venerdì 22 gennaio 2010

J'accuse a 360 gradi

C'era aria di burrasca ieri in consiglio comunale a Vicenza. Il caso della cosiddetta banca fantasma ha scatenato l'ennesimo vespaio. Il sindaco democratico Achille Variati ha tentato la strada della difesa d'ufficio, la quale però si è sbriciolata sotto i colpi di Maurizio Franzina (Pdl), nonché soprattutto sotto quelli di Claudio Cicero e di Domeico Pigato della civica Impegno a 360 gradi. E non è valso granché il soccorso, un po' svogliato, di big del Pd come Federico Formisano e Gianni Rolando. Per di più un'altra bordata Cicero se l'è riservata per i privati coinvolti nel caso edilizio della settimana (si tratta della padovana Vivara, una srl di San Martino di Lupari). La loro paventata richiesta milionaria a danno dei consiglieri è stata bollata come «comportamento mafioso». La miccia è stata accesa. La bomba deflagrerà?

LE FRECCIATE. Franzina senza giri di parole ha accusato il primo cittadino di avere eterodiretto Cangini con lo scopo ultimo di far rimanere inerte l'amministrazione la quale sarebbe poi finita ovviamente nelle more della legge. Il sindaco ha cercato di rispedire le accuse al mittente, ma non ha bollato come falsa la ricostruzione di Franzina. Durissimo anche Cicero il quale ha ricordato in aula che i privati prima si sono presentati in comune con l'idea di fare un supermarket. Di seguito hanno ottenuto il permesso a realizzare «dei parcheggi sotterranei» proprio a pertinenza del negozio. Infine, dopo «avere stipulato un prelimeinare» per la vendita dei soli parcheggi, hanno chiesto al comune un provvedimento che sanasse l'abuso edilizio. Abuso edilizio dovuto al fatto che la Vivara ha già realizzato una banca (non funzionante) sebbene il piano regolatore non consenta una cosa del genere in quel punto di piazza Matteotti. E Cicero è andato oltre. Ha accusato i privati di aver tenuto un comportamento «mafioso» nei confronti dei consiglieri allorquando i loro avvocati hanno paventato anche nei confronti del consiglio «una possibile richiesta di danni» in sede civile di «quattro milioni di euro». Una richiesta «campata in aria» secondo Pigato, indice del fatto che i privati sono di fatto alla frutta perché responsabili di una condotta contra legem. Ma Impegno a 360 gradi non si ferma e sempre con Cicero fa il punto su una parte precisa del dettato normativo: «I signori della Vivara hanno ottenuto il permesso a costruire parcheggi in un seminterrato, solo in funzione della previsione del market, poi hanno cambiato idea». Cicero così ha domandato alla giunta come mai il consiglio debba ridursi a togliere le castagne dal fuoco a chi «non ha rispettato la legge».

LO SCENARIO. Il problema posto dal consigliere comunale di opposizione però è la vera chiave di volta. In mancanza di un cambio di destinazione d'uso da market a banca concesso dal consiglio, il locale rimane commerciale, ma il privato si è impegnato anche economicamente verso terzi a vendere separatamente i parcheggi (sperando o sapendo) che prima in giunta, poi in sala Bernarda, l'avrebbe fatta franca. Ora se il privato volesse puntare nuovamente sul negozio dovrebbe chiedere indietro i garage già venduti, almeno sul preliminare. E questo gli costerebbe caro. Se invece i garage fossero stati venduti definitivamente, allora lo stabile, senza le autorimesse, non potrebbe essere nemmeno adibito ad area di vendita. Di più. mancando il negozio qualcuno potrebbe pretendere dall'amministrazione (reazione possibile una causa per danno erariale) di impugnare i provvedimenti con i quali la stessa amministrazione ha concesso i garage al privato. Il quale, ipoteticamente, a causa di un errata applicazione delle norme, potrebbe (o dovrebbe) vedersi di fatto sfilati non solo i guadagni, ma anche i quattrini con cui ha pagato i lavori, nonché la proprietà dei garage medesimi. Questo perché la norma prevede l'acquisizione senza oneri da parte del comune di quelle opere viziate da un palese e non sanabile abuso edilizio. E ancora. Sul piano teorico la legge stabilisce che l'abuso edilizio non sanabile non solo rende nulli tutti gli atti tra vivi rispetto ad esso correlati, ma costituisce esso stesso un possibile illecito penale per il quale sarebbe competente la procura della repubblica.

LA PROSPETTIVA. Ieri tuttavia il consiglio si è limitato ad annullare in autotutela un provvedimento con il quale il commissario autorizzato dalla regione aveva cambiato la destinazione d'uso dello stabile. Non è chiaro se il provvedimento del commissario ad acta incorpori o meno la sanatoria dell'abuso. Allo stato l'amministrazione non ha annullato invece il permesso a costruire tout-court. Se ciò avvenisse, secondo molti consiglieri di maggioranza e opposizione sarebbe la strada maestra sotto il profilo amministrativo, la partita si trasformerebbe in una sciarada. Gli uffici, la giunta e lo stesso sindaco si troverebbero infatti tra due fuochi. Da una parte c'è il privato che ha maturato comunque delle aspettative anche in ragione di scelte, definite in aula azzardate o prese con troppa leggerezza, materializzatesi proprio in seno all'assessorato all'edilizia privata.

Dall'altra c'è un pezzo consistente del consiglio comunale il quale rammenta che la legge è uguale per tutti e che una errata operazione sul mercato immobiliare fa parte del rischio d'impresa. Impresa che in questo caso, qualora l'avesse vinta in barba alle regole, finirebbe inevitabilmente per privatizzare i profitti scaricando le perdite sulla collettività comunale. Questa è la situazione che in questo momento si vive in municipio, specie nell'assise comunale.

I MEDIA. Ad ogni buon conto in sala Bernarda girano voci precise: gli sherpa si stanno attivando per salvare capra e cavoli. Ma la legge lo consente? Il disagio nella maggioranza si pesa a libbre. Lo ha ammesso lo stesso sindaco che ha parlato chiaramente «di errori» commessi più livelli. Tant'è che il suo staff ieri si è mosso per l'ennesima volta al fine di evitare che sulla stampa lo stato delle cose trasparisse in modo troppo vivido. E l'effetto si vede su tutti i quotidiani locali di oggi. Delle accuse di Cicero, Franzina nonché delle analisi sull'operato dell'amministrazione, non si trova traccia.

Marco Milioni
da www.lasberla.net del 22 gennaio 2010
link originario: http://www.lasberla.net/2010/01/jaccuse-a-360-gradi/

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