sabato 22 giugno 2019

Ponti: grandi opere, anche il M5S si è arreso

(m.m.) Oggi Il Fatto quotidiano in pagina 13 pubblica un corsivo del professore Marco Ponti, uno dei maggiori esperti di economia dei trasporti in Europa. Nell'articolo Ponti spiega, papale papale, come negli anni sia stato arginato ogni tentativo di mettere un freno al meccanismo del malaffare nelle grandi opere. E rende plasticamente l'idea di come anche il M5S, in primis con il suo ministro dei trasporti Danilo Toninelli, abbia volontariamente abdicato rispetto a questo bisogno primario di democrazia. La ricerca del consenso e la pervasività di una lobby potentissima sono un moloch di fronte al quale tutti i governi si inchinano, anche quelli nelle cui fila militano quei politici che in campagna elettorale avevano cavalcato l'idea di aprire i reconditi dello Stato come una scatoletta di tonno. Ora, se lo dice uno dei principali consulenti del ministro Toninelli, la cosa assume una doppia gravità. E pensare che le tesi di Ponti un tempo erano state prese in considerazione pure dall'ex premier democratico Matteo Renzi... Bisognerà solo capire se la rendita incondizionata è maturata strada facendo. E se era stata già accettata prima che chi per anni aveva sbraitato contro le grandi opere aveva avuto sentore che si stessero aprendo le porte di palazzo Chigi: tutto cambia perché nulla cambi. Questa vicenda dimostra per l'ennesima volta come sia facile, specie in Italia, incanalare il dissenso in un binario morto, sfruttando quel poco che rimane di anelito di onestà dei cittadini, come carburante per la sola ascesa al potere.

LEGGI L'INTERO CORSIVO DI MARCO PONTI

giovedì 20 giugno 2019

Inghippo Spv

(m.m.) Una nota diramata ieri dall'amministrazione regionale veneta, più segnatamente dalla struttura di progetto della Superstrada pedemontana veneta, sta facendo il giro dei media. Nel dispaccio si parla di una serie di inghippi burocratici che potrebbero mettere in seria difficoltà il proseguo dell'opera, da sempre oggetto di dure contestazioni. Il Gazzettino dedica alla vicenda un servizio e un corsivo. In quest'ultimo, che è firmato da Ario Gervasutti, si sostiene che lo sgambetto alla costruenda superstrada, nota come Spv, lo abbia fatto l'attuale ministro dei trasporti Danilo Toninelli, in quota al M5S. Frattanto sullo sfondo rimane la questione ancora irrisolta delle opere complementari. La Pedemontana per essere tale non ha bisogno solo dell'arteria, ma pure delle opere necessarie all'immissione nella stessa Spv. Questo obbligo sarebbe dovuto essere in capo al privato. E invece la questione è stata lasciata, colpevolmente sostengono i detrattori, nella indeterminatezza. Ma allora quei cinquecento milioni da dove potrebbero arrivare? Se si guarda all'agenda dei grandi eventi nel futuro a medio termine per l'Italia ci sono le Olimpiadi invernali, meglio note come i giochi di Cortina e Milano. Alla luce del contesto in divenire è molto probabile, anzi certo, che pezzi della politica, magari col suggerimento a mezzo stampa di qualche soggetto cerniera tra politica e imprese, chiederà che nel pacchetto Olimpiadi si cerchino i soldi per finire una Spv, che oltre a sembrare maledetta presenta costi in continuo aumento a tutto detrimento della collettività. Le cose stanno davvero così? Sarà il tempo a dirlo, ma intanto tra i comitati sembrano serpeggiare i peggiori timori. Massimo Follesa, portavoce del Covepa (una associazione che osteggia la Spv) si dice pronto a scommettere «una pizza» col governatore veneto, il leghista Luca Zaia «che lo stesso presidente della giunta regionale o altri stakeholder di qualche tipo prima o poi chiederanno a gran voce di impiegare per la Spv una parte dei quattrini per le Olimpiadi». 

venerdì 7 giugno 2019

Caso Vallugana-Spv: durante il convegno bacchettate le autorità

(m.m.) Una cinquantina di persone ha preso parte ieri a San Tomio, frazione di Malo nel Vicentino, ad un dibattito pubblico intitolato «Mafie ambiente e grandi opere» organizzato dal Covepa, il coordinamento che da anni si batte contro la realizzazione della Superstrada pedemontana veneta, nota come Spv. Il convegno è arrivato in un momento delicato perché una delle famiglie che nella zona di San Tomio Vallugana protesta contro il cantiere Spv localizzato in località Covolo, sarebbe stata oggetto di alcune intimidazioni peraltro segnalate ai carabinieri. Di più, la zona da diverso tempo è al centro di una querelle ambientale che recentemente è sfociata in alcuni controlli ordinati dalla magistratura di Vicenza. Il tutto mentre sale il lamento dei residenti che non ne possono più del cantiere.

IL J'ACCUSE
«Mi fa specie che i militari di Thiene e di Malo non si siano ancora presi la briga di convocare i coniugi Viero, i coniugi oggetto della intimidazione assieme alla figlia della coppia, per approfondire quanto segnalato nelle denunce già depositate dai due» ha fatto sapere ieri il moderatore dell'incontro ovvero Massimo Follesa, coordinatore del Covepa, una associazione che da anni si batte contro la Spv, associazione che ha organizzato l'incontro di ieri.

PARLA IL CONSULENTE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA
Più in generale la serata ha visto protagonista il professor Enzo Guidotto, presidente dell'Osservatorio veneto sul fenomeno mafioso. Come relatore Guidotto, anche alla luce della lunga sua esperienza nel campo (anni fa è stato per due volte consulente della commissione parlamentare antimafia, ed è di queste ore la notizia, pochi giorni fa è stato richiamato per la terza volta quale consulente dell'organismo bicamerale) ha parlato a lungo del crimine organizzato. Ha parlato di una «preoccupante porosità del tessuto imprenditoriale veneto a quelle che in modo ambiguo i media definiscono infiltrazioni quando invece si parla di stabili connivenze che abbracciano l'intero mondo dei colletti bianchi, politica inclusa» ha attaccato Guidotto che oltre ad essere uno scrittore è stato per molti anni docente di scuola media superiore e poi preside in diversi istituti veneti.

VENETO, INFRASTRUTTURE ED ECOREATI
Guidotto ha anche fatto una lunga carrellata di imprese del Nordest che in qualche maniera, direttamente o indirettamente, hanno avuto a che fare col business delle ecomafie e delle infrastrutture e al riguardo ha segnalato come «le pubbliche commesse da anni siano un ottimo sistema per le mafie per fare affari e per riciclare danaro sporco frutto di attività illecite». Poco dopo è partita una stoccata: «È grave che in una serata dedicata ad un tema del genere dopo i fatti di cui si è avuto notizia dai media non ci siano i carabinieri del luogo e non ci siano rappresentanti della amministrazione comunale» ha aggiunto Guidotto, che pur risiedendo da cinquant'anni nella Marca, è di origine siciliana. A margine della serata si è aggiunto un altro commento di Follesa che non è andato molto per il sottile: «Il cielo non voglia che ci sia qualcuno nelle istituzioni che miri a isolare i Viero perché l'isolamento è la prima fase di una strategia che le mafie adottano sempre prima di colpire qualcuno».

L'AVVOCATO: «NON FATEVI AZZITTIRE»
In serata ha preso la parola anche Giorgio Destro, il legale patavino che cura gli interessi del comitato dei residenti della zona Vallugana il quale recentemente aveva diffidato la Sis, il concessionario incaricato di realizzare la Spv, dall'esplodere le mine per lo scavo del tunnel in via di scavo proprio a ridosso della località Covolo. «Tutti sanno che la mafia porta avanti i suoi interessi violando sistematicamente la legge. Ma poi è quella che della legge si serve e come per difendersi quando in qualche modo viene presa di mira dalle inchieste, anche quelle giornalistiche». Il riferimento è, anche, alle querele temerarie con cui i criminali non di rado cercano di ammansire i cronisti scomodi. «Ed è per questo motivo - fa sapere Destro - che comitati e cittadini non debbono mai smettere di gridare le loro ragioni e non devono arretrare o farsi azzittire». Ad ogni modo il mio studio legale nelle prossime ore, in relazione alla querelle ambientale che da giorni coinvolge quel cantiere, inoltrerà una nuova segnalazione alle autorità competenti».

SVERSAMENTO ILLECITO? L'OPERAIO IMMORTALATO
A spiegare di che cosa si tratti ci ha pensato, sempre durante il dibattito, la dottoressa Marina Lecis, che da anni collabora con lo studio Destro quale consulente scientifico. «Poche ore fa - ha detto quest'ultima durante il dibattito - abbiamo pizzicato le maestranze, più precisamente un operaio, che sversavano acqua di cantiere, acqua di un colore impossibile, in una roggia. Questa cosa non si può fare. E vorrei capire se lorsignori dispongano di una qualche deroga speciale e se lorsignori abbiano fatto affidamento su una norma del codice dell'ambiente che io non conosco». Poco dopo la fine della serata Lecis ha anche mostrato lo scatto oggetto della sua lamentela.