domenica 25 settembre 2016

Bizzarrie pedemontane

Quando alcuni giorni fa si è diffusa la notizia «della molotov ritrovata ad Altivole» in un cantiere della Pedemontana Veneta Spv i commenti sull'episodio si sono moltiplicati. Tra coloro che hanno stigmatizzato l'episodio ci sono gli attivisti del Covepa che da anni osteggiano l'opera. «Il nostro coordinamento - ha precisato a più riprese il portavoce Massimo Follesa - respinge e condanna ogni provocazione poiché pratica e lotta con metodi non violenti, promuove e sostiene ricorsi e azioni legali utilizzando gli strumenti istituzionali». Sui social media però la notizia continua a far discutere anche perché cade in un momento particolare giacché i privati incaricati di realizzare l'infrastruttura, sono alla disperata ricerca del miliardo e mezzo necessario per finanziare i lavori.

Follesa il vostro comitato ha immediatamente condannato l'episodio. Avete anche parlato di metodi mafiosi, come mai?
«Anzitutto spero che questa azione non sia stata concepita da qualche mente malata che spera di generare consenso per un'opera che il territorio avversa sempre più e che ha di fronte a sé un orizzonte nero sul piano finanziario».

Sì, ma voi siete andati oltre e avete usato l'espressione «metodo mafioso». Perché?
«Il disperato che si vuole vendicare di un torto subito non ti dà un avvertimento. Ti brucia un mezzo o te lo spacca. Il soggetto invece che non viene pagato o che è incazzato perché non gli paghi il pizzo o che magari è contiguo a certi ambienti l'avvertimento te lo dà e come».

Frattanto però da molti mesi si moltiplicano le voci relative a diverse maestranze della Sis o di imprese che lavorano in subappalto o come subfornitori. Imprese in cui lavorerebbero o avrebbero lavorato alcuni soggetti con la fedina penale lunga, in alcuni casi anche per reati di mafia. Girano voci che polizia e carabinieri ne siano al corrente. Voi che dite? Lo sapevate?
«La cosa non ci stupirebbe affatto».

Si però lungo l'asta della Spv si parla da tempo di soggetti che hanno assunto e starebbero tuttora assumendo informazioni precise su terreni da edificare, modalità nel rilascio dei permessi a costruire, dinamiche economiche e politiche dei territori. V'è arrivato all'orecchio qualche cosa in questo senso?
«Posso solo dire che ogni nostro timore è stato comunicato alle autorità preposte. Sia per le vie ufficiali che informalmente. Questi timori, quelli di una eventuale colonizzazione in corso da parte di ambienti del crimine organizzato, li abbiamo espressi pubblicamente più volte. Se c'è qualcosa di davvero significativo spetterà alle autorità competenti fare chiarezza. Ad ogni modo in questa vicenda qualche stranezza c'è?».

Quale?
«Ci sono due cose singolari. La prima riguarda i tempi con cui la notizia è giunta ai media. La cosiddetta molotov, che poi è un bussolotto in vetro per la conserva del pomodoro con un accendino dentro unitamente ad un po' di infiammabile, viene rinvenuta lunedì 19 settembre, mentre la notizia stessa è finita ai giornali guarda caso quasi in contemporanea con l'incontro romano di venerdì 23 durante il quale Regione e Commissario alla Spv consegnavano a Cassa depositi e prestiti il nuovo piano economico finanziario che Sis ha in mente per risollevare le sorti della Pedemontana. Il cielo non voglia che qualcuno abbia concepito una intimidazione farlocca per mascherare la ennesima fumata nera rispetto al sì di Cassa depositi e prestiti al piano di Sis per la Pedemontana. La seconda riguarda l'intervento del corpo scientifico dei Carabinieri, il Ris per cercare qualche impronta o qualche traccia biologica sull'ordigno fai da te».

Sarebbe a dire?
«Bisognava scomodare proprio il Ris? Delle due l'una. O siamo di fronte a una boutade da gettare in pasto all'opinione pubblica strumentalizzata da qualcuno in un momento difficile per l'opera. Oppure si teme qualcosa di davvero grave. In ultimo è assai bizzarro poi, se quello che raccontano i quotidiani è vero, che le maestranze visto il cosiddetto ordigno lo avrebbero portato dai Carabinieri, manipolando una prova. Strano, molto strano, per non dire sospetto. Comunque a me viene un po' da ridere. Con un pedaggio che, se l'opera sarà completata costerà la bellezza di 0,14 euro al kilometro per le vetture e l'assurdo di 0,22 euro a kilometro per i mezzi pesanti, io direi che quello è il vero ordigno. Mi si passi l'amara ironia».

Marco Milioni

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