martedì 31 marzo 2020

Covid-19, l'immunità totale per i superburocrati delle Ulss

(m.m.) Immunità totale per medici, aziende sanitarie e forse ministeri con la scusa della emergenza Covid-19. Sebbene ci sia qualcuno che si è già fatto avanti, anche con proposte di emendamenti in parlamento, va detto chiaro e tondo no. Diciamo con un francesismo che questa cosa è vomitevole... Va bene il momento, ma l'immunità penale, civile e erariale per medici e Ulss è schifosa. Il vero obiettivo di questa porcheria è parare il didietro alle aziende sanitarie e ai loro superburocrati per gli errori madornali commessi durante una emergenza peraltro già formalmente segnalata alle amministrazioni sanitarie regionali con una circolare del Ministero della sanità del 22 gennaio (0001997-22/01/2020-DGPRE-DGPRE-P il protocollo) e ben nota anche agli ordini professionali della professione sanitaria in quanto indirizzata anche a questi ultimi... cosa che inchioderà le Ulss alle loro responsabilità se la legge farà il suo corso... Ad ogni modo il provvedimento ipotizzato è così aberrante che potrebbe spingere più di qualcuno, che farebbe bene, a farsi giustizia da sé.

sabato 28 marzo 2020

Emergenza Covid-19, critiche alla sanità veneta e vicentina: Zaia, Ciambetti e Lanzarin nel mirino

(m.m.) Ieri il quotidiano Vicenzapiu.com ha pubblicato un lungo servizio in cui l'ex senatore del Pd Laura Puppato racconta dello sfogo di una sua persona che ha contattato la ex parlamentare del Pd alla quale sarebbero state raccontate le traversie patite da una donna e da suo marito (entrambi affetti da Covid-19) all'Ospedale di Bassano e a quello di Santorso, due nosocomi della provincia di Vicenza. «Mio marito - si legge - è in terapia intensiva a Bassano e prego perché ce la faccia. Il tampone, dopo quattro giorni che lo chiedeva da casa» dove si trovava in auto-isolamento «per aver avuto contatti con gente positiva che ci aveva subito avvertiti, glielo hanno fatto solo dopo che ha raggiunto i 40 di febbre... l'ho caricato in macchina per portarlo in ospedale, stanca di silenzi... lo hanno tenuto per due giorni in una sorta di limbo in attesa dell'esito del tampone, finché non è andato in crisi respiratoria senza che alcun esito arrivasse. Nessuno mi diceva alcunché, silenzio».

Poi un'altro passaggio che riguarda le vicissitudini stavolta patite dalla stessa donna: «Sono giunta al pronto soccorso alle 9 del mattino, per 12 ore non una di meno, sono stata in uno stanzone freddo perché dovevo attendere che finissero il turno delle Tac destinate agli oncologici... alle 16 finalmente la Tac e alle 19 mi comunicano che c’è la polmonite. Faccio notare che dodici ore per una ammalata... evidente... da Covid-19 in uno stanzone freddo con altre persone anziane in attesa di ricovero costituisce una situazione ad alto rischio per tutti. Silenzio. Alle 20 finalmente un letto... Conclusione: a Santorso va chiuso il pronto soccorso perché se si vuole destinare un centro ad una specialistica, oggi per il Coronavirus, va chiuso ogni altro accesso altrimenti si infettano i sani. La cosa è nota e stranota, lo hanno fatto presente anche i medici, ma non lo si fa perché il presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, l'assessore veneto alla sanità Manuela Lanzarin e il consigliere regionale Nicola Finco» tutti del comprensorio bassanese e tutti leghisti «sono di qui e hanno la pretesa dopo aver mantenuto in vita l'Ulss pedemontana, di fare le nozze coi fichi secchi: così abbiamo una sanità da terzo mondo, l'unica che non ha neppure istituito un numero diretto per i medici di base che devono fare la trafila come un cittadino comune, pur dovendo decidere urgenze e non... Per tornare ai tamponi oggi li fai solo se ti rechi al pronto soccorso con sintomi. Ho cercato il camper-tamponi fuori dai supermercati nei giorni in cui mio marito ha iniziato la quarantena, neanche l'ombra...».

E sullo stesso fronte, il fronte della critiche al sistema sanitario della Regione Veneto capitanata dal presidente della giunta regionale Luca Zaia della Lega, si muove anche il deputato veronese del Pd Alessia Rotta. «Da Zaia solo fake news, mascherine di carta igienica e tamponi a parole... Insinua che il governo nazionale non si stia occupando dei cittadini per nascondere le sue responsabilità». Zaia secondo la Rotta «Alimenta rabbia e malcontento» un comportamento definito «grave e vomitevole». Questo almeno è quanto riportava il quotidiano Vvox.it in un servizio di ieri.

Frattanto si muove Confindustria del Veneto. La quale chiede che le imprese non essenziali riaprano. Si tratta di una richiesta che non è ben vista dai rappresentanti dei lavoratori i quali temono che una politica del genere non faccia altro che facilitare il contagio.

venerdì 27 marzo 2020

Covid-19, se la scintilla sociale comincia a scoccare

(m.m.) In giro per l'Italia la gente comincia a patire duramente l'emergenza, se il governo non vara provvedimenti seri si rischia grosso. Video come questi sono già finiti negli uffici di competenza dei servizi e del Viminale. C'è una parte del Paese che deve essere aiutata subito. La tensione sociale può incendiarsi d'un botto, basta una scintilla, accidentale o meno che sia, perché l'incendio divampi. Per di più in contesti del genere la criminalità organizzata può approfittarne in mille modi. Il servizio pubblicato oggi da Il quotidiano italiano su un episodio capitato a Bari è lì a dimostrarlo.

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mercoledì 25 marzo 2020

I «magnaschei» svelati dal Fatto


(m.m.) Oggi Il Fatto in pagina 16 pubblica un approfondimento molto ben documentato in cui spiega come negli ultimi 15-20 anni le regioni, amministrate da ogni colore politico, abbiano massacrato la sanità pubblica riducendo i posti letto: il Veneto non fa eccezione tanto che il ritratto che alla ex Serenissima dedica Giuseppe Pietrobelli, per anni mio collega al Gazzettino, è impietoso e fa a pezzi il mito della narrazione della sanità, cara al centrodestra e sotto traccia, ma poi nemmeno tanto, ben accetta anche dal centrosinistra. Sullo stesso quotidiano se ci si sposta alla pagina prima c'è una eccellenet analisi di Giorgio Meletti il quale senza peli sulla lingua descrive come centro-destra, centro-sinistra e M5S pensino, una volta passata l'emergenza Covid-19 di riprendere a finanziare quel pozzo di San patrizio fatto di melma e tangenti che sono le grandi opere. Meletti ha il pregio di spiegare che oltre al fatto che di quattrini ce ne siano e ce ne saranno pochi, sarebbe molto meglio usare quel poco di cui disporremo per curare i comuni mortali, far funzionare i comuni, fare le tante piccole opere che servono sul territorio alla faccia dei feticisti del cemento a partire dal ministro dei trasporti Paola De Micheli (il nostro Luca Zaia peraltro non è da meno). Se poi volete completare l'opera sempre su Il Fatto di oggi ci sono due corsivi (uno del più grande giornalista italiano ovvero Massimo Fini, l'altro di un lucidissimo Salvatore Settis) che meritano una lettura attenta. Rimane un interrogativo. Ai «magnaschei» e ai «papponi» che hanno trasformato la sanità da una signora con i suoi difetti ma tutto sommato rispettata in una baldracca in disarmo che non ha nemmeno i soldi per comprarsi i preservativi riciclati che cosa dovremmo fare? In un Paese di maniere spicce come l'Afghanistan il Mullah Omar se fosse vivo lorsignori li appenderebbe al primo palo della luce all'ingresso dell'autostrada... Quando e se la tempesta passerà gli italiani che futuro riserveranno alla classe digerente che li ha amministrati? Rimane da fare un'ultima considerazione. Si sente molto poco parlare di quanto, in circostanze come queste, possa fare la Bce. Quest'ultima in ragione dei trattati europei (più nel dettaglio l'articolo articolo 123 comma secondo del testo unico sui trattati europei, ossia il Tue) dà facoltà, in buona sostanza alle banche pubbliche, di ricevere danaro creato dalla Bce. Il dettato della norma europea, sebbene scritto in modo un po' burocratico è stringente: «Le disposizioni del paragrafo 1 non si applicano agli enti creditizi di proprietà pubblica che, nel contesto dell'offerta di liquidità da parte delle banche centrali, devono ricevere dalle banche centrali nazionali e dalla Banca centrale europea lo stesso trattamento degli enti creditizi privati». Ora siccome con questo cavillo stati come la Germania ci hanno giostrato non poco. E poiché da quello che si legge sulla stampa internazionale come su quella del Belpaese pare che la Germania sia pronta a mettere in campo un bazooka monetario da paura, presumibilmente con l'ombrello della Bce, non si capisce perché altri Paesi, Italia inclusa non possano fare allo stesso modo, vista l'emergenza in corso. Di questa questione, anche se in un ambito diverso non legato alla vicenda coronavirus se ne occupò lo scrittore Marco Della Luna che sul suo blog, era il 20 febbraio 2014, approfondì proprio il tema delle possibilità che derivavano per gli stati membri della Ue di fare riferimento a quell'articolo del Tue. Una possibilità che secondo Della Luna, l'Italia, improvvidamente, non ha mai colto. 

LEGGI L'ESTRATTO DA IL FATTO

domenica 22 marzo 2020

Untori confindustriali


(m.m.) In queste ore il quotidiano Repubblica.it racconta di una levata di scudi di Confindustria che vuole infarcire di eccezioni il decreto del governo che impone lo stop della gran parte delle fabbriche. Mentre il Paese tira la cinghia, mentre i gestori di bar e di altre attività simili chiudono senza fiatare, mentre moltissime imprese in modo responsabile bloccano la produzione senza batter ciglio per cercare di contenere la diffusione del contagio, dal cilindro italiano salta fuori la solita conigliata di furbetti che chiedono eccezioni, distinguo, occhi di riguardo (basti pensare alle richieste delle concerie nel Vicentino... il pellame per borsette e scarpe alla moda è notoriamente una produzione strategica come il cibo). Questi furbetti sono i nuovi untori. Quando l'emergenza sarà passata una cittadinanza degna di questo nome dovrà ricordarsi uno per uno i nomi di questi signori e dei politici che li hanno sorretti. Quando avremo il tempo di piangere il sacrificio dei medici, degli infermieri, del personale sanitario, delle forze dell'ordine, dei lavoratori dei settori chiave che hanno perso la loro battaglia con un nemico invisibile, allora sarà giunto il momento di rendere la pariglia al nemico visibile: quello che ha anteposto il suo al bene della collettività, quello che si è mostrato così ingordo da avere reso indissolubile il binomio prendere e intraprendere. Queste persone vanno squalificate dall'esistenza civile, un popolo che si definisce tale non ha bisogno di queste protuberanze ingorde. Gli untori vanno trattati per ciò che sono...

sabato 21 marzo 2020

I giovani yankee di Vicenza e il party abusivo

(m.m.) Mentre gli italiani cercano di contenere le loro attività per limitare la diffusione del contagio accade che a Vicenza un gruppo di ragazzi organizza, violando la disciplina sugli assembramenti, un pigiama party in un appartamento: alcool e musica a tutto volume sono gli ingredienti che hanno fatto scattare un blitz da parte della polizia municipale. Il fatto (lo racconta Vicenzatoday.it) è accaduto a Vicenza in via Battaglione Monte Berico. Ad animare la festa è stato un gruppo di giovani cittadini statunitensi. Quello che colpisce in un caso del genere è che la giunta comunale della città del Palladio si è ben guardata dal puntare l'indice contro la comunità Usa che è molto presente per via degli insediamenti americani delle basi Ederle e Del Din. Eppure i predicozzi delle autorità sui comportamenti che i bravi cittadini italiani devono seguire ai tempi del Covid-19 non mancano mai, tuttavia quando si tratta di strigliare gli americani, la bonomia vince su tutto...

mercoledì 4 marzo 2020

Saluti e auguri di pronta guarigione per il giocatore dell'Hockey Trissino

(m.m.) Auguri di pronta guarigione, pacche sulle spalle virtuali, in bocca al lupo e molto altro ancora: bastava fare due passi stamani per Trissino dove la locale squadra di hockey su pista che milita in serie A1 è stata posta in quarantena dopo che il difensore Stefano Dal Santo sarebbe stato trovato positivo al test del coronavirus. E proprio nei confronti di Dal Santo, che per vero risiede a Breganze e che è ricoverato all'Ospedale San Bortolo di Vicenza, stamani i trissinesi hanno fatto sentire il loro calore: per strada, nei bar in piazza, il pensiero era al difensore, da quanto trapelato dal San Bortolo, appare in condizioni buone ed è in netto miglioramento.

martedì 3 marzo 2020

Coronavirus, in quarantena una squadra di hockey di serie A

(m.m.) Un giocatore della squadra dell'Hockey Trissino (formazione che milita nella serie A della disciplina su pista) è stato contagiato dal coronavirus. Lo riferisce il quotidiano Vicenzatoday.it con un servizio pubblicato oggi in serata. La testata riferisce che per ragioni di precauzione tutta la squadra è stata posta in quarantena. Sempre in serata la testata romana Sportface.it riferiva che il tesserato che è ricoverato al San bortolo di Vicenza è il difensore Stefano Dal Santo, che peraltro è originario di Breganze, sempre nel Vicentino, dove risiede.

lunedì 2 marzo 2020

Il coronavirus e il documento del think tank americano del 2000

(m.m.) Nel 2000 la fondazione neocon statunitense «Project for the New American Century», vicina a personaggi del calibro di George W. Bush, Dick Cheney, Donald Rumsfeld, pubblicava «Rebuilding America's defenses». A pagina 60 di quel documento c'era un passaggio che testualmente recitava: «... advanced forms of biological warfare that can target specific genotypes may transform biological warfare from the realm of terror to a politically useful tool». Alla grossa si potrebbe tradurre così: «... forme avanzate di guerra biologica che possano avere quale obiettivo specifici genotipi potrebbero trasformare la guerra biologica da dominio del terrore in un utile strumento politico». Quello che sta succedendo da mesi con il coronavirus è, poco o tanto, noto.  Se ci sia un nesso tra quanto vent'anni fa recitava quel documento, che io ebbi modo di leggere quando da giornalista de Il Gazzettino mi occupai delle polemiche sorte attorno alla costruzione di una nuova base Usa a Vicenza proprio nella prima decade degli anni duemila, io non lo so...