Da otto anni non tocca un bicchiere di acqua del rubinetto: «A casa beviamo solo dalle bottiglie. Usiamo la rete idrica per l'igiene personale e per cucinare. Del resto, con i segnali che arrivavano già una decina di anni fa, abbiamo deciso una soluzione drastica». Un rimedio estremo che, a quanto pare, non ha tenuto immune Cristina Guarda, leonicena eletta in consiglio regionale con la lista Moretti, dalle contaminazioni da Pfas.
Nei giorni scorsi Guarda, 26 anni, si è sottoposta alle analisi, come centinaia di altri vicentini: «Per i dati ufficiali - precisa - bisognerà attendere. I risultati ufficiosi dicono che la concentrazione di Pfos (molecole della "famiglia" perfluoro-alchilica) è nella norma. I Pfoa, invece, hanno superato la soglia dei 54 nanogrammi per grammo di sangue». L'emergenza scatta a 70, la media per le zone non contaminate è di 1.39 nanogrammi. «I numeri si commentano da soli - prosegue la giovane consigliera regionale - e significano nuove analisi tra poco più di sei mesi. va detto che concentrazioni alte di Pfas possono dipendere anche dall'uso in cucina di materiali che li contengono, ma la preoccupazione per la condizione della falde resta». Per cui, il percorso di Guarda sul fronte istituzionale prevede la collaborazione con il ministero dell'Ambiente per ridurre le concentrazioni nell'area contaminata e, s e necessario, trovare nuove fonti di approvvigionamento idrico.Nel frattempo, a palazzo Ferro Fini, Pd e M5s vanno all'attacco. «È inaccettabile - dichiara il democratico Stefano Fracasso - che la Miteni giochi allo scaricabarile dicendo che non immette più Pfas nel sistema di depurazione. I dati sulla contaminazione mostrano che l'inquinamento ha riguardato le acque di falda. Allo stesso modo, coinvolgere il distretto della concia è fuorviante, visto che i sistemi depurativi dell'Ovest vicentino hanno il loro scarico oltre venti chilometri a ovest dalla zona di massima concentrazione dei Pfas. Ci aspettiamo dall'azienda la disponibilità a contribuire alla soluzione del problema».
Concorde l'eco-dem trevigiano Andrea Zanoni: «I risultati dei monitoraggi evidenziano il fallimento delle misure di prevenzione. In una situazione in cui interrogativi e dubbi si accavallano, è evidente solo una cosa: il danno patito dai cittadini, con relativo diritto a farsi valere». Critico anche l'ex candidato governatore dei Cinque Stelle, Jacopo Berti: «Meno di un mese fa, le nostre argomentazioni erano state oggetto di critiche in aula. Oggi abbiamo 250 mila persone a rischio. Di conseguenza non è il caso di perdersi in dispetti di palazzo, ma di mettersi a lavorare a tutela dei cittadini. Se l'assessore Bottacin vuole darci una mano, siamo in trincea». Un appello al monitoraggio arriva anche da Legambiente. «La situazione è critica - dicono i vertici dell'associazione - e servono misure straordinarie».
da Il Giornale di Vicenza del 23 aprile 2016; pagina 15
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