«L'autorizzazione è un bel messaggio, che consente a migliaia di lavoratori di andare in vacanza con la tranquillità che al rientro le aziende rimarranno aperte». È il 2008 la pagina è la numero 32 del GdV del 3 luglio. Così l'allora sindaco di Arzignano, Stefano Fracasso del Pd, commenta la maxi sanatoria ambientale che deroga ad importanti parametri ecologici in materia di reflui. Ne beneficieranno a mani basse le concerie della Valchiampo. Lo stesso giorno sullo stesso quotidiano così si esprime Giuliana Fontanella, consigliere regionale del Pdl e presidente della commissione attività produttive: «C'è grande soddisfazione per l'autorizzazione: c'è più tranquillità e ora ognuno dovrà fare la sua parte per risolvere i problemi che rimangono». E ancora, stesso giornale stesso giorno così parla Paolo Franco, senatore del Carroccio: «L'autorizzazione è un ottimo risultato, soprattutto per le imprese». Viva lo scudo ambientale. Le imprese ringraziano, i malati di tumore meno.
Ma la politica, a differenza di certe polemiche estive, non va mai in vacanza se c'è un interesse forte da tutelare. «Tutti gli imprenditori, non solo i Mastrotto che pure hanno fatto molto, hanno dato alla sanità arzignanese (e preso? Ndr)». Gianfranco Signorin (PD), assessore alla sanità del comune di Arzignano sul GdV del 28 dicembre 2008 a pagina 25 sviolina i Mastrotto e altri imprenditori. «Abbundantis... abbundandum!» diceva Totò.
«Faccio appello a tutti i sindaci possono ancora evitare la lottizzazione della società. I ruoli devono restare autonomi. Sarebbe un guaio espellere gli imprenditori della concia, rappresentanti del territorio...». Stefano Fracasso stavolta nella veste di consigliere regionale del PD sul GdV del 10 settembre 2009 a pagina 28 chiede alla politica, ovvero agli onorevoli Lia Sartori e Alberto Filippi, rispettivamente Pdl e Lega, di rimanere fuori (cosa giusta) dal cda della multiutility Acque del chiampo. Ma si spinge ben oltre e arriva a chiedere che in quel cda siano inseriti, ancora una volta, degli imprenditori conciari. Così il controllore e il controllato saranno la stessa cosa. Sonni tranquilli e affari d'oro. Non cambia il quotidiano, non cambiano data e pagina, cambia il partito, ma la musica è la stessa. «La Lega Nord giudica un grave errore pensare di non coinvolgere gli imprenditori che fino ad oggi hanno fatto la loro parte. È un grave errore ... estrometterli, al punto che la Lega Nord si dissocia, perchè non spetta alla politica gestire il consorzio. Stupisce che lo faccia un sindaco eletto nel Pdl. Gli imprenditori sono la parte attiva, sono importanti in quanto il consorzio stesso è determinante per l’economia della valle del Chiampo. Siamo in presenza di un tentativo di occupazione militare da parte della politica. E questo la Lega non può accettarlo». Questo il pensiero dell'onorevole Paolo Franco, segretario Lega Nord della provincia di Vicenza.
Franco, bontà sua, combatte i poteri forti della politica, ma si appecorona come altri a quelli più forti del dio soldo; salvo poi dimenticare che a capo della multiutility di Arzignano, la "Acque Chiampo" ci mette proprio un politico, il suo Renzo Marcigaglia. Ma tant'è. La situazione è grave. Si sbilancia perfino il giornalista; addirittura arriva a ficcare un commentino (ahi ahi deontologia) in un articolo di cronaca sempre sul GdV del 10 settembre 2009 in pagina 28: «Non si tratta solo di uno sgarbo. C’è in ballo un’estromissione che travolge l’equilibrio che fino ad ora ha retto il consorzio, consegnandolo ai capricci dei partiti». Ipse dixit Gianni Nizzero de Il Giornale di Vicenza. Ma chi lo stabilisce che quell'equilibro sia una cosa giusta? Il giornale posseduto anche dai conciari per caso?
E la sciarada delle contraddizioni non finisce mai. Le parti si scambiano. Il centrosinistra va in minoranza, il centrodestra conquista il governo cittadino. Ma come diceva Pierino, invertendo le chiappe il prodotto non cambia: «I cittadini di Arzignano diventano 007 e aiutano i vigili urbani. La collaborazione dei cittadini è stata fondamentale anche per un intervento nel quartiere Mantovano dov'era stato segnalato un uomo che, con fare petulante, si proponeva ai residenti come arrotino. Stava quasi convincendo un'anziana a farlo entrare in casa quando è intervenuta la figlia della donna che ha chiamato la polizia. L'agente di quartiere giunto sul posto ha identificato l'uomo e dal controllo è emerso che era un pregiudicato con una serie di precedenti. È stato quindi allontanato. Un altro intervento è stato possibile in località Tezze, dove gli agenti hanno trovato una sorta di falegnameria abusiva gestita da un cittadino indiano; la situazione è stata poi segnalata alla Guardia di Finanza». Il tutto promana ancora una volta dal GdV del giorno 11 settembre 2009 a pagina 30.
Ne esce bene l'operato dell'assessore alla sicurezza arzignanese Enrico Marcigaglia (figlio del politico indagato per corruzione che in "Acque del Chiampo" rappresenta quel pezzo di Lega che non vuole i politici nei cda); junior però in tutti i mesi trascorsi sino ad oggi si è tuttavia dimenticato della esistenza di un decreto convertito in legge il 30 luglio 2010. Tale decreto, è il 78 del 31 maggio dello scorso anno, prevede in soldoni questo.
Se le amministrazioni locali hanno il sospetto che sul loro territorio ci siano persone fisiche o giuridiche che evadono, se fanno segnalazioni mirate e se la verifica va a segno, l'ente locale si cucca il 50% della sanzione eventualmente erogata. Applicassero ad alzo zero 'sta roba Arzignano sarebbe più ricca di Dubai. E quindi... Perché il comune di Arzignano sguinzaglia gli 007 contro le falegnamerie abusive dell'extracomunitario indiano e non lo fa coi Mastrotto o coi loro conguaglianti? Chissà quanti soldini per rimpolpare il magro bilancio comunale. L'opposizione sbraita contro le dimensioni «ciclopiche» del fenomeno. Non contro il fenomeno, che dura indisturbato da decenni peraltro. Furbi sì, ma meglio non esagerare, dai nell'occhio altrimenti. Eh sì. I silenzi trasversali e le ovvietà trasversali dicono più di tante analisi sociologiche. Ad Arzignano c'è una potentissima «lobby politco affaristica» che ha dominato grazie alla complicità di molti. A destra come a sinistra. In basso come in alto. Nelle istituzioni, nelle banche, nella curia, nei bar, fra le squillo, nei circoli massonici e in quelli massonico filantropici. Ma monsieur l'argente de poche chiede unità d'intenti. E unità sia. Per questo gli ammonimenti alla panna montata lanciati oggi da lorsignori, quelli che sino a qualche settimana fa annuivano e inghiottivano senza se e senza ma, suonano come una sorda beffa. Che credenziali hanno costoro? Ovviamente nulle; il loro non è che salottismo di circostanza. Quanta gente unita nella menzogna. Quanti personaggi uniti per la pelle. Anzi per le palle.
Marco Milioni
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