una di pari grandezza di proprietà di Cis, una spa a prevalente capitale pubblico sul fondo della quale dovrebbe nascere un sempre meno probabile polo logistico.
Tale “beau geste” da parte di Filippi, sarebbe dettato dalla volontà di non lucrare sul combinato tra cambi d'uso e licenza commerciale il quale conferirebbe un plusvalore alla intera operazione di una quarantina di milioni di euro.
Ora Filippi sa che da sempre sono contrario a questa operazione, anche prima che intervenisse nell'affare la società della sua famiglia. I motivi sono di natura prettamente urbanistica. Ma il nodo che il senatore deve sciogliere è un altro. La querelle non sta in piedi solo se il senatore ci lucra o meno. La querelle starebbe in piedi anche se il senatore, per ipotesi, vendesse il lotto allo stesso prezzo al quale lo ha comperato. Perché quella differenza, quei quaranta milioni in più, se li cuccherebbe de facto chi subentra. Il quale farebbe un affare comperando a poco prezzo un'area che vale oro. Di conseguenza i sospetti al posto che volar via da Filippi continuerebbero ad aleggiare su di lui e pure sull'acquirente.
Quei quaranta milioni di euro di plusvalore infatti, sempre che 40 siano, sono in realtà il risultato di due azioni combinate. Uno, il cambio tout court della destinazione d'uso dell'area. Due, il fatto che la famiglia Filippi, a costo zero, abbia permutato il lotto meno pregiato (quello appiccicato alla ferrovia) con quello più ambìto, attaccato alla statale. Si tratta quindi di un potenziale plusvalore derivante non dal buon uso del capitale privato, bensì dal trasferimento, seppur indiretto, di asset collettivi a beneficio di privati. Se quindi speculazione doveva essere, anche per ripianare i debiti di Cis, perché la speculazione non l'ha fatta l'ente pubblico? Ergo, se Filippi vuole davvero fare un “beau geste” e rinunziare a cotanta cuccagna dovrebbe vendere a prezzo di costo i suoi terreni proprio a Cis spa, la quale una volta ottenuta la licenza dalla regione, potrebbe rivendere a terzi facendo lucrare gli enti pubblici: un esito tristissimo sul profilo ecologico, meno per le casse della collettività. Tale operazione per di più cancellerebbe il debito accumulato in anni di una gestione sciagurata della spa pubblica.
Epperò c'è un'altra considerazione da fare. Siamo sicuri che il mero cambio di destinazione d'uso da agricolo a commerciale-logistico, pur senza licenza annonaria, non comporti di per sé un prelibato plusvalore? Di più. Viviamo in tempi bui. A livello nazionale assistiamo ogni giorno a storie di intrecci perversi tra politica ed affari. Fiduciarie, società off-shore, paradisi fiscali, conti cifrati sono divenuti termini quasi abituali nel vissuto comune collettivo.
Proprio in questo contesto, un semplice cittadino potrebbe fare questo ragionamento: “ma chi ci garantisce che una eventuale plusvalenza, che si venda o meno con la licenza commerciale, non possa giungere alla famiglia Filippi anche col tramite di fiduciarie o società schermo”? In forma lecita sia ben chiaro, nessuno qui accusa nessuno. Si tratta solo di una richiesta di chiarimenti.
Alberto Filippi a differenza di tanti suoi compagni di partito nel Carroccio, specie tra i big, è uno che non si nasconde dietro ad un dito. Affronta le questioni di petto e non ha paura di esprimere il suo punto di vista. Io credo che vorrà farlo soprattutto dopo questo post. Se poi dovesse decidere di vendere la sua area allo stesso prezzo di costo, ovvero d'acquisto, proprio a Cis spa, allora sì la sua comunità dovrebbe ringraziarlo per un gesto di grande eleganza e di grande responsabilità. Il tempo parlerà per tutti. Ci rivedremo a Filippi?
Marco Milioni
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