giovedì 21 ottobre 2010

Una verità scomoda

Lettera aperta ai vicentini

Ho letto con molta tristezza la stampa locale del 13 ottobre la quale ha parlato del patteggiamento richiesto da Marcello Sedda rispetto al quale c'è il placet della procura della repubblica. Sedda è uno dei personaggi chiave dell'inchiesta dirty leather. Ne è una delle menti finanziarie come si legge sui media. Vedere che l'ammenda per lui preventivata è si e no quella che si accorda ad un ladro di polli rende ogni discorso sulla equità di trattamento dei cittadini di fronte alla legge una seccatura o un insulto. Un insulto per quegli sciagurati che invece di architettare evasioni miliardarie vivono con semplicità, dignità e onestà la loro vita di tutti i giorni. Ora so benissimo che il pattegiamento non è definitivo e che la decisione ultima è prerogativa della magistratura giudicante. Ed è proprio a quest'ultima che rivolgo, col rispetto dovuto, un appello col cuore in mano. I giudici tengano nel dovuto conto il comportamento di Sedda e le leggi italiane. Sperando che rifiutino questa sorta di patto che umilia la gente per bene. Al contempo spero che le mie parole non vengano strumentalizzate dai soliti farisei della tripla morale. Purtroppo dopo la pubblicazione delle notizie sul consulente Sedda non ho sentito alcuna parola di sdegno da parte della politica. Prossimamente per manifestare il mio convincimento accenderò due lumini. Uno in segno di sgomento sotto la procura e un altro in segno di speranza sotto il tribunale. Ecco proprio perché dalla politica e dalle istituzione in merito alla vicenda non ho sentito che un assordante silenzio, chiedo, ai politici in primis, di sottoscrivere questo appello-sostegno nei confronti dei giudici affinché possano decidere in serenità e giustizia. Questo appello vale in primis per il presidente della provincia (e per i suoi amministratori), per gli amministratori della Valchiampo, per gli onorevoli vicentini, per i consiglieri regionali, per il sindacato e le organizzazioni di categoria, ma anche per gli amministratori del comune capoluogo. Potete sottoscrivere il mio appello inviandomi una email (equizifranca@libero.it) o dando commento positivo alla iniziativa sulla mia pagina Facebook che prestissimo sarà aggiornata in questo senso. Alle manfrine di chi marcherà il suo distacco da questa iniziativa spiegando che la magistratura deve fare il suo corso rispondo che tali frasi non hanno senso. I ragazzi che in Calabria manifestano solidarietà ai magistrati messi nel mirino dalle mafie locali sostengono il diritto dovere degli stessi magistrati a lavorare con indipendenza. Ma si scagliano contemporaneamente contro ogni sfregio nei confronti della legalità e del vivere civile. Di conseguenza se ci saranno persone tra le istituzioni e la politica che non sottoscriveranno tale messaggio saranno di fronte alla gente considerate complici morali del metodo Sedda o ghiotto che si voglia dire.

Franca Equizi, una semplice cittadina
equizifranca@libero.it
338-4644442

20 ottobre 2010

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