Agganciare gli interventi per i Pfas all'accordo di programma Fratta Gorzone. È quanto ipotizzato ieri dal sottosegretario all'Ambiente Barbara Degani nel vertice sull'inquinamento da Pfas. Alla riunione, voluta dal presidente della Provincia Achille Variati, erano presenti anche l'assessore regionale all'ambiente Gianpaolo Bottacin, i presidenti delle Province di Verona e Padova, i sindaci dei Comuni interessati dall'inquinamento e i vertici dei consorzi di bonifica, delle società di gestione dei servizi idrici e delle categorie economiche.
Il sottosegretario Degani ha fatto riferimento all'accordo di programma stipulato nel 2005 da 22 soggetti, tra cui ministero, Regione, province e comuni per il riequilibrio idrico del distretto della concia e del risanamento del bacino idrografico del Fratta Gorzone. «Si può usare l'accordo, agganciandovi la parte di programmazione sui Pfas - ha spiegato Degani -. L'intesa comprende, dopo la rimodulazione, 20 milioni di euro».
La cifra potrà dunque essere investita per l'emergenza Pfas? «Secondo me sì - risponde Degani -, però ci sono delle esigenze territoriali. Dipenderà da cosa chiederà la Regione. Siamo comunque disponibili a tenere quei fondi agganciati al territorio». La questione sarà discussa domani a Venezia nella riunione del comitato di sorveglianza del protocollo. «Porterò una proposta di rimodulazione dell'accordo - ha specificato il direttore generale del ministero dell'Ambiente Gaia Checcucci -. Quell'intesa prevedeva degli obiettivi che non sono stati raggiunti. Sono rimasti dei fondi inutilizzati. In questo accordo si potrebbero inserire gli interventi per l'inizio della risoluzione del problema dei Pfas». «Trattandosi di piani differenti, che intervengono su leggi differenti, è meglio tenere separati l'argomento concia da quello dei Pfas», ha suggerito l'amministratore unico di Acque del Chiampo Alberto Serafin. «Oltre a questi fondi - puntualizza il presidente della Provincia Achille Variati -, servono altri fondi per realizzare condutture che, partendo da pozzi sani, vadano ad innestarsi negli acquedotti che pescano l'acqua dalle falde inquinate».
da Il Giornale di Vicenza del 10 maggio 2016; pagina 12
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