sabato 27 gennaio 2018

Ripensamenti grillini su Arman? «Voci mai giunte alle mie orecchie»

(m.m.) L'avvocato trevigiano Andrea Arman stando ai media veneti potrebbe essere tra i candidati esterni e indipendenti scelti dal M5S per correre per un posto al Senato nella ripartizione veneta per l'uninominale. Secondo i quotidiani la cosa sarebbe ormai fatta. Tuttavia a livello romano ci sarebbero stati molti dubbi sulla figura dello stesso Arman in ragione del suo supporto fornito in passato a Plebiscito.eu, la controversa creatura politica che vede in Gianluca Busato il volto più noto e più attivo a Nordest.

Tra gli aspetti che avrebbero messo in allerta i collaboratori che stanno scremando le liste degli esterni, ai quali i grillini hanno dovuto ricorrere un po' per mancanza di candidati un po' per la gravosità oggettiva dei collegi uninominali (che richiedono notorietà e presa sul territorio e che rischiano di essere il punto debole della loro campagna elettorale), c'è proprio la questione Plebiscito.eu: un soggetto politico indipendentista che nel 2014 fu al centro di una polemica al vetriolo sia per una storia di dati falsati rispetto al referendum virtuale sull'indipendenza lanciato dallo stesso Busato, sia per la controversia sui cosiddetti bond veneti originati sempre nella placenta di Plebiscito.eu e alla cui nascita contribuì fattivamente proprio Arman, il quale faceva parte del team giuridico-legale a supporto dell'iniziativa.

Va anche detto che negli anni a venire il baricentro della presenza di Arman si è spostato decisamente sul fronte degli attivisti che hanno criticato la classe dirigente alla basa del collasso delle popolari venete. L'avvocato infatti è stato uno dei volti più noti della protesta soprattutto nel coordinamento Don Torta del quale è uno degli attivisti più conosciuti. Ed è stata proprio la presenza in questo ultimo coordinamento ad interessare i vertici del M5S i quali sanno che nel Veneto quello delle banche è ancora un fronte caldissimo. Va anche ricordato che nel 2015 il M5S veneto e Plebiscito.eu siglarono una iniziativa comune in vista delle elezioni regionali.

Ma delle eventuali perplessità giunte da Roma Arman è a conoscenza? E soprattutto la sua candidatura è cosa certa? «A essere onesto alle mie orecchie non sono mai giunte voci del genere. Quanto poi alla candidatura posso solo dire che tutto sarà ufficializzato al momento opportuno. Al riguardo, almeno ora, non posso aggiungere altro».

sabato 20 gennaio 2018

Epifania delle Terre: nuove accuse contro Dal Toso

(m.m) Per chi pensava che la querelle seguita alla celebrazione della Epifania delle terre a Castelgomberto nel Vicentino fosse svaporata si dovrà ricredere. La messa in favore dell'ambiente fa registrare un nuovo capitolo. Pochi minuti fa Massimo Follesa, coordinatore del Covepa ha lanciato un j'accuse micidiale nei confronti di Lorenzo dal Toso (in foto), primo cittadino castrobertense.

Pochi minuti fa infatti Massimo Follesa, portavoce del Covepa, il coordinamento che si batte contro la Pedemontana veneta ha avuto parole di fuoco per il comune della valle dell'Agno, già presa di mira alcuni giorni fa perché ritenuto di essersi messo inopinatamente di traverso alla organizzazione della manifestazione ambientalista del 6 gennaio. Il j'accuse è stato distillato sul blog dell'associazione.

«Sono passate ben due settimane dall'Epifania delle terre  - si legge - al primo cittadino di quel comune, tale Lorenzo Dal Toso, avevamo chiesto una netta presa di distanza dai suoi uffici, i quali non solo provocatoriamente, ma anche contro la legge, per concedere il benestare alla celebrazione della messa avevano chiesto copia dell'autorizzazione vescovile. Una richiesta che non aveva nulla a che fare con le competenze della municipalità. Cosa che peraltro assai correttamente è stata rilevata dalle autorità preposte all'ordine pubblico».

E le bordate non finiscono: «Prendiamo atto che la presa di distanza di Dal Toso non c'è stata, il che significa che il sindaco è politicamente complice di un episodio tanto vergognoso quanto ridicolo». Poi c'è un passaggio durissimo in cui si fa una disamina sugli ultimi fatti, anche di cronaca nera, che hanno toccato la valle dell'Agno: «É chiaro che da parte di qualcuno molto in alto scegliere quel luogo simbolo per parlare di Pedemontana, di Miteni, ma anche di infiltrazioni mafiose nella Valle dell'Agno nonché degli incendi, forse in odore di 'ndrangheta, che hanno colpito proprio Castelgomberto, deve essere stato assai imbarazzante».

L'intervento si chiude con un commento al curaro: «Purtroppo se non fossimo a Castelgomberto, dove peraltro una cittadinanza imbelle tollera un sindaco diversamente assolto in una storiaccia giudiziaria dozzinale per abuso d'ufficio, tutto ciò non sarebbe mai accaduto. Cittadini più innamorati della loro comunità, con più attributi e meno efebicamente invaghiti dei loro schei, avrebbero preso a pedate nel di dietro il primo cittadino. E lo avrebbero riconsegnato, seduta stante, al suo negozietto di stracci e mutande dal quale ha iniziato la sua poco utile, alla collettività, carriera politica. Sindaco - si legge ancora nella nota - non le chiederemo più di vergognarsi. Lei non solo non ha la coscienza per farlo, e tanto meno le qualità morali, ma, a questo punto, non ha nemmeno quelle che le consentirebbero di comprenderne la necessità, visto il guazzabuglio che lei, senza battere ciglio, ha permesso fosse combinato da quell'insieme di corridoi ed uffici che lei continua a chiamare amministrazione comunale e invece tratta come il suo zerbino di casa».