lunedì 2 luglio 2012

Mazzuoccolo gate

La sorpresa che non ti aspetti (o forse sì). Si annida in un numero di telefonico, in fondo a un'e-mail. La missiva è quella inviata mercoledì dall´account del “Movimento 5 stelle Vicenza” per convocare la conferenza stampa di ieri. In calce, le firme di Laura Treu e Carlo Braggio, ma anche un recapito «per qualsiasi informazione». È un numero di cellulare: quello di Paolo Mazzuoccolo, consigliere comunale ex Lega nord ed ora al Gruppo Misto. «Non abbiamo referenti in consiglio comunale», affermano Treu e Braggio. E quel numero allora? È lo stesso Mazzuoccolo a spiegare che significa: «Sì il comunicato l'ho spedito, io. Ora che sono uscito dal partito sto dando una mano ai “5 stelle”, ma non li rappresento in alcun modo, né voglio portare il loro simbolo in consiglio, perché quel posto se lo devono conquistare». Solo simpatizzante, allora? «Aiuto il gruppo di Treu e Braggio perché non hanno preclusioni. L'altro gruppo (Lain-Allione) invece non dà spazio a chi ha una pur minima storia partitica: mi affibbiano l'etichetta del “riciclato”, ma se io sono un riciclato...». E conclude: «È stato il gruppo a chiedermi un aiuto come consigliere comunale: trovo intelligente avvalersi del contributo di chi ha esperienze e ruoli, ma non ho velleità personali».

da Il Giornale di Vicenza del primo luglio 2012; pagina 19

Grillini, la prima sfida è interna «Divisi alla meta»

Divisi alla meta. A Vicenza il Movimento 5 stelle raddoppia: nel senso che non ce n´è uno solo, ma due. Due gruppi, entrambi utilizzatori del simbolo ufficiale dei grillini e decisi a non rinunciarvi. Due gruppi, uno dei quali nato dalla “secessione” - capitanata da due attivisti storici - dal nucleo originario. Una frattura che sembrava in via di ricomposizione, e invece si acuisce. «Sì, siamo divisi ma gli obiettivi sono gli stessi», affermano Laura Treu e Carlo Braggio - lei 28 anni, biologa e attivista dal 2008, lui 38 anni, libero professionista e fondatore degli Amici di Beppe Grillo. Sono stati loro, un mese e mezzo fa, a dare vita al nuovo “meetup” in concorrenza con quello originario di cui si fanno portavoce, invece, Giordano Lain e Riccardo Allione. Sono stati loro, Treu e Braggio, a convocare la stampa per presentarsi alla città: un´uscita pubblica che sancisce l´autonomia. E la frattura. «Non siamo cloni di nessuno. Anzi, siamo parte del nucleo storico -esordiscono-. Ci siamo staccati da altri che operano in modo diverso». Ma subito riconoscono: «Alla fine, comunque, ci sarà una sola lista e un solo candidato sindaco».

«PALLA AI CITTADINI». Divisi alla meta, dunque. Il gruppo Lain-Allione, per ora, può dirsi più nutrito e si sta presentando in assemblee nei quartieri. Braggio e Treu, invece, hanno convocato la stampa. Ieri il debutto, con il clima della “prima volta”. «Parlo io? No, parla tu». Braggio e Treu, attorniati da una decina di altri attivisti, si rimpallavano il microfono, un po´ imbarazzati: loro, che fanno dell´assemblearismo un vangelo, non sono avvezzi alla delega. Ma alla fine qualcuno doveva assumersi la responsabilità e il microfono, per prima, se lo è preso Treu. Si parte dal “chi siamo”. «Siamo un gruppo del Movimento 5 stelle in città. Abbiamo idee, non ideologie; siamo una libera associazione, non un partito». «Siamo 20-30 persone, ma il gruppo è in crescita», spiega Braggio. E che cosa si propongono di fare? «Ascoltare i cittadini e portare avanti le loro volontà nel solco dei princìpi del Movimento». La meta sono «le scadenze elettorali del 2013». Ma è a un´altra domanda - chi decide? - che Treu e Braggio sottolineano un´asserita «differenza» rispetto ad altri gruppi grillini. «Decide l´assemblea, rispettimao il princìpio “ognuno vale uno”: tutti i cittadini hanno diritto a partecipare alle decisioni alla pari degli attivisti “storici”». Implicita la critica al gruppo da cui sono usciti, dove avrebbero percepito la presenza di una ristretta cerchia di leader.

«APERTI ANCHE AGLI EX». Un altro profilo di «diversità» rispetto al meetup originario è «la nostra disponibilità ad accogliere nel gruppo anche chi ha avuto esperienze politiche in passato - spiegano Treu e Braggio - a patto che non sia più iscritto ad alcun partito, che non sia pregiudicato». Collaborazione non vuol dire candidatura: per quella serve un altro requisito: non avere già svolto due mandati. Si spiegano anche così i contatti, registrati di recente, tra il gruppo Treu-Braggio e i consiglieri comunali Paolo Mazzuoccolo (si veda pezzo a lato) e Maurizio Franzina, entrambi del gruppo Misto. Per puro esercizio teorico, il primo sarebbe candidabile, il secondo no, visto il lungo curriculum politico.

TEMI E VOLTI. Una cosa accomuna i due meetup grillini: la volontà di «correre da soli». «Ci sarà una lista del Movimento e non stringerà alleanze», spiega Treu. I temi cari al Movimento sono l´ambiente, «l´acqua bene comune e il riciclo dei rifiuti a partire dalle scuole»; i trasporti pubblici e «l´allargamento della Ztl»; la democrazia diretta, e per questo c´è collaborazione con il comitato Più Democrazia che ieri era rappresentato da Fabio Zancan. A Variati rimproverano l´aver «ceduto nella battaglia del Dal Molin». E i candidati per il 2013? «Troppo presto per parlarne: comunque li sceglieranno i cittadini», con una sorta di “primarie”, probabilmente. Sempre che siano loro, poi, a strappare l´ufficialità del simbolo: perché se i meetup resteranno due, alla fine uno dovrà abdicare. Chi deciderà? L´estrema ratio è un intervento di Beppe Grillo in persona. Per ora il gruppo originario fa buon viso all´uscita pubblica dei “competitor” grillini. «Non sappiamo che cosa si sono detti - afferma Allione -, perciò ci asteniamo da commenti che possono gettare benzina o acqua sul fuoco». Ma fa capire che loro non hanno alcuna intenzione di interrompere il percorso avviato.

da Il Giornale di Vicenza del primo luglio 2012; pagina 10

giovedì 28 giugno 2012

Scivolone sull'ex Domenichelli, no all'accordo in commissione

Il piatto forte del Piano degli interventi scivola in commissione territorio. Uno degli accordi più attesi, quello che getta le fondamenta per il futuro centro civico, e che vede come protagonista l'immobiliare Maddalena di Danilo Marchetto e l'area dell'ex Domenichelli, è stato respinto. Niente di definitivo, considerato che la commissione ha solo un compito consultivo. La parola finale spetterà al Consiglio della prossima settimana. Nel frattempo, però, arrivano segnali chiari in vista delle sedute in aula. Gli animi sono già caldi. E la bagarre è cominciata.

RESPINTO. Dire che sia clamoroso è forse esagerato. Ma inaspettato sì. La rappresentazione a sorpresa è andata in scena ieri pomeriggio a palazzo Trissino, quando si è riunita la commissione territorio, convocata per esaminare i 21 accordi con i privati - 13 dei quali sono stati giudicati positivamente dalla Giunta - che andranno a disegnare la Vicenza del futuro. Tra i tanti figura quello con l'immobiliare Maddalena, di Danilo Marchetto. Il privato chiede di realizzare nell'area dell'ex Domenichelli uno stabile di 19.250 metri cubi a destinazione commerciale e residenziale. In cambio ecco la cessione di 2.500 metri quadrati al Comune per la realizzazione di un centro civico. Gli accordi però non sono così semplici. La Guardia di finanza infatti ha sequestrato l'area dell'ex Domenichelli nell'ambito di un'indagine per presunta frode fiscale. E restano i sigilli.

BAGARRE. Ed è proprio questo aspetto che ha scatenato la bagarre in sala ieri pomeriggio. La proposta, valutata positivamente dalla Giunta, è stata bocciata dall'opposizione. «Così - attacca il consigliere del Pdl Marco Zocca - andiamo a valorizzare l'area di un presunto evasore fiscale. Mi chiedo come sia accettabile in questo momento. Per di più non c'è solo un aspetto tecnico ma anche politico e morale perché proprio lì si vuole realizzare il nuovo municipio». Da qui il via allo scontro. I consiglieri di maggioranza dapprima difendono la scelta dell'amministrazione, rappresentata ieri dall'assessore all'urbanistica Francesca Lazzari, ma poi vengono criticati dall'ex componente della coalizione Luca Balzi. «Se un accordo del genere fosse stato presentato dall'amministrazione precedente - afferma - vi sareste spogliati in Consiglio pur di fermarlo. Avreste gridato allo scandalo. L'area è sotto sequestro e non si può procedere». L'atmosfera si scalda. I consiglieri di maggioranza rispondo e difendono la scelta. Ma al momento di esprimersi fanno un passo indietro.

VOTAZIONI. L'opposizione respinge l'accordo con sei voti contrari. Con loro anche il consigliere di maggioranza Docimo. Il resto della coalizione decide di astenersi «riservandosi il voto in aula per valutare meglio la questione». Mancano pochi giorni al luglio bollente che attende il consiglio, chiamato all'approvazione del piano degli interventi. Ma le prime magagne sono già cominciate.

Da Il Giornale di Vicenza del 28 giugno 2012, pagina 14

mercoledì 20 giugno 2012

La Spv alla prova del nove

Ieri il Covepa ha annunciato il rinvio della sentenza del Consiglio di Stato sulla questione Pedemontana a data da destinarsi. Lo stesso Covepa in più occasioni aveva preannunciato un'opzione che in qualche modo era nell'aria. È chiaro quindi che la questione Spv si trasforma da partita tar schieramenti avversi e distinti a partita a scacchi in cui elementi giuridici si mescolano a questioni di opportunità, di politica e di «vil danaro».

Una partita in cui ci sono i pro Spv, i contro, i contro che non possono dirlo, i pro che non possono dirlo, i favorevoli che vorrebbero tornare sui propri passi. E ci sono coloro che avevano fatto promesse su lavori e appalti e che oggi, giacché la crisi morde tutti, sperano che sia la politica nazionale o magari la magistratura a togliere le castagne da un fuoco fatto magari di impegni, previsioni, aspettative andate in fumo e richieste per passare ad un incasso difficile da monetizzare. C'è tutto questo e molto di più nello stranissimo slittamento deciso dal Consiglio di Stato a Roma.

Frattanto però si possono esperire le prime prove del nove. Si comincia col comune vicentino di Villaverla. È difficile se non impossibile pensare che lo slittamento deciso dal tribunale amministrativo sia arrivato senza l'accordo tra le parti. Il che significa che i legali che patrocinano il comune di Villaverla, che formalmente spingeva per affondare questo progetto di Spv, hanno avuto dalla nuova giunta un input diverso. Ora è semplice immaginare quale sarà la motivazione, o scusa, scusa che sarà utilizzata per cercare di sopire le polemiche. Il quadro normativo nazionale sta cambiando. Meglio aspettare si dirà. Balle. I tribunali e gli uomini chiamati davanti alla legge non debbono mai esprimersi in termini di opportunità ma solo di diritto. Se lo fanno si macchiano di un abominio incompatibile con lo stato di diritto che la vulgata vuole essere quello in cui viviamo.

Ma gli eventi di queste ore permetteranno una volta per tutte di capire di che pasta è fatto il Movimento Cinque Stelle nel Vicentino, un movimento che da mesi si dice contrario tout-court a questo progetto di Pedemontana. Oggi infatti alle 20,30 il consiglio comunale di Villaverla discute anche della questione Spv. Il sindaco Ruggero Gonzo (Pdl) ha ficcato lo spinoso argomento a tarda ora, sperando di evitare un auditorio critico. Il consigliere del M5S Flavio Vezzaro avrà la possibilità di infilzarlo chiedendogli conto delle scelte della giunta. I grillini, se avranno voglia e pazienza di sorbirsi tutta la seduta, avranno per la prima volta la possibilità di concentrare il fuoco mediatico dei loro supporter su un evento di caratura regionale. Avranno infatti un palco straordinario per ribadire alla opinione pubblica ciò che hanno spiegato di recente ai media. Ovvero che dalle loro parti non ci sarà posto per alcun «compromesso coi poteri forti».

Marco Milioni

giovedì 17 maggio 2012

Equizi Vs. Mattiello

Apprendo dai media locali che sarebbe in corso, o sarebbe avvenuto, un accertamento presso l'Opera Pia Cordellina. Sembra, stando ai primi servizi, che l'operazione compiuta sul campo dalla Guardia di Finanza di Vicenza, abbia nel mirino l'operato di Diego Fontana, segretario dell'opera assistenziale e dominus dell'ufficio decentramento del comune di Vicenza. Sull'amicizia di lungo corso tra Fontana e il sindaco berico del Pd Achille Variati, nel solco della Dc rumoriana, molto si è detto. Come molto si è scritto del ginepraio di interessi che orbita attorno a Fontana. Ciò che invece è scandaloso è il comportamento della Lega Nord. Il partito è all'opposizione a palazzo Trissino e col caso Fontana dovrebbe fare il tiro al piccione poiché il sindaco ha le spalle al muro e politicamente il suo amico è indifendibile. La Lega però esprime anche la presidenza dell'opera pia con Franca Mattiello ex craxiana doc poi trasmigrata in Forza Italia e recentemente approdata alla corte del Carroccio vicentino. Alla luce di tutto ciò il silenzio della Lega è vergognoso perché anche un idiota capisce che tutto tace per coprire la ex azzurra ora incarrocciata. Un silenzio che è meno grave solo di quello di Variati. Ai giornalisti che poi vanno scrivendo che il caso Fontana è scaturito con una segnalazione anonima giunta in comune, rammento che la sottoscritta ha segnalato la cosa in prefettura con tutti i crismi. Professionalità e onestà intellettuale vorrebbero che anche questa circostanza fosse spiegata a dovere e non colpevolmente occultata.

Franca Equizi

venerdì 20 aprile 2012

Fabris: «Pedemontana a rischio a causa della Nuova Valsugana»

«La Superstrada Pedemontana è a rischio: la realizzazione della Nuova Valsugana rischia di invalidare tutte le previsioni di traffico sulla Pedemontana, e di conseguenza il project financing e l'opera». L'allarme viene da Mauro Fabris, commissario governativo al tunnel ferroviario del Brennero. Che, non contento, rincara: «Vicenza rischia di rimanere isolata, una specie di "Striscia di Gaza" fra Autobrennero a ovest e Nuova Valsugana a est».

Il politico ne ha parlato ieri a margine dell'incontro a Vicenza con l'associazione «Forgiareidee», con il politologo Luca Romano e il segretario del Pd vicentino Federico Ginato. «Il corridoio europeo 1, che comprende il tratto Monaco-Verona, è l'unico in avanzata costruzione - osserva Fabris - Lo scavo della galleria del Brennero è già al 20 per cento, abbiamo anche risolto il problema dell'innesto a Verona con una soluzione condivisa dalla città, un affiancamento in galleria alla linea storica. Io scommetto che questo tratto sarà completato molto prima della Tav verso Venezia, ferma da anni». Secondo Fabris proprio Vicenza «ha grandi colpe nel rallentamento dell'alta velocità ferroviaria, perché ha preteso a tutti i costi un attraversamento in sotterranea. È assurdo pretendere una fermata ogni 40 chilometri: il territorio vicentino deve recuperare un minimo di capacità propositiva, sia a livello di istituzioni che di associazioni di categoria. Si punti con forza, ad esempio, sull'autostrada Valdastico Nord: in Trentino il dibattito sulla A31 Nord è rovente, e se passa la loro linea, che vuole vedere realizzata solo la Nuova Valsugana, l'area vicentina resterà una sorta di terra di nessuno. I flussi di traffico risaliranno a est e ad ovest di Vicenza, senza attraversamento».

Per Fabris potrebbe venire invalidato nei suoi presupposti di partenza anche il project financing, e di conseguenza la realizzazione, della Supestrada Pedemontana, la maxi-arteria fra Spresiano e Montecchio Maggiore di cui da pochi mesi sono stati aperti i cantieri. «La Pedemontana rischia di non farsi. Da un lato è insorto un problema finanziario nel consorzio Sis, che ha vinto l'appalto. Dall'altro il project financing ha alla base stime di traffico appena sufficienti, che con la realizzazione della Valsugana verrebbero completamente invalidate. In sintesi, nel tratto tra Bassano e Montecchio i veicoli circolanti potrebbero risultare molto meno del previsto, perché una parte importante devierebbe verso sud o verso nord all'altezza di Bassano».

Andrea Alba
da Il Corriere del Veneto del 20-04-2012; edizione di Vicenza, pagina 4

venerdì 6 aprile 2012

De profundis Sinergie Italiane società verso la liquidazione

Il bel giocattolo va alla rottamazione. Per Sinergie Italiane è stata annunciata l'eutanasia. Il 28 marzo scorso l'assemblea dei soci ha deliberato la ricapitalizzazione della società specializzata nell'acquisto di gas dai grandi operatori. Ieri i soldi sono stati versati ed è stata anche comunicata la data del 13 aprile come ultimo atto: in quella data si voterà, in una nuova assemblea, per la liquidazione in bonis. Ognuno andrà per conto suo, come voleva da mesi Iren e come di recente aveva deciso di fare anche Ascopiave, la utility trevigiana che aveva partorito questa creatura durante la gestione Salton. Ora, cambiati i vertici in modo traumatico (è noto il contenzioso in corso con l'ex presidente) c'è la volontà di smontare quanto costruito in passato e di voltare pagina.

L'operazione è piuttosto dolorosa. Come noto, Sinergie Italiane ha chiuso il proprio bilancio 2011 con una perdita di 92 milioni, riconducibile sostanzialmente al crollo dei prezzi internazionali del gas lo scorso anno, mentre invece faceva il proprio corso il maxi-contratto take or pay con Gazprom, a condizioni nettamente più onerose, per la fornitura di un miliardo e mezzo di metri cubi di gas all'anno fino al 2021. La perdita secca ha già avuto riflessi sul bilancio Ascopiave, che ha dovuto ridurre drasticamente l'utile dello scorso esercizio e rinunciare alla distribuzione del dividendo. Con la ricapitalizzazione, i soci di Sinergie hanno sborsato pro quota: nel caso di Ascopiave si tratta di circa 25 milioni e per effetto della mancata partecipazione di un paio di soci minori (Alto Milanese Gestioni Avanzate e Utilità Progetti e Sviluppo) la quota è salita al 30,94%.

Stessa percentuale per Iren e Blugas. Con il versamento, la perdita è stata ripianata, il capitale sociale azzerato e ricostituito al valore nominale di un milione di euro. Cosa succede adesso? La messa in liquidazione non dovrebbe creare ulteriori danni alle singole multiutility che hanno partecipato all'avventura. Ma del contratto con Gazprom non ci si potrà liberare: con ogni probabilità, sarà «smontato» e diviso proporzionalmente alla partecipazione di ciascuno nel capitale di Sinergie Italiane. Per Ascopiave, quindi, si tratterà di 500 milioni di metri cubi di gas all'anno. E il nodo sarà il prezzo, che dovrà essere rinegoziato col gigante russo, pena il rischio di ulteriori perdite future. «Si è messo molto in risalto ciò che è successo in Sinergie Italiane - annota Flavio Battista, amministratore delegato ormai in uscita - senza tener conto di una situazione generale di mercato che ha penalizzato in modo notevole tutti gli operatori dello stesso segmento in Italia». Ma tant'è. In questi casi mal comune è difficilmente mezzo gaudio e il consorzio di acquisto viene sciolto. A meno che qualche soggetto industriale, a sorpresa, non si faccia avanti per acquisirlo.

Claudio Trabona
da Il Corriere del Veneto del 5 aprile 2012, edizione di Vicenza; pagina 19