mercoledì 11 gennaio 2017

Finanziaria regionale, l’ira di Italia Nostra Treviso

(m.m.) La finanziaria di fine anno ha segnato uno dei momenti di tensione più acuta a palazzo Ferro Fini. La maggioranza di centrodestra capitanata dal governatore leghista Luca Zaia ha dovuto faticare non poco per portare a casa una legge contestata a più riprese, soprattutto per le ricadute sul piano ambientale e urbanistico in ragione del collegato alla legge stessa che contiene una serie di nuove misure che secondo le opposizioni andavano trattate con una discussione ad hoc, in un’altra sessione di lavori.

«Non abbiamo parole per definire la scelta di un approccio del genere - sbotta Romeo Scarpa, il vulcanico ingegnere che guida Italia Nostra Treviso - il quale parlando del testo licenziato in Regione Veneto parla di legge «elaborata nel peggiore dei modi e che sa di marchetta nei confronti» di questo o quel consigliere di maggioranza» il tutto «nel nome della confusione». Il presidente della associazione puntando l’indice contro palazzo Ferro Fini parla di cultura politica «di infimo livello» e ricorda che un approccio molto simile fu scelto all’epoca della giunta forzista guidata dall’allora governatore azzurro Giancarlo Galan.

Dunque Scarpa, entrando nel merito delle novità che sono state introdotte per volontà della maggioranza come giudicate voi di Italia Nostra la norma cucinata in Regione in tema di cave?
La questione cave è una vergogna per il solo fatto che sono oltre 40 anni che non riescono ad approvare un legge quadro e siamo già sotto sanzione dalla Comunità Europea perchè gravemente inadempienti. Con la crisi edilizia e con l'eccesso di ghiaia proveniente dagli scavi della Pedemontana Veneta: ben nove milioni di metri cubi che nessuno vuole. Non ha alcun senso prorogare le concessioni a chi le ha già e scava già sottofalda. Sono piaceri a grandi elettori che hanno alle spalle una lobby potente che viene ricevuta con tutti gli onori a palazzo Balbi. Siamo sul livello di Trump che nomina capo dell'Ambiente quello che vuole far passare l'oleodotto a casa dei Sioux su scala regionale. Marchette pure e semplici per conservare i voti.

Sul piano più specifico della urbanistica e della edilizia c'è qualche cosa che vi preoccupa visto che la vostra associazione si occupa in primis di tutela dei beni storici e paesaggistici? Se sì perché?
Un esempio è un articolo del collegato, il numero 33, che prevede di dismettere tutti i beni non funzionali delle Ulss per fare cassa e far funzionare il sistema; scrivono una norma che tende ad esautorare i Comuni da scelte importanti per cui con una semplice conferenza dei servizi cambiano le destinazioni d'uso di intere aree anche se i piani regolatori non lo prevedono. È una cosa gravissima. Siamo alla deriva di ogni programmazione. In pratica “paroni a casa nostra… ma la regione ‘ze parona de tuti”.

Ma voi avete denunciato pubblicamente tutto cio?
Assolutamente sì. Lo abbiamo pure spiegato sul nostro portale. E con un linguaggio molto genuino.

Ci sono altri aspetti che vi preoccupano o ci sono altri ambiti in tema di edilizia, urbanistica, ambiente, paesaggio e trasporti che la regione avrebbe potuto riformare e che non ha riformato? Se sì perché e quali novità auspicate in tal senso?
In generale nella nuova disciplina votata a palazzo Ferro Fini tutto è più o meno improntato al caos o alla deregulation. Anche alcune sagge, anche se esigue, restrizioni della legge urbanistica 11 del 2004, vengono passo passo smantellate dal ricorso continuo a due paroline tanto semplici quanto pericolose.

Quali?
Deroghe e proroghe.

Che impressione ne avete ricavato, non è mica possibile che tutti tacciano o che tutti dormano. O no?
L’attuale maggioranza si è fatta eleggere sfruttando una sorta di paura oscura verso gli immigrati e di contestazione in nuce contro le pratiche centraliste romane. Poi gestisce il potere come e peggio del sistema romano. L'opposizione tendenzialmente dorme, salvo alcune rare eccezioni, che però sono impotenti visti i numeri in ballo. Il consigliere Sergio Berlato di Fdi, potente lobbista dei cacciatori fa il bello ed il cattivo tempo e nella sua commissione, Caccia-Pesca-Agricoltura, propone emendamenti che modificano il perimetro dei parchi. Ormai sono addirittura saltati i freni inibitori. Tutti pensano di poter far tutto. Siamo alla follia.

Intendete inasprire la protesta? Non rischiate una battaglia donchisciottesca?
La nostra associazione ha il dovere di continuare a denunciare, insieme con altri, un sistema dove le cose si risolvono andando dal potente a chiederle e non perché ne hai diritto. Al sud questo sistema si chiama "mafia", da noi si chiama “cossa comanda sior paròn”, ma è sempre mafia.

Epperò di morti sul selciato non se ne vedono. Perché?
Mi scusi, ma non è il pm palermitano Antonino Di Matteo a dire che la mafia più evoluta ha nel suo dna la ricerca di un rapporto di pacifica convivenza con le istituzioni? Ma c’è qualcuno che per convincersi ha ancora bisogno di coppola e lupara? Per cortesia.

Maggioranza e giunta potevano invece occuparsi di più di altri aspetti?
Sì, ovviamente

Ad esempio?

Smog, polveri sottili, stato delle acqua, terra. Invece in queste settimane l’esecutivo ha reso ancor più ricchi certi agricoltori con la ulteriore estensione della area del Prosecco doc. Tra un po’ saranno prosecchizzate anche le crode dolomitiche: tutto in nome “dei schei”. Noi comunque a breve avvieremo iniziative specifiche sulla Spv, sulla vicenda di Villa Emo, sul caso tangenziali venete, sullo stato delle acque e sul parco della Storga. Dobbiamo farlo.

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