domenica 24 settembre 2017

M5S, alcuni attivisti chiedono di rifondare il movimento: all'orizzonte altri ricorsi ai giudici

Lo scenario che si prefigura attorno al M5S resta ancora da chiarire fino in fondo. Se da una parte in queste ore i media raccontano della rapida scalata del leader «designato» Luigi Di Maio dall'altra cominciano a filtrare voci non irrilevanti di frizioni di una certa portata proprio ai più alti livelli: basti pensare al gelo tra Beppe Grillo e Davide Casaleggio, i dominus del movimento, riferiti dai media dell'Emilia Romagna.

Ma c'è un'altra incognita che potrebbe pesare moltissimo sul futuro dei Cinque stelle. Si tratta di una petizione on-line lanciata ieri su Change.org da alcuni attivisti dei Cinquestelle: «Si è ora resa necessaria e non rimandabile - si legge nel testo - la costituzione di un Comitato di salvaguardia che incarni e tuteli tutti i valori e i principi del Movimento, nel frattempo ormai omessi se non aggirati da logiche che nulla hanno a che spartire con le modalità e l’ideologia originaria del M5S».

Tra gli estensori del documento c'è il veneziano Riccardo Di Martiis il quale è stato nominato portavoce pro-tempore del gruppo promotore della iniziativa. E quest'ultimo sugli intendimenti della petizione non ha dubbi: «Riteniamo che siano stati confusi e deviati gli originari intenti del M5S portando ad intraprendere un viaggio il cui percorso non sembra avere come obbiettivo il luogo migliore dove vivere ma ad una struttura fine a stessa che si avvicina sempre più ai partiti tradizionali; pensiamo pertanto sia nostro preciso dovere, ricondurre ad un giusto equilibrio per arginare la sistematica mistificazione delle fondamenta ideologiche e politiche».

In questo contesto c'è un dettaglio da non sottovalutare. Il consulente legale del gruppo «è Lorenzo Borré», l'avvocato del foro di Roma che sta seguendo diversi ricorsi tra i dissenzienti del Cinque stelle specie nell'ambito delle primarie interne al movimento: il caso più noto, ma non è il solo, è il patrocinio offerto da Borré ad uno sfidante di Giancarlo Cancelleri quale candidato alla carica di governatore della Sicilia.

A rivelarlo è lo stesso Di Martiis il quale, parlando a titolo personale aggiunge un altro dettaglio di no poco conto: «Siamo pronti a chiedere ad un tribunale civile l'annullamento delle primarie interne che in seno al Movimento dovrebbero indicare quale candidato premier in pectore Luigi Di Maio, attuale vicepresidente della Camera. E sempre al tribunale - prosegue l'attivista veneziano - sarà chiesta pure la convocazione di una assemblea nazionale per dare a quello che a tutti gli effetti è un partito un fondamento democratico che ad oggi manca». Poi un'altra precisazione: «Noi siamo in tanti. Siamo giunti ad un punto in cui è imprescindibile che da oggi in poi tutti i processi interni al movimento, ivi inclusi quelli per la selezione fella classe dirigente avvengano in modo democratico, trasparente e legittimo. Uno dei motivi dell'annunciato ricorso al tribunale civile infatti è costituito dal fatto che Rousseau, la piattaforma voluta da Davide Casaleggio per la designazione dei leader, sia de facto - denuncia ancora Di Martiis - un corpo estraneo al movimento».

Rimane da capire quale potrà essere il seguito della iniziativa lanciata poche ore fa su Change.org. Certo è che da alcuni giorni anche la stampa non prevenuta nei confronti del M5S, a partire proprio da Il Fatto, ha criticato lo stesso movimento in modo molto puntuale dando ad intendere che i malumori interni a quello che ormai sembra essere a tutti gli effetti un partito non siano affatto supiti.

Marco Milioni