(m.m.) «In Italia e altrove i nodi più sporchi stanno venendo al pettine. Un governo sul quale si stagliano gli spettri della corruzione, della mafia e della incapacità più assoluta sta andando incontro alla sua ultima trasformazione: il nulla... A questo punto c'è solo una impervia strettoia per avere la speranza di non bruciare tutto. L'opposizione si deve dimettere in massa e forzare la situazione: permettendo quindi di fatto al capo dello Stato di sciogliere le camere mandando a casa l'esecutivo. In tal senso è inutile sentir sbraitare le minoranze parlamentari mentre invocano le dimissioni del premier, visto che in questo momento hanno il potere di defenestrarlo al prezzo delle dimissioni delle minoranze medesime». Sono questi i passaggi salienti di un durissimo dispaccio diramato questo pomeriggio dal professor Renato Ellero. Quest'ultimo per vero già otto mesi fa, ma anche in altre precedenti occasioni, aveva preconizzato nel suo libro dedicato all'affaire Tulliani, uno sviluppo della situazione nazionale non dissimile da quello che sta prendendo corpo in questi giorni. Ed Ellero infatti non punta l'indice solo contro il centrodestra, ma sferza le minoranze e invita de facto il capo dello Stato a dare il ben servito all'esecutivo, pena qualora tali passi non si materializzino una debacle socio-politica che potrebbe essere «impietosamente crudele».
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