Vincenzo Pietrantonio, un anestesista molto noto ai colleghi in forza all'Ospedale di Padova nonché al 118 della città del Santo, ieri sulla sua bacheca Facebook ha raccontato di un probabile falso negativo al test rapido per il Covid-19, un falso negativo poi rivelatosi positivo al virus. Nella storia di questi giorni, che sui social network sta spopolando, c'è però un dettaglio non da poco. Il falso negativo al test è risultato proprio il medico, il quale ha puntato l'indice sul governatore Luca Zaia (da tempo alfiere dei test rapidi). E la cronistoria messa nero su bianco da Pietrantonio parla da sola: «Giovedì 3 dicembre 2020 vengo sottoposto a tampone rapido antigenico, nell'ambito del sistema di screening reparti, esito: negativo. Venerdì 4 dicembre, a meno di 24 ore di distanza, vengo sottoposto a tampone molecolare nell’ambito di una diagnostica di routine per motivi personali. Domenica 6 dicembre ore 9:27 la Medicina Preventiva mi comunica l'esito positivo del tampone molecolare. La domanda sorge spontanea: a che serve lo screening di reparto fatto con il tampone rapido visto l'evidente falso negativo?».
Appresso c'è un quesito indirizzato al governatore veneto Luca Zaia: «Una seconda domanda è: presidente... Zaia su che base scientifica ha deciso di adottare i test rapidi per lo screening del personale sanitario? In particolare lo ritiene sufficiente anche per chi lavora in prima linea come me presso il servizio di urgenza ed emergenza medica Suem-118... e non solo...?».
E il j'accuse prosegue: «Ho utilizzato, come del resto tutti i colleghi, i dispositivi di protezione personale, i cosiddetti Dpi, anche, forse, eccedendo nel loro utilizzo, ma mi ritrovo positivo, non che questo sia una sua colpa presidente Zaia, ma potrebbe essere che io sia positivo dal penultimo test rapido fatto il 26 novembre risultato negativo». Poi si legge: «dal 26 novembre ho lavorato, seppure indossando i Dpi prescritti, e ho soccorso pazienti no-Covid, pazienti Covid, accertati dispnoici, ho fatto più di una constatazione di decesso su Covid accertati e Covid sospetti, ho interagito con colleghi ed infermieri... per non parlare dei familiari... entrambi grandi anziani... che vivono con me».
E la riflessione termina poco dopo: «Come ebbi a dire a marzo, quando i Dpi erano centellinati e non esisteva nessun percorso precostituito vista la completa assenza di un programmazione, sia nazionale che regionale in caso di pandemia, mi sento un vuoto a perdere...».
Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, così come si gloria di suoi presunti meriti nella sanità regionale in egual modo dovrebbe assumersi le relative responsabilità là dove le cose non vanno bene.
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