sabato 13 ottobre 2018

Check up Pedemontana, Covepa Vs Toninelli: vi siete rimangiati la parola

(m.m.) Il Covepa, il Coordinamento veneto pedemontana alternativa si scaglia contro la recente decisione del governo di Roma di non inserire la Spv nel gruppo di quelle grandi opere che non saranno assoggettate alla valutazione costi benefici. É questo il senso della lunga video-intervista rilasciata ieri a chi scrive da Massimo Follesa, portavoce dello stesso Covepa. La scelta operata da palazzo Chigi sarebbe stata messa nero su bianco sul documento di programmazione economica e finanziaria, il Def.

La novità sta scatenando polemiche a non finire nella galassia ambientalista veneta. Follesa definisce la decisione del ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli del M5S, cui viene attribuita la responsabilità politica di escludere la Pedemontana dalla valutazione costi benefici, una calata di brache nei confronti del diktat politico della Lega. E nel contempo fa un paio di rivelazioni. Spiega di avere formalmente presentato una istanza al Ministro dell'ambiente Sergio Costa (in quota ai Cinque stelle anche se non appartenente al movimento fondato da Beppe Grillo) affinché sia valutata l'ipotesi di rescindere il contratto in essere tra concessionario della Spv, la Sis e il concedente pubblico, la Regione Veneto, in danno alla prima. Poi sempre Follesa spiega di avere informato anche l'autorità giudiziaria di alcune condotte dubbie proprio in tema di Pedemontana, lamentando il fatto che di quelle denunce indirizzate alla autorità giudiziaria di Venezia «non si è saputo più nulla».

Un j'accuse durissimo verso la magistratura per il quale si chiede l'intervento del ministro di grazia e giustizia Alfonso Bonafede, pure lui del M5S, affinché attivi una ispezione ministeriale ad hoc. Tuttavia alla fine del suo intervento il portavoce del Covepa muove un'accusa al M5S, il quale alle ultime politiche ha fatto il pieno di voci nel mondo ambientalista. L'ultima apertura alla Pedemontana Veneta, dopo che in campagna elettorale tutto il M5S si era detto contro a partire dal leader Luigi di Maio, potrebbe costituire l'inizio del declino di un movimento che nato per riformare profondamente il Paese rischia di tramutarsi in uno strumento «di gestione del potere».

Chiaramente saranno i mesi a venire a dire una parola definitiva in merito mentre nel frattempo si moltiplicano le incognite sul futuro dell'opera in quanto tale. Da giorni per esempio da ambienti vicini al mondo delle maestranze che operano sui cantieri, specie quello della galleria di Malo, filtrano una serie di indiscrezioni relative ad un utilizzo poco ortodosso di alcuni materiali da costruzione a partire dal calcestruzzo. Si parla di per l'appunto di calcestruzzo non affine a quello previsto dal capitolato. Per questo ambito però dovrebbe esprimersi la direzione dei lavori. L'opera infatti è realizzata col meccanismo del project financing e la direzione dei lavori non è solo una emanazione del concessionario, quindi della parte privata, ma in ragione degli obblighi conferiti dalla legge al concessionario medesimo, il direttore dei lavori ricopre per certi aspetti pure la veste di pubblico di ufficiale.  

ASCOLTA LA VIDEO INTERVISTA A MASSIMO FOLLESA

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