martedì 28 luglio 2020

Fondi prevenzione sicurezza, la Cub berica porta le carte alla Guardia di finanza


(m.m.) «Dalla stampa quotidiana apprendiamo con molta preoccupazione di una serie di circostanze assai poco chiare relative alla procedura con cui l'Ulss 8 Berica avrebbe finanziato alcuni progetti per quanto concerne la sicurezza sui luoghi di lavoro». Inizia così una nota al vetriolo diramata ieri in cui Maria Teresa Turetta, responsabile per il Vicentino del sindacato Cub esprime tutta la sua perplessità in merito alla vicenda (di cui ha parlato il quotidiano Vicenzatoday.it il 23 luglio) dell'utilizzo dei fondi che per legge vengono in parte reperiti dalle sanzioni elevate dai funzionari delle Ulss, più segnatamente dallo Spisal, nei confronti delle imprese sanzionate per il mancato rispetto delle norme di sicurezza. Ma c'è di più, la Cub (nel riquadro una manifestazione della sigla sindacale di base), è così preoccupata di quanto emerso sulla stampa, lo si apprende sempre nella sua nota, da avere segnalato le sue perplessità alla Guardia di finanza del comando provinciale berico con un articolato esposto indirizzato alle fiamme gialle sempre ieri.

L'INCIPIT
«Apprendere che decine e decine di migliaia di euro - si legge - finiscano direttamente nelle casse dei soliti noti a partire da Confindustria per non parlare di Confartigianato è francamente inquietante». Poi il sindacato esplicita ancor più il suo pensiero per quanto riguarda un fondo che ammonta a un totale di mezzo milione di euro: «Le associazioni datoriali oggetto del ricchissimo finanziamento pubblico riconducibile alla legge 23 del 2007 varata dal Consiglio regionale... sono le stesse... o lo sono spesso... fra i ranghi delle quali allignano imprese loro iscritte che della sicurezza sui luoghi di lavoro hanno una considerazione che dire bassa è poco».

E così Turetta prosegue con il suo j'accuse: «Al contempo non sono pochi i dubbi che desta la modalità che l'Ipsia Lampertico di Vicenza avrebbe identificato per garantirsi l'acquisto d'un nuovo tornio che con lo spirito della legge regionale non sembra c'azzecchi molto. Per questo motivo la Cub di Vicenza in data 27 luglio 2020 ha deciso di indirizzare alla guarda di finanza... un dettagliato esposto... affinché valuti la presenza di eventuali profili di anomalia».

DUBBI IN REGIONE? L'INDISCREZIONE
Più in generale le doglianze della sindacalista sono giustificate dal fatto che in Regione, che poi è l'ente che controlla e sorveglia le Ulss, più di qualche funzionario dell'assessorato al bilancio avrebbe storto il naso circa l'utilizzo di quei fondi: questi i rumors che circolano in Laguna. Dalla delibera dell'Ulss in cui si assegnano de facto le risorse per i progetti emerge una circostanza precisa. Molti degli assegnatari di quei fondi infatti fanno parte dell'organismo che de facto li assegna. Una sorta «di autorefernzialità» che a palazzo Balbi non sarebbe passata inosservata e che ha suscitato le ire di Bruno Cardini, già funzionario dello Spisal, oggi consulente per la sicurezza sui luoghi di lavoro.

LE ACCUSE DI UN EX FUNZIONARIO DELLO SPISAL
Cardini in un post su Facebook pubblicato il 23 luglio usa parole che pesano come macigni: «Un terzo del valore delle sanzioni sulla sicurezza del lavoro deve tornare alle aziende ...virtuose... per Vicenza si tratta di 530.000 euro, non pochi: Verona per questi fondi fa un bando pubblico. Vicenza fa una raccolta di domande sostanzialmente riservata. Presentano domanda per i fondi, sostanzialmente, gli stessi che poi li devono assegnare. Nelle domande non c'è una sola organizzazione di professionisti, non c'è una organizzazione sindacale al di fuori di quelle che vi sono nel comitato assegnatario, non c'è una sola azienda».

E ancora: «A Verona si pone come condizione dei progetti un ... di più..., ossia si escludono» tutti i soggetti obbligati a conoscere e ad adempiere consapevolmente agli obblighi relativi al testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro ossia al decreto legislativo 81 del 2008. «A Vicenza - prosegue Cardini - non so quali condizioni si pongano perché, per quanto mi riguarda, non sono riuscito a trovare né un bando né un avviso di manifestazione di interesse. Dico che personalmente mi sono recato presso alcuni Spisal a chiedere come fare per presentare domanda e i miei ex colleghi non hanno saputo darmi risposta; con ciò forse c'è qualche problema di comunicazione all'interno degli organi di vigilanza».

«PROFILI DI ILLEGITTIMITÁ»
E la critica dell'ex funzionario va oltre: «Visto il bando di Verona ho avvisato alcuni studi professionali che operano nel campo della sicurezza che hanno presentato domanda per Verona, ma nulla hanno saputo... nonostante avessero chiesto... dei fondi di Vicenza». Poi l'accusa più pesante: «Per questo dico che vi sono evidenti profili di illegittimità. Ho visto solo ieri la delibera con l'assegnazione dei fondi e mi è salita la nausea. Ma la questione, per il sindacato, è politica. Le organizzazioni sindacali accettano che le associazioni padronali si comprino il consenso attraverso i soldi delle sanzioni; in cambio, come Lazzaro, ricevono le briciole che cadono dalla tavole del banchetto. Attendo spiegazioni dalle organizzazioni sindacali».

I PASSI DELLE FIAMME GIALLE
Ora al di là delle reazioni occorrerà capire come si muoverà la GdF. Non è escluso che i finanzieri vorranno vederci chiaro in merito alle modalità con cui sono stati assegnati i fondi andando a scartabellare eventuali verbali del comitato assegnatario o altre carte. Allo stesso modo potrebbero acquisire copia della offerta pubblica dell'Ipsia Lampertico (per la quale a palazzo Balbi ci sarebbe stato più di qualche mal di pancia) per l'acquisto di un tornio da centomila euro, come potrebbero vagliare l'operato del dirigente scolastico che lo ha firmato (ossia la preside Luisiana Corradi), nonché l'operato di eventuali collaboratori della dirigente, anche dell'area tecnica, che materialmente potrebbero avere contribuito alla stesura del testo.

Ma poi come è andata a finire la gara bandita dal Lampertico i cui termini scadevano il 24 luglio? Quante offerte ci sono state? Da parte di chi? Al momento sul sito web dell'istituto non sembrano esserci comunicazioni in tal senso. Nei giorni passati però era trapelato che tra le aziende in «pole position» ci fosse la Stc macchine utensili, una srl con sede a Vicenza in viale del Lavoro.

domenica 5 luglio 2020

La storia incredibile di Mister Laserjet: dalla "massaggiatrice" cinese al Covid-19

(m.m.) «L'imprenditore vicentino, la "massaggiatrice cinese" e il viaggio a Medjugorie: Covid-XXX... La vera storia del focolaio di Coronavirus ha dell'incredibile perché ricalca perfettamente la trita parodia del Veneto laborioso e porcellone. Un cluster a luci rosse e preghiere, insomma». È questo il titolo scelto da Il Mattino di Padova che avant'ieri ha pubblicato un articolo molto effervescente in relazione alla vicenda del top-manager della Laserjet, impresa assai nota del basso Vicentino, il quale contratto il Covid-19 avrebbe messo a rischio epidemia la sua comunità. Ieri invece era stato Il Giornale di Vicenza a parlare delle condizioni di salute dell'«imprenditore Lino Fraron». Vicenzatoday.it invece due giorni fa aveva dato conto delle liason politiche del manager in una con le preoccupazioni in merito al suo comportamento espresse dai sindacati. E di come la «storiaccia» sia stata accolta sul territorio parla diffusamente il Corriere veneto in un reportage di Stefano Ferrio pubblicato sempre il 4 luglio.