domenica 19 settembre 2021

Il vaccino, la bassanese pronta all'estremo sacrificio e il project financing




In queste ore sta facendo discutere la presa di posizione Ilaria Brunelli, la consigliera comunale di Bassano del Grappa la quale sulla sua pagina Facebook ha dichiarato: «Mesi fa valutavo l'idea di vaccinarmi. Ma l'aggressività e la coercizione che adottate sono così abnormi che ho deciso che non mi vaccinerò per nulla al mondo... Ve lo dico col sorriso di chi non ha paura di morire per un Diritto». Ne parla diffusamente Vicenzatoday.it peraltro. Si può valutare in mille modi l'uscita della consigliera. Ma gli attacchi ad alzo zero partiti nei suoi confronti da Italia viva sono di una idiozia siderale. La Brunelli, che ci creda o no, ha parlato di una sua scelta personale e di come intenderebbe portare avanti fino in fondo il suo convincimento personale: chiedere le sue dimissioni perché si dichiara pronta a morire per un principio è quanto di più violento, ipocrita e imbecille si possa dire. Mutatis mutandis è come se la stessa critica i signori di Iv e i loro aficionados lal muovessero a Jan Palach quando decide di darsi fuoco per protesta contro la occupazione sovietica della Cecoslovacchia adducendo la giustificazione che le sue dichiarazioni prima della «hanno dell'incredibile e sono politicamente deprecabili». Sarebbe facile accusare gli estensori della critica cucinata nelle stanze di Italia viva come il risultato del pensiero unico. Non è vero perché di pensiero lorsignori sembrano non averne affatto. Alla Brunelli invece sarebbe da domandare come mai, visto che lei si dice pronta a portare fino alle estreme conseguenze l'affermazione di un diritto non abbia mai detto nulla sullo scempio (ambientale, economico, sociale per tacere sul resto) che un'opera come la Superstrada pedemontana veneta ha cagionato al Bassanese e non solo. Si tratta di un'opera che sul piano politico è stata imposta ai territori con una ipocrisia e una violenza pari se non maggiore rispetto a quella con la quale i corifei del pensiero unico stanno occultando dietro al green pass trent'anni di privatizzazione strisciante della sanità pubblica, Veneto in primis, contro la quale però Brunelli, Iv e tutte, o quasi, le forze presenti nell'arco politico, ben si guardano dal criticare i padroni del vapore. Evidentemente contro il vaccino si può essere pronti all'estremo sacrificio, contro il project financing (che a partire dalla sanità per passare alle grandi opere) che depaupera le casse pubblica rendendo più difficili le cure della gente, invece si tace. Ergo... Rimane solo una cosa da dire. Ma se per ipotesi di punto in bianco le limitazioni sparissero, il vaccino non fosse più richiesto e il green pass finisse in discarica il Veneto e l'Italia sarebbero un posto migliore e più democratico? La risposta è no. Perché la linea del non ritorno, tra ambiente massacrato, diritti sociali calpestati, mafie imperanti in ogni ambito, schiavitù varie e analfabetismo funzionale ormai dilagante, la via del declino è già stata imboccata da tempo. Evidentemente c'è qualcuno, tra quelli che oggi protestano più o meno sonoramente, che semplicemente vorrebbe essere lasciato in pace a bere il suo spritz davanti ad una zona industriale abusiva mentre la fase terminale di quella colorita cloaca che chiamiamo democrazia italiana entra nel vivo.