martedì 26 febbraio 2019

Veneto, fuoristrada cacciatori nei sentieri montani e doppietta contro i lupi: la maggioranza va KO

(m.m.) Sui sentieri di montagna veneti non sarà consentito ai cacciatori di scorrazzare con i loro fuoristrada durante le battute di caccia. Il progetto di legge regionale che era stato avanzato da quegli ambienti della maggioranza di centrodestra vicini alle associazioni venatorie si è schiantato contro il fuoco di sbarramento che in consiglio regionale le opposizioni ed una parte della stessa maggioranza hanno fatto piovere sulla proposta. Il consigliere del Pd Andrea Zanoni, che era stato tra i primi a salire sulle barricate, questa sera con un intervento sulla sua pagina Facebook ha annunciato la battuta d'arresto. Una battuta d'arresto che ha toccato anche la proposta per la caccia al lupo. «Il lupo è salvo, la legge non si vota... Non pervenuto in aula il relatore della legge...». E ancora «I fuoristrada dei cacciatori restano fuori dai sentieri di montagna, il progetto di legge è stato rinviato in commissione. Grazie a tutti i cittadini e alle associazioni che si sono mobilitati per tutelare la natura e il diritto di camminare in montagna in tranquillità». Queste nel dettaglio le parole usate dal consigliere regionale trevigiano che domani potrebbe tornare sull'argomento.

domenica 10 febbraio 2019

Foibe? Solo se ne parla in modo serio...

(m.m.) Oggi è il giorno del ricordo delle vittime delle foibe. Non se ne può più della piega che ha preso la discussione sull'argomento. Non se ne può più di quelli che sostengono che non ci siano state o che ne sminuiscano la portata: sono insopportabilmente ipocriti. Ma non se ne può più nemmeno di quelli che si indignano perché ci sono state. Dopo i fatti, spesso tremendi, che hanno contraddistinto il regime fascista in parte della Slovenia e in parte della Croazia (sia prima che durante il II conflitto), era necessario, nel senso latino, che la controparte, vinta la guerra e riscritta la storia come fanno sempre i vincitori, andasse in cerca per le spicce di colpevoli veri o presunti che fossero.

Nelle zone di confine tra Italia ed ex Jugoslavia gli italiani tutti indistintamente, che piaccia o no, sono stati visti come i responsabili della oppressione fascista. Il che ha scatenato una caccia all'uomo su base etnica con cui non solo, a torto o a ragione, si è creduto di pareggiare i conti, ma anche si sono eliminati avversari politici (perfino nella stessa cerchia comunista), rivali per altre ragioni le più disparate e via dicendo: fino all'accanimento dovuto ad antiche inimicizie che con la politica e la guerra poco o nulla c'entravano.

C'est la guerre mes amis... Per cui quando, astrattamente ci si indigna, anche giustamente, per quanto accadde a piazzale Loreto (nel concreto una sceneggiata messa su da una parte della galassia partigiana su ordine dei servizi britannici perché non si scoprissero gli altarini della liason di Churchill con Mussolini), al contempo si deve mettere in preventivo che quando trascini un Paese in guerra per i tuoi affari e quelli dei potenti che ti sorreggono, Confindustria in primis, alla fine le conseguenze si pagano spesso in modo irrazionale e bestiale. Hai voluto la dittatura? Va bene. Te ne assumi poi le conseguenze: tutte. Il ricordo delle foibe non sarà mai la rivincita per il modo miserevole, molto italiano, con cui l'Italia fascista ha perso la guerra. Per cui, cari cultori del ricordo delle foibe, smettetela di tempestarmi di messaggi Whatsapp inutili. Sottoponetemi invece solo considerazioni serie. Di quelle ce n'è sempre bisogno.