«La Regione ci dia la possibilità di lavorare a pieno regime: così potremo risolvere il problema dei Pfas». È quanto sostiene il presidente del consorzio Leb Luciano Zampicinini, che propone di utilizzare il sistema di irrigazione per risolvere il problema dell'inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche.
Grazie al canale Leb, è la tesi del presidente, si potrebbe portare l'acqua pulita, prelevata dal fiume Adige, lungo gli scoli irrigui del territorio vicentino, ma anche nel Veronese e nel Veneziano: in tal modo l'acqua inquinata verrebbe diluita e le concentrazioni di Pfas diminuite. Per fare ciò, però, serve più acqua di quanta ne venga utilizzata attualmente dal sistema. «Possiamo operare sulle acque di superficie, ma non su quelle di falda - precisa innanzitutto Zampicinini -. Non vogliamo soldi, abbiamo solo bisogno di poter derivare la massima quantità possibile di acqua dall'Adige. Abbiamo la possibilità di portare 50 metri cubi di acqua al secondo, mentre attualmente nel canale ne stanno scorrendo 21. In sostanza, l'opera è utilizzata al 40 per cento delle sue possibilità. Per questo chiediamo alla Regione di sfruttarci, se vuole avere soluzioni veloci: abbiamo bisogno di più acqua, in quanto più riusciamo a diluire il terreno e maggiori saranno i risultati anche sul fronte del contrasto all'inquinamento da Pfas».
Il canale Leb parte da Belfiore, nel Veronese, trasportando l'acqua dell'Adige attraverso la pianura; a Cologna, confluisce nel torrente Guà dal quale, poi, l'acqua prosegue con un nuovo collettore fino a Cervarese Santa Croce, nel Veneziano. Il sistema serve gli scoli dei consorzi Alta pianura veneta, Bacchiglione ed Euganeo: un territorio di 85 mila ettari che va dalla Bassa Veronese al Basso Vicentino, fino ad una parte della provincia di Venezia. Il consorzio ha già eseguito le analisi dell'acqua portata dal proprio canale. «Spediremo una lettera con i risultati ai sindaci dei 102 Comuni attraversati dal canale - continua il presidente Zampicinini -, affinché possano notare come i parametri relativi all'acqua del Leb siano molto più bassi di quelli stabiliti dalla Regione. Tanto più che le analisi sono state effettuate in un momento in cui stavamo immettendo 6 metri cubi al secondo; oggi ne stiamo immettendo 15, a maggio saremo a 20, quindi i valori scenderanno ulteriormente. L'acqua del Guà, infine, in estate è destinata a calare, mentre noi continueremo ad immettere nel torrente acqua pulita proveniente dall'Adige». Un aiuto ulteriore potrebbe arrivare dall'estensione del periodo operativo del canale, oggi funzionante nella stagione irrigua, dal 15 marzo al 15 ottobre. «La soluzione - continua Zampicinini -, potrebbe arrivare anche facendo scorrere l'acqua per tutto l'anno e non solo per 7 mesi».
da Il Giornale di Vicenza del 25 aprile 2016; pagina 9
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