venerdì 26 febbraio 2021

Zaia, Flor e mister Rattà

Ieri Piazza pulita, popolare trasmissione di approfondimento giornalistico de La7 durante una puntata durata più di tre ore, ha mandato in onda una inchiesta firmata tra gli altri da Alessio Lasta che getta una luce sinistra sulla vicenda della mediazione che avrebbe visto protagonisti i vertici della Regione Veneto nell'ambito di una ventilata fornitura di vaccini per il Covid-19 da reperire su un canale parallelo. Tra imprese inguaiate col fisco, debiti da capogiro, mediatori borderline tra politica e affari, nonché trame non proprio chiare, la presa di posizione del governatore veneto della Lega Luca Zaia e del direttore generale della sanità veneta Luciano Flor davanti alle telecamere di Piazza pulita sono apparsi in evidente imbarazzo. Soprattutto per la natura della figura con cui la Regione Veneto avrebbe deciso di interloquire ovvero l'imprenditore Luciano Rattà. Della vicenda, almeno per il momento, non c'è traccia significativa sui grandi media veneti (cosa strana perché uno degli inviati de La7 ha posto una serie di domande scomodissime a Zaia Flor durante una delle conferenze stampa fiume organizzate quasi quotidianamente dal presidente della giunta regionale veneta, conferenze durante le quali i cronisti del Nordest pullulano). Per vero l'inchiesta de La7 è stata rilanciata con dovizia di dettaglio dal magazine Globalist.it. All'argomento anche il Fatto quotidiano aveva dedicato un servizio non più tardi di avant'ieri.

giovedì 18 febbraio 2021

Pavesi lascia l'Ulss 8 berica e diventa general manager della sanità lombarda



«Nuovo cambio al vertice, dopo solo otto mesi, nella sanità lombarda:  Marco Trivelli è stato rimosso dall'incarico di direttore generale welfare della Regione Lombardia e spostato a Vimercate. Al suo posto è in arrivo Giovanni Pavesi, classe 1961, laurea in economia e commercio con master in direzione aziende sanitarie e general manager dell'azienda sanitaria Ulss 8» a Vicenza. Così riferisce il quotidiano meneghino il Giorno che all'arrivo del manager pubblico berico in terra lombarda dedica oggi un articolato servizio. La novità sta già facendo discutere la politica lombarda, questo riporta sempre il Giorno.

lunedì 15 febbraio 2021

I riflettori de l'Espresso sui test rapidi cari a Zaia

L'Espresso in edicola ieri 14 febbraio a pagina 52 pubblica un lungo servizio firmato da Antonio Fraschilla e Andrea Tornago nel quale si accendono ancora una volta i riflettori sulla querelle relativa ai test rapidi per la identificazione dei soggetti potenzialmente contagiati dal Coronavirus. Nell'approfondimento si parla del governatore veneto Luca Zaia e di Roberto Rigoli, il coordinatore delle microbiologie delle Ulss venete, noto come il «padre del tampone fai da te».

mercoledì 10 febbraio 2021

Brancaccio al Manifesto: Draghi «sarà come Monti, va contrastato»

«Draghi farà come Monti, va contrastato»: l'economista partenopeo Emiliano Brancaccio dalle colonne de Il Manifesto parla della crisi di governo e dei risvolti economici della crisi stessa. Nella lunga intervista firmata ieri da Massimo Franchi, Brancaccio, professore di politica economica all'Università del Sannio, spiega che le risorse del Recovery plan «sono poche per affrontare la lunga crisi» definendo lo stesso Draghi un «liberista» favorevole ai «licenziamenti». Brancaccio, noto anche come divulgatore è pure molto attivo sui social network e più in generale sul web. Alcuni giorni fa il campano aveva distillato su Twitter un commento caustico:  «Non è un periodo eccelso per la qualità dell'informazione. Purtroppo non fa eccezione Milena Gabanelli » ex conduttrice di Report e oggi firma fissa del Corsera, «che non si accontenta di sovrastimare il Recovery plan... come fanno quasi tutti... ma esagera anche sul piano Marshall...». Parole al vetriolo che fanno il paio con un altro intervento, in questo caso scodellato da un altro docente universitario poco tenero con l'ipotesi di un governo Draghi, ossia il professore Tomaso Montanari. Il quale sempre su Twitter ieri aveva scritto: «La svolta ecologista del presidente banchiere e della sua maggioranza di cementificatori serve solo a comprare i voti dei Cinque stelle... Credibilissima davvero. Da oggi l'ambiente è la nipote di Moubarak».